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ITALIA

Il caso

Castel Volturno, la storia della strage

Il 18 settembre del 2008 sei africani vennero uccisi a Castel Volturno. Il giorno dopo scoppiò una rivolta in cui decine di stranieri  misero a ferro e fuoco la Statale Domiziana per chiedere giustizia. Per gli omicidi, Guseppe Setola (del clan dei casalesi) e gli altri killer sono stati condannati all'ergastolo

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Giuseppe Setola
Castel Volturno
La sera del 18 settembre 2008 la provincia di Caserta è scossa da una strage. Sei giovani africani vengono uccisi da un commando di camorristi. Un agguato che avviene all'interno di una sartoria sulla statale Domiziana, trasformata in un inferno. Le vittime sono tutte provenienti dal Ghana. 

Quella che verrà definita la strage di San Gennaro è preceduta da un altro omicidio a distanza di pochi chilometri. E, solo un mese prima, sempre a Castelvolturno, c'era stato un altro tentativo di strage ai danni di altri africani, usciti indenni solo per un caso. Dietro tutti questi delitti, il clan dei Casalesi, retto in quel momento dal latitante Giuseppe Setola.

Il giorno successivo alla strage di Castel Volturno, il 19 settembre, centinaia di connazionali delle vittime, scatenano una rivolta popolare a cui partecipa gran parte dell'intera comunità africana del paese. C'è un corteo di protesta che si avvia lungo la Domiziana. Gli immigrati chiedono che gli assassini vengano assicurati alla giustizia. Con la protesta gli africani bloccano e intasano il traffico autostradale per ore, rovesciando e incendiando cassonetti dell'immondizia, ribaltando e danneggiando con bastoni e clavi le automobili parcheggiate. Durante la rivolta vengono danneggiati alcuni esercizi commerciali e attaccati due autobus del comune.

Il sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo, e la prefettura di Caserta organizzano durante un incontro con alcuni membri di spicco della comunità di origine africana riportando la calma

Per fronteggiare la delicata situazione vengono immediatamente predisposti dei provvedimenti urgenti varati dal Ministero dell'Interno e dal Ministero della Difesa sulla lotta alla criminalità organizzata casertana e all'immigrazione clandestina.

Per la strage di Castel Volturno, il 30 gennaio 2014 la Suprema Corte di Cassazione conferma la condanna all'ergastolo per Giuseppe Setola, Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo e Davide Granato e la pena a 28 anni e 6 mesi di reclusione per Antonio Alluce. L'accusa per tutti è di strage con finalità terroristica con l'aggravante razzista; riconosciuta l'aggravante dell'odio razziale, viene invece esclusa quella del terrorismo.