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SALUTE

Giornata mondiale dell’Alzheimer

Epidemia di demenze. O forse no

Nuovi studi sulla diffusione delle demenze senili, tra cui la più severa è la Malattia di Alzheimer, lasciano intravedere che con particolari prevenzioni si riesce a contenere il numero di malati, o a ritardare la patologia.

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l 21 Settembre è la giornata mondiale dell’Alzheimer, malattia tra le più terribili perché svuota il malato della sua personalità, dei suoi sentimenti, della memoria, tagliandogli i ponti che lo collegano alla realtà in cui ha vissuto. Nel mondo ci sarebbero oltre 44 milioni di malati certificati, in Italia mezzo milione, ma sono cifre a spanne, perché una certa diagnosi di Alzheimer si può fare – con le attuali tecnologie - solo dopo la morte, sezionando il cervello.

Non esistono ancora farmaci efficaci per evitare che insorga questa malattia, non c’è niente che possa essere iniettato o inghiottito per recuperare le facoltà mentali che porta via: secondo Alzheimer's Disease International i malati saranno 75milioni nel 2030, 135 milioni nel 2050. Ma una speranza arriva non solo dalla ricerca scientifica, che ha supposto essere le placche mieliniche che si formano all’interno del cervello principali responsabili della malattia e quindi cerca un modo per prevenire il fenomeno o di scioglierle: studi tra generazioni attestano che in alcune zone del mondo ci si ammala di meno, soprattutto le donne, grazie a periodici ceck-up cardiovascolari.

I dati sulla diffusione della malattia decrescono in Germania, Inghilterra, Olanda, Svezia e Stati Uniti. Gli scienziati suppongono che alla base ci sia il generale livello di istruzione, e periodici controlli cardiovascolari. Di contro, povertà e quindi scarso accesso alla prevenzione, diabete, obesità, poco allenamento del cervello sono i fattori che favoriscono l’insorgere delle demenze.

Anche ispirandosi a questa filosofia, il 21 Settembre il Policlinico Gemelli di Roma inaugura un ‘Percorso Clinico Assistenziale’ per le Demenze. Un sistema di assistenza integrato e multidisciplinare, in grado di fornire al paziente con demenza un accesso e un inquadramento diagnostico e terapeutico, offrendo così un importante sostegno anche ai suoi familiari.

Il Percorso promuoverà la presa in carico e la diagnosi tempestiva con le tecnologie più avanzate per le persone con sospetto di demenza: si arriverà ad un inquadramento attraverso l’accesso preferenziale alle prime ‘visite neuropsicogeriatriche’, che vengono effettuate presso il poliambulatorio del Centro di Medicina per l’Invecchiamento – CEMI del Gemelli.

Da tempo il Policlinico romano sta seguendo questo filone di ricerca e cura, gestito dalla Clinica della Memoria dove coesistono diverse figure assistenziali - dal neurologo al geriatra allo psicologo, e poi lo psichiatra, il genetista, il neurochirurgo, il riabilitatore cognitivo, il logopedista e l’assistente sociale - che intervengono per le proprie competenze nei vari momenti della storia clinica del paziente.