ITALIA
Incidente sul lavoro alla "Lamina"
Milano, è morto il quarto operaio intossicato
Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro preventivo

Non ce l'ha fatta il quarto operaio della "Lamina" di Milano coinvolto nell'incidente che, nel primo pomeriggio di martedì, ha portato alla morte di altri tre lavoratori dello stabilimento di Via Rho specializzato nella produzione per la laminazione a freddo di nastri di alta precisione di acciaio e titanio.
Giancarlo Barbieri, 62 anni, rimasto vittima di un'intossicazione da azoto insieme agli altri colleghi che si trovavano con lui all'interno del forno per la fusione dei metalli, dopo l'incidente era stato immediatamente ricoverato all'ospedale San Raffaele in condizioni gravissime. Alle 13.30 di oggi è stata dichiarata la morte cerebrale e, dopo le 6 ore di osservazione previste dalla prassi, ne è stato dichiarato ufficialmente il decesso.
Sulla vicenda indagano carabinieri, vigili del fuoco e tecnici dell'Ast coordinati dai magistrati del dipartimento salute e lavoro della procura. L'inchiesta è stata affidata al pm Gaetano Ruta che ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo plurimo a carico del legale rappresentante dell'azienda. Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro preventivo. Le indagini dovranno accertare come mai non sia scattato l'allarme del forno che, grazie a un apposito sensore, avrebbe dovuto segnalare la presenza di livelli di azoto superiori ai normali standard di sicurezza. Nei prossimi giorni è prevista l'autopsia sul corpo delle vittime.
Giancarlo Barbieri, 62 anni, rimasto vittima di un'intossicazione da azoto insieme agli altri colleghi che si trovavano con lui all'interno del forno per la fusione dei metalli, dopo l'incidente era stato immediatamente ricoverato all'ospedale San Raffaele in condizioni gravissime. Alle 13.30 di oggi è stata dichiarata la morte cerebrale e, dopo le 6 ore di osservazione previste dalla prassi, ne è stato dichiarato ufficialmente il decesso.
Sulla vicenda indagano carabinieri, vigili del fuoco e tecnici dell'Ast coordinati dai magistrati del dipartimento salute e lavoro della procura. L'inchiesta è stata affidata al pm Gaetano Ruta che ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo plurimo a carico del legale rappresentante dell'azienda. Lo stabilimento è stato posto sotto sequestro preventivo. Le indagini dovranno accertare come mai non sia scattato l'allarme del forno che, grazie a un apposito sensore, avrebbe dovuto segnalare la presenza di livelli di azoto superiori ai normali standard di sicurezza. Nei prossimi giorni è prevista l'autopsia sul corpo delle vittime.