POLITICA
Roma
La classe politica della Terza Repubblica nei 'Dilettanti' di Pisicchio
Il parlamentare, attualmente nel Gruppo MIsto, analizza in un libro la qualità della classe politica dirigente

C’è bisogno di un veterano per capire i cambiamenti di Montecitorio. E soprattutto la qualità del tasso di rinnovamento. Per questo motivo Pino Pisicchio, alla Camera dal 1987, ha pensato di tracciare un profilo della classe politica della ‘Terza repubblica’ nel saggio ‘Dilettanti’.
Un titolo non scelto a caso perché nel libro il parlamentare, attualmente nel Gruppo misto, analizza il turn over quasi epocale dopo le politiche del 2013: il 64%, frutto soprattutto dell’exploit del MoVimento 5 Stelle. Un cambiamento che Pisicchio ritiene forse esagerato, se paragonato con le percentuali delle Camere degli altri Paesi occidentali: “Nelle ultime tre legislature all’Assemblea Nazionale francese fanno registrare, in ordine decrescente il 37,6%, il 22,87 e il 30,32 di cambiamento. Nella Camera dei Comuni inglese in questa legislatura il tasso di rinnovamento è del 34,92 %, abbastanza alto, considerate le due legislature precedenti: 18,30 e 14,1%. Il Bundestag tedesco della legislatura in corso reca il 34,28% di novità”.
I numeri servono al deputato pugliese anche per un esame in termini di qualità e competenza della classe parlamentare. Con un dato che per Pisicchio è più indicativo di qualsiasi altro: “Nella prima Legislatura della Repubblica (1948-1953) il 91% dei parlamentari era laureato mentre il 90% della popolazione era illetterato. Oggi i deputati addottorati superano di poco il 68%, mentre gli illetterati (uno o neppure un libro letto in un anno) ammontano a circa il 37,6”. Con una conseguenza su tutte: il ribaltamento del ruolo della comunicazione rispetto a quello della politica. In sostanza, se il Parlamento è lo specchio del Paese, si potrebbe concludere che l’apparire conta più dell’essere. E così Pisicchio sceglie come immagini della ‘nouvelle vague’ in Transatlantico le unghie smaltate, l’abbigliamento da balera, le castronerie linguistiche e giuridiche. “La scena descritta nel libro – dice Pino Pisicchio - di una scolaresca di liceali in visita alla Camera la cui attenzione viene improvvisamente calamitata dall'apparizione del senatore Razzi, descrive meglio di una monografia di Marshall Mc Luhan il debito della politica italiana al fragoroso irrompere dei media. Il libro non è certamente una ‘laudatio’ dei tempi andati, ma un’analisi del tempo presente e si chiude con qualche proposta, qualche spiraglio e una forte spinta al cambiamento ed al ritorno della competenza”.
Un titolo non scelto a caso perché nel libro il parlamentare, attualmente nel Gruppo misto, analizza il turn over quasi epocale dopo le politiche del 2013: il 64%, frutto soprattutto dell’exploit del MoVimento 5 Stelle. Un cambiamento che Pisicchio ritiene forse esagerato, se paragonato con le percentuali delle Camere degli altri Paesi occidentali: “Nelle ultime tre legislature all’Assemblea Nazionale francese fanno registrare, in ordine decrescente il 37,6%, il 22,87 e il 30,32 di cambiamento. Nella Camera dei Comuni inglese in questa legislatura il tasso di rinnovamento è del 34,92 %, abbastanza alto, considerate le due legislature precedenti: 18,30 e 14,1%. Il Bundestag tedesco della legislatura in corso reca il 34,28% di novità”.
I numeri servono al deputato pugliese anche per un esame in termini di qualità e competenza della classe parlamentare. Con un dato che per Pisicchio è più indicativo di qualsiasi altro: “Nella prima Legislatura della Repubblica (1948-1953) il 91% dei parlamentari era laureato mentre il 90% della popolazione era illetterato. Oggi i deputati addottorati superano di poco il 68%, mentre gli illetterati (uno o neppure un libro letto in un anno) ammontano a circa il 37,6”. Con una conseguenza su tutte: il ribaltamento del ruolo della comunicazione rispetto a quello della politica. In sostanza, se il Parlamento è lo specchio del Paese, si potrebbe concludere che l’apparire conta più dell’essere. E così Pisicchio sceglie come immagini della ‘nouvelle vague’ in Transatlantico le unghie smaltate, l’abbigliamento da balera, le castronerie linguistiche e giuridiche. “La scena descritta nel libro – dice Pino Pisicchio - di una scolaresca di liceali in visita alla Camera la cui attenzione viene improvvisamente calamitata dall'apparizione del senatore Razzi, descrive meglio di una monografia di Marshall Mc Luhan il debito della politica italiana al fragoroso irrompere dei media. Il libro non è certamente una ‘laudatio’ dei tempi andati, ma un’analisi del tempo presente e si chiude con qualche proposta, qualche spiraglio e una forte spinta al cambiamento ed al ritorno della competenza”.