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ECONOMIA

Contrario l'azionista di maggioranza Malacalza ma non può ignorare l'offerta

Carige. Il fondo Apollo pronto ad acquisire la maggioranza della banca e "farne un polo aggregante"

Secondo fonti finanziarie la proposta di Apollo va nel solco di un rapporto già avviato con Carige nel campo delle assicurazioni. Il cda è obbligato a prendere in considerazioni la proposta formale del fondo americano e, nel caso questa non venga accettata, gli uomini indicati da Vittorio Malacalza dovranno fornire un piano alternativo credibile e fattibile

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Il fondo Apollo sarebbe pronto a rilevare il portafoglio sofferenze e sottoscrivere successivamente un aumento di capitale della banca Carige, quindi si renderebbe disponibile a trattare e punterebbe a creare una banca indipendente con la sede mantenuta a Genova e con una funzione "di polo aggregante" che potrebbe guardare anche alle 4 banche in risoluzione (una o più) che sono in fase di cessione. È quanto riferiscono fonti finanziarie secondo cui la proposta di Apollo va nel solco di un rapporto già avviato con Carige nel campo delle assicurazioni. 

Insomma il fondo ha ogni interesse a sviluppare la banca in una prospettiva non di breve termine e speculativa e queste indiscrezioni emergono alla vigilia del nuovo cda, espressione di Vittorio Malacalza che si era opposto alla proposta del fondo. Con le nuove norme europee i poteri della vigilanza (Bce e Banca d'Italia) si sono molto rafforzati e i cda sono obbligati a prendere in considerazioni proposte formali e, nel caso queste non vengano accettate, fornire un piano alternativo credibile e fattibile.

Quindi non è escluso che altre proposte possano arrivare nelle prossime settimane. Certo i prezzi delle sofferenze, visto che un mercato non è ancora partito, li fa in buona parte il compratore allineandosi a quel 17-18% fissato per i deteriorati delle 4 banche. E anche sulla cessione delle 4 'good' bank' le proposte potrebbero essere ben al di sotto del 1,8 miliardi del valore attribuito dal Fondo di Risoluzione visti i multipli con i quali vengono valorizzate le banche italiane. Ma vista la situazione degli istituti nazionali alternative concrete, spiegano le fonti, non se ne vedono e un rinvio sine die o addirittura una cancellazione dell'operazione per motivi di difficoltà di mercato dovrebbe fare i conti con la reazione di Bruxelles.