Per la 'Giornata della virtù civile' in ricordo di Tommaso Padoa Schioppa
I bambini e le tasse, piccoli contribuenti crescono
Oltre 100 bambini di quarta e quinta elementare si riuniscono nell'aula consiliare del Comune di Milano per decidere come investire i soldi delle loro tasse che saranno delle monetine di cioccolato. Il professor Franco Fichera, docente di diritto tributario, prima spiegherà loro che cosa sono e a che cosa servono

Tommaso Padoa Schioppa diceva che 'le tasse sono una cosa bellissima'. Certo, in un Paese come il nostro, con una pressione fiscale molto alta e dove le cronache parlano troppo spesso di amministratori corrotti ed evasori fiscali, la frase dell'ex ministro del Tesoro potrebbe suonare inappropriata, quasi dar fastidio. Soprattutto a chi le tasse le paga, e anche salate, a fronte di servizi scadenti e a volte inefficienti.
Il motto di Padoa Schioppa ovviamente faceva riferimento a un Paese ideale, dove ognuno si assume le proprie responsabilità e paga le tasse per vivere in un ambiente pulito, con opere portate a termine, con buoni servizi per tutti, a prescindere dalla famiglia in cui nasce, abbiente o indigente che sia. La coscienza, la virtù civile sono cose che vanno un po' costruite, un po' per volta, sin da piccoli. Perchè da bambini si è come delle spugne, si assorbono i comportamenti. Quelli sbagliati e quelli giusti.
La Giornata della virtù civile, gli obiettivi
E questo è un po' il senso senso della 'Giornata della virtù civile' che si tiene oggi a Milano. Una iniziativa organizzata dall'associazione Giorgio Ambrosoli, proprio nell'anno in cui cade il 35esimo anniversario della morte dell'avvocato milanese assassinato nel 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere Michele Sindona su cui lo stesso Ambrosoli stava indagando in qualità di liquidatore.
Oltre 100 bambini delle elementari
L'iniziativa, che prevede una serie di incontri patrocinati dalla presidenza della Repubblica, vuole proprio sensibilizzare alla virtù civile, alla fedeltà fiscale di cui Ambrosoli è stato esempio e faro. In questa giornata oltre 100 bambini di quarta e quinta elementare per una volta si siederanno ai banchi dei consiglieri comunali, diventeranno amministratori e assessori che dovranno pagare le tasse e decidere come e dove stanziarle. Tutto è un gioco, ovviamente: dove i soldi sono monetine di cioccolato e può capitare che qualcuno decida di mangiarsele prima di impegnarle per pagare i tributi.
La seduta si svolge a Milano, nell'aula consiliare di Palazzo Marino. Prima di questa il professor Franco Fichera, docente di diritto tributario e già Preside della Facoltà di Giurisprudenza all'università Suor Orsola Benincasa di Napoli, spiegherà ai bambini cosa sono le tasse e a cosa servono.
Come si svolge la giornata
"L'iniziativa - spiega a Rainews.it il professore - è nata nel 2005 quando l'allora assessore all'infanzia del Comune di Roma mi chiese di spiegare le tasse ai più piccoli in un modo che fosse semplice, ma efficace. Per rappresentare il denaro scelsi delle monete di cioccolato proprio perché piace ai bambini e rinunciarci per loro è un sacrificio. Un po' come lo è per gli adulti rinunciare a parte dei loro guadagni per pagare le tasse. L'iniziativa è piaciuta molto e si è diffusa anche in altri Comuni italiani. Nel 2011 Fichera decide di scrivere un libro su questa esperienza. Un libro che si intitola "Le belle tasse. Ciò che i bambini ci insegnano sul bene comune".
Imparare giocando
"A decidere i ruoli - dice Fichera - sono gli insegnanti: ci sono 10 componenti della giunta più il capo del governo, 5 esattori e 5 amministratori, e poi cento bambini seduti ai banchi dei consiglieri. Il governo decide la tassazione; poi i bambini, per la prima volta, si confrontano con il tema della giustizia. A caso, infatti, a cisacuno di loro, vengono date 5 o 25 monete. Un po' come succede nella vita reale: perché nessuno, quando viene al mondo, sa se nascerà in una famiglia ricca o povera. Successivamente il governo delibera l'aliquota e conta l'importo incassato dalle tasse". I bambini con 25 monete si chiederannno perchè devono pagare di più rispetto agli altri. "E' una domanda che avviene di frequente. Anche in questo contesto c'è un margine di evasione. C'è infatti chi decide di mangiare le monetine prima di pagare le tasse, chi preferisce tenere qualcosa per sé e non pagare il dovuto per intero. La sanzione è morale, niente pubblico ludibrio per i piccoli evasori di cioccolato. Poi il governo delibera, ci sono 6 voci di spesa e si decide in quali settori impiegare i soldi delle tasse".
Il piccolo evasore, quindi, non viene indicato pubblicamente - come è giusto che sia - ma potrebbe vergognