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MONDO

Il rapporto di Amnesty International

Un gulag a cielo aperto

Testimonianze e foto satellitari mostrano l'espansione dei campi "di rieducazione" in Corea del Nord. Luoghi dove migliaia di detenuti sono torturati quotidianamente, come denuncia Amnesty International (nella foto: ​Kim Jong-un)

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Kim Jong-un
Sarebbero sempre di più i campi "rieducazione" in Corea del Nord, luoghi dove quotidianamente le persone sono torturate o uccise. A raccontare i dettagli raccapriccianti di quello che avviene in terra nordcoreana sono rifugiati ex addetti alla sicurezza in questi luoghi. Ma ci sono anche molte mappe satellitari che mostrano l'aumentare di queste strutture. 

Circa 200mila detenuti nei campi di prigionia politica
Amnesty International ha compilato un rapporto (qui la versione in inglese) sulla sistematica violazione dei diritti umani nei campi in Corea del Nord. L'associazione dei diritti umani concentra l'attenzione sui gulag noti come Kwanliso 15 e 16, la cui fama è legata al fatto di "ospitare" i prigionieri politici: nuovi caseggiati, impianti produttivi ed edifici di massima sicurezza che, secondo Amnesty, sarebbero la prova di un ampliamento dai contorni inquietanti. Sull'analisi delle immagini commissionate a DigitalGlobe, un operatore satellitare, si ipotizza che fino a 200.000 detenuti, bambini compresi, siano "richiusi in condizioni orribili in sei campi di prigionia politica". 

Basta una Bibbia per finire in un campo
Pyongyang ha sempre negato la loro esistenza, nonostante le immagini satellitari, le testimonianze di testimoni e il lavoro di mappatura fatto attraverso Google Map. Amnesty e le diverse associazioni di rifugiati nordcoreani sostengono che il destino nei campi di rieducazione può materializzarsi molto facilmente: ad esempio, la visione di programmi tv stranieri, il possesso di una Bibbia o un familiare ritenuto politicamente indesiderabile.

Le testimonianze
Nel rapporto, è ripresa la prima testimonianza di un ex ufficiale della sicurezza, indicato con il generico nome di "Mr Lee". Egli descrive l'orrore: detenuti "costretti a scavarsi la
fossa e poi uccisi con un colpo di martello dietro il collo", detenute costrette a subire stupri e poi scomparse. Prigionieri, bambini compresi, costretti a condizioni orrende e oggetto di torture ed esecuzioni improvvise.