MONDO
In testa il "Sì" alla liberalizzazione
Il referendum irlandese sull'aborto, premier: "Oggi il culmine di una rivoluzione silenziosa"
L'Irlanda ha votato sull'abrogazione dell'ottavo emendamento della Costituzione, che impedisce l'aborto in ogni sua forma. I primi risultati da scrutinio indicano che quasi il 70% è a favore dell'aborto legale. All'origine della svolta irlandese, il caso di Savita Halappanavar

Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha dichiarato oggi che il "Sì", dato largamente in testa al referendum sulla liberalizzazione dell'aborto in Irlanda, rappresenta "il culmine di una rivoluzione silenziosa". "Quello che vediamo oggi è il culmine di una rivoluzione silenziosa che si è svolta in Irlanda negli ultimi 10 o 20 anni", ha detto Varadkar al canale pubblico RTE.
Legge entro la fine dell'anno
Il premier ha annunciato che l'esito del referendum dà al governo il mandato per introdurre la legge promessa e renderla esecutiva entro la fine dell'anno, secondo quanto riporta il quotidiano irlandese Irish Times. "Ci vorranno circa sei mesi per rendere esecutiva la legge", ha dichiarato Leo Varadkar. "Le persone sapevano cosa avevamo in mente e non penso che sarebbe giusto distaccarci da quello". Già martedì prossimo è attesa una riunione dell'esecutivo sul tema.
La svolta della cattolica Irlanda
I primi risultati degli scrutini del referendum danno una vittoria schiacciante dei 'si', in linea con i primi exit poll. Le prime quattro delle 40 circoscrizioni indicano che quasi il 70% dei votanti è per la cancellazione del divieto costituzionale all'interruzione volontaria di gravidanza. Il 'si' alla cancellazione dell'ottavo emendamento, che vieta l'aborto, ha ottenuto l'80% dei voti a Dublino, il 69% nella contea di Cork sud-centro, il 64% nella contea di Cork centro-nord e il 60% in quella di Galway est. Il governo si appresta a cambiare la legge. Il 32% ha votato per il 'no'
L'ottavo emendamento della Costituzione
Gli irlandesi sono stati chiamati al voto per decidere se abrogare o meno l'ottavo emendamento della Costituzione, una delle leggi più restrittive in Europa sull'interruzione volontaria di gravidanza. Le urne si sono chiuse alle 23, sabato mattina lo spoglio delle schede.
Referendum proposto dal premier Varadkar
La proposta del referendum si deve al primo ministro Leo Varadkar, leader del partito di centrodestra Fine Gael, eletto a giugno 2017, che aveva definito l'attuale legge "troppo restrittiva". Ieri Varadkar ha lanciato un ultimo appello prima del referendum ai cittadini: "Mettiamo fine ai viaggi all'estero di tante donne" - ha detto - cogliendo l'opportunità per cambiare questa legge".
La legge irlandese
L'aborto in Irlanda è illegale e punibile con quattordici anni di carcere, se non nel caso in cui la donna gravida sia a rischio concreto di vita. Una modifica introdotta nel 2013, chiamata "Protection of Life Pregnancy Bill", che tra le situazioni di rischio ha incluso anche la minaccia di suicidio e il disagio psichico della donna.
Il caso di Savita Halappanavar
All'origine del provvedimento c'era stato il caso, rimbalzato sui media di tutto il mondo, di una donna di origine indiana incinta, la dentista Savita Halappanavar, morta per setticemia dopo che le era stata negata dai medici un'interruzione di gravidanza.
Tre anni fa la legalizzazione del matrimonio tra presone dello stesso sesso
La consultazione si tiene a tre anni dalla legalizzazione, tramite referendum, del matrimonio tra persone dello stesso sesso, che causò un terremoto culturale nel paese, con il crescente declino dell'influenza della Chiesa, anche a fronte dello scandalo pedofilia che ha visto coinvolti sacerdoti, a volte coperti da funzionari ecclesiastici.
La campagna referendaria. Il vescovo Browne: "Vi incoraggio a votare no"
Durante la campagna per il referendum, la Chiesa cattolica irlandese ha scelto di mantenere una posizione defilata. In uno degli ultimi comunicati diffusi, però, il vescovo della diocesi di Kerry, Ray Browne, dopo aver ringraziato per il dibattito "rispettoso e sensibile", ha aggiunto: "Venerdì voterò no. Vi incoraggio a fare lo stesso".
Il movimento pro-life
Gli appartenenti al cosiddetto movimento 'pro-life' si oppongono alle misure proposte per sostituire il sistema attuale: interruzione volontaria di gravidanza ammessa fino alla dodicesima settimana, fino a ventiquattro settimane per grave rischio di salute della donna, ed eccezioni per le malformazioni. L'obiezione di coscienza sarebbe permessa, con obbligo per il medico di trasferire il caso a un altro specialista non obiettore.
