MONDO
Esposte le armi con cui furono uccisi lo zar Nicola II e i suoi familiari
La Russia espone i reperti dell'assassinio dell'ultimo Zar
Una mostra a San Pietroburgo dedicata all’uccisione della famiglia imperiale russa

A San Pietroburgo è stata inaugurata una mostra particolare dedicata all’ultimo imperatore russo, Nicola II. L'evento è ospitato nella fortezza e nella cattedrale di San Pietro e Paolo, dove sono sepolti tutti gli imperatori russi a partire dal 1703, compresi i resti dell’ultimo zar e della famiglia, brutalmente fucilati e presi a baionettate dai bolscevichi nel 1918.
La mostra si intitola “L’istruttoria lunga un secolo. L’annientamento della famiglia dell’imperatore Nicola II”. L’esposizione contiene documenti, fotografie, reliquie storiche sulla fucilazione della famiglia imperiale russa a Ekaterinburg ad opera delle guardie rosse bolsceviche nell’estate del 1918.
In totale sono 270 reperti, tra i quali rarità esposte per la prima volta: l'atto di abdicazione di Nicola II, l’ordine di arresto della famiglia imperiale emesso dal Governo Provvisorio, le foto amatoriali della famiglia imperiale scattate dalla principessa Anastasia e il Vangelo del 1627, una reliquia familiare dei Romanov, ma anche i vestiti dei membri della famiglia imperiale.
Tra i reperti mai esposti prima ci sono le armi con le quali fu barbaramente uccisa la famiglia imperiale, l’atto della perizia successiva alla fucilazione, ma anche delle registrazioni audio dei membri del plotone di fucilazione, dei carnefici della famiglia imperiale, realizzate mentre erano ancora in vita nell’epoca sovietica dal KGB e mai pubblicate.
L’istruttoria sulla fucilazione della famiglia imperiale russa era stata avviata su iniziativa di Boris Eltsin nel 1993 ed è stata completata e chiusa nel 2011. Alcuni documenti dell’istruttoria sono esposti a San Pietroburgo, comprese le analisi sul DNA effettuate sui resti della famiglia imperiale.
L’investigatore capo per incarichi speciali della Procura Generale russa Vladimir Soloviov, che aveva condotto le indagini in tutti questi anni, ha ufficialmente dichiarato che i resti di tutti i componenti della famiglia imperiale sono stati identificati – non si è salvato nessuno, sono morti tutti quanti.
In particolare l’investigatore si è soffermato sull’identificazione dei resti di Nicola II. "La probabilità che i resti mortali non appartengano a Nicola II equivale a uno diviso per dieci elevato a diciassette – questa cifra supera di decine di miliardi di volte la popolazione mai vissuta sul nostro pianeta. Non vi è alcun dubbio che i resti appartengono alla famiglia imperiale”.
Parlando di impostori, in particolare di false principesse Anastasia, l'ultima voce in circolazione è che si sarebbe salvata e che recentemente a Ekaterinburg è stato identificato un suo nipote. L’investigatore Soloviov ha smentito categoricamente, affermando che si tratta di una truffa.
Durante la sepoltura a San Pietroburgo dei resti della famiglia imperiale russa il patriarca era assente poiché la Chiesa ortodossa russa tuttora non riconosce i resti come appartenenti alla famiglia imperiale. All’atto di sepoltura mancavano i resti dell’erede al trono, lo zarevic Alexei e della principessa Maria. I loro resti, bruciati in un altro luogo dai bolscevichi per depistaggio, sono stati rinvenuti nel 2007.
La mostra si intitola “L’istruttoria lunga un secolo. L’annientamento della famiglia dell’imperatore Nicola II”. L’esposizione contiene documenti, fotografie, reliquie storiche sulla fucilazione della famiglia imperiale russa a Ekaterinburg ad opera delle guardie rosse bolsceviche nell’estate del 1918.
In totale sono 270 reperti, tra i quali rarità esposte per la prima volta: l'atto di abdicazione di Nicola II, l’ordine di arresto della famiglia imperiale emesso dal Governo Provvisorio, le foto amatoriali della famiglia imperiale scattate dalla principessa Anastasia e il Vangelo del 1627, una reliquia familiare dei Romanov, ma anche i vestiti dei membri della famiglia imperiale.
Tra i reperti mai esposti prima ci sono le armi con le quali fu barbaramente uccisa la famiglia imperiale, l’atto della perizia successiva alla fucilazione, ma anche delle registrazioni audio dei membri del plotone di fucilazione, dei carnefici della famiglia imperiale, realizzate mentre erano ancora in vita nell’epoca sovietica dal KGB e mai pubblicate.
L’istruttoria sulla fucilazione della famiglia imperiale russa era stata avviata su iniziativa di Boris Eltsin nel 1993 ed è stata completata e chiusa nel 2011. Alcuni documenti dell’istruttoria sono esposti a San Pietroburgo, comprese le analisi sul DNA effettuate sui resti della famiglia imperiale.
L’investigatore capo per incarichi speciali della Procura Generale russa Vladimir Soloviov, che aveva condotto le indagini in tutti questi anni, ha ufficialmente dichiarato che i resti di tutti i componenti della famiglia imperiale sono stati identificati – non si è salvato nessuno, sono morti tutti quanti.
In particolare l’investigatore si è soffermato sull’identificazione dei resti di Nicola II. "La probabilità che i resti mortali non appartengano a Nicola II equivale a uno diviso per dieci elevato a diciassette – questa cifra supera di decine di miliardi di volte la popolazione mai vissuta sul nostro pianeta. Non vi è alcun dubbio che i resti appartengono alla famiglia imperiale”.
Parlando di impostori, in particolare di false principesse Anastasia, l'ultima voce in circolazione è che si sarebbe salvata e che recentemente a Ekaterinburg è stato identificato un suo nipote. L’investigatore Soloviov ha smentito categoricamente, affermando che si tratta di una truffa.
Durante la sepoltura a San Pietroburgo dei resti della famiglia imperiale russa il patriarca era assente poiché la Chiesa ortodossa russa tuttora non riconosce i resti come appartenenti alla famiglia imperiale. All’atto di sepoltura mancavano i resti dell’erede al trono, lo zarevic Alexei e della principessa Maria. I loro resti, bruciati in un altro luogo dai bolscevichi per depistaggio, sono stati rinvenuti nel 2007.