ITALIA
L'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali
"Spese pazze" in Emilia Romagna, 42 avvisi di fine indagine
Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'assemblea legislativa. Oltre al peculato, tra le
contestazioni ai 42 consiglieri regionali, c'è anche un caso di truffa. Inchiesta chiusa a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini

Sono in corso di notifica 42 avvisi di fine indagine nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna. Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'assemblea legislativa. Oltre al peculato, tra le contestazioni c'è anche un caso di truffa.
Inchiesta chiusa a pochi giorni dalle elezioni regionali
Partiti a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre, gli avvisi sono firmati dai Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari e vistati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.
I capigruppo
I primi ad essere notificati dalla Guardia di finanza sono relativi ai capigruppo, che risponderebbero, secondo quanto si apprende, di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo. Ai capigruppo è dunque contestata l'intera cifra che si ritiene un gruppo abbia speso senza pertinenza con l'attività di consigliere regionale.
Tra le spese contestate anche un "sex toy"
Non solo pasti, regali e feste di compleanno. Nella lista delle spese contestate c'è anche un "sex toy" che sarebbe stato messo a rimborso da una consigliera regionale. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi ci sono anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, comparsate televisive pagate coi soldi pubblici.
L'avvio delle indagini
L'inchiesta "spese pazze" era stata avviata oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i 9 capigruppo, che hanno tutti ricevuto le notifiche, ad eccezione di Mauro Manfredini, il presidente del gruppo della Lega Nord deceduto lo scorso 10 ottobre. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini.
Inchiesta chiusa a pochi giorni dalle elezioni regionali
Partiti a pochi giorni dalle elezioni regionali del 23 novembre, gli avvisi sono firmati dai Pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari e vistati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini.
I capigruppo
I primi ad essere notificati dalla Guardia di finanza sono relativi ai capigruppo, che risponderebbero, secondo quanto si apprende, di peculato sia per le spese in proprio che per omesso controllo dei rimborsi dei consiglieri del loro gruppo. Ai capigruppo è dunque contestata l'intera cifra che si ritiene un gruppo abbia speso senza pertinenza con l'attività di consigliere regionale.
Tra le spese contestate anche un "sex toy"
Non solo pasti, regali e feste di compleanno. Nella lista delle spese contestate c'è anche un "sex toy" che sarebbe stato messo a rimborso da una consigliera regionale. Tra i rimborsi ritenuti illegittimi ci sono anche scontrini da meno di un euro per i wc pubblici o viaggi per convegni a Lampedusa. Non mancano poi le cosiddette interviste a pagamento, comparsate televisive pagate coi soldi pubblici.
L'avvio delle indagini
L'inchiesta "spese pazze" era stata avviata oltre due anni fa. Da ottobre 2013 risultavano indagati i 9 capigruppo, che hanno tutti ricevuto le notifiche, ad eccezione di Mauro Manfredini, il presidente del gruppo della Lega Nord deceduto lo scorso 10 ottobre. L'inchiesta riguarda il periodo giugno 2010-dicembre 2011. A fine settembre era stata stralciata e chiesta l'archiviazione per la posizione del candidato del centrosinistra alle Regionali, Stefano Bonaccini.