In ogni caso durante la campagna referendaria il tono tra i due schieramenti si è spesso acceso e non sono mancate polemiche e critiche sulle argomentazioni usate e le informazioni false divulgate. Il primo ministro Varadkar ha denunciato l'uso, da parte dei 'pro-life', di immagini di persone con sindrome di Down, definendolo un nuovo tentativo di "condizionare il dibattito e creare confusione".
Legge entro la fine dell'anno
Il premier ha annunciato che l'esito del referendum dà al governo il mandato per introdurre la legge promessa e renderla esecutiva entro la fine dell'anno, secondo quanto riporta il quotidiano irlandese Irish Times. "Ci vorranno circa sei mesi per rendere esecutiva la legge", ha dichiarato Leo Varadkar. "Le persone sapevano cosa avevamo in mente e non penso che sarebbe giusto distaccarci da quello". Già martedì prossimo è attesa una riunione dell'esecutivo sul tema.
La svolta della cattolica Irlanda
I primi risultati degli scrutini del referendum danno una vittoria schiacciante dei 'si', in linea con i primi exit poll. Le prime quattro delle 40 circoscrizioni indicano che quasi il 70% dei votanti è per la cancellazione del divieto costituzionale all'interruzione volontaria di gravidanza. Il 'si' alla cancellazione dell'ottavo emendamento, che vieta l'aborto, ha ottenuto l'80% dei voti a Dublino, il 69% nella contea di Cork sud-centro, il 64% nella contea di Cork centro-nord e il 60% in quella di Galway est. Il governo si appresta a cambiare la legge. Il 32% ha votato per il 'no'
L'ottavo emendamento della Costituzione
Gli irlandesi sono stati chiamati al voto per decidere se abrogare o meno l'ottavo emendamento della Costituzione, una delle leggi più restrittive in Europa sull'interruzione volontaria di gravidanza. Le urne si sono chiuse alle 23, sabato mattina lo spoglio delle schede.
Referendum proposto dal premier Varadkar
La proposta del referendum si deve al primo ministro Leo Varadkar, leader del partito di centrodestra Fine Gael, eletto a giugno 2017, che aveva definito l'attuale legge "troppo restrittiva". Ieri Varadkar ha lanciato un ultimo appello prima del referendum ai cittadini: "Mettiamo fine ai viaggi all'estero di tante donne" - ha detto - cogliendo l'opportunità per cambiare questa legge".
La legge irlandese
L'aborto in Irlanda è illegale e punibile con quattordici anni di carcere, se non nel caso in cui la donna gravida sia a rischio concreto di vita. Una modifica introdotta nel 2013, chiamata "Protection of Life Pregnancy Bill", che tra le situazioni di rischio ha incluso anche la minaccia di suicidio e il disagio psichico della donna.
Il caso di Savita Halappanavar
All'origine del provvedimento c'era stato il caso, rimbalzato sui media di tutto il mondo, di una donna di origine indiana incinta, la dentista Savita Halappanavar, morta per setticemia dopo che le era stata negata dai medici un'interruzione di gravidanza.
Tre anni fa la legalizzazione del matrimonio tra presone dello stesso sesso
La consultazione si tiene a tre anni dalla legalizzazione, tramite referendum, del matrimonio tra persone dello stesso sesso, che causò un terremoto culturale nel paese, con il crescente declino dell'influenza della Chiesa, anche a fronte dello scandalo pedofilia che ha visto coinvolti sacerdoti, a volte coperti da funzionari ecclesiastici.
La campagna referendaria. Il vescovo Browne: "Vi incoraggio a votare no"
Durante la campagna per il referendum, la Chiesa cattolica irlandese ha scelto di mantenere una posizione defilata. In uno degli ultimi comunicati diffusi, però, il vescovo della diocesi di Kerry, Ray Browne, dopo aver ringraziato per il dibattito "rispettoso e sensibile", ha aggiunto: "Venerdì voterò no. Vi incoraggio a fare lo stesso".
Il movimento pro-life
Gli appartenenti al cosiddetto movimento 'pro-life' si oppongono alle misure proposte per sostituire il sistema attuale: interruzione volontaria di gravidanza ammessa fino alla dodicesima settimana, fino a ventiquattro settimane per grave rischio di salute della donna, ed eccezioni per le malformazioni. L'obiezione di coscienza sarebbe permessa, con obbligo per il medico di trasferire il caso a un altro specialista non obiettore.
In ogni caso durante la campagna referendaria il tono tra i due schieramenti si è spesso acceso e non sono mancate polemiche e critiche sulle argomentazioni usate e le informazioni false divulgate. Il primo ministro Varadkar ha denunciato l'uso, da parte dei 'pro-life', di immagini di persone con sindrome di Down, definendolo un nuovo tentativo di "condizionare il dibattito e creare confusione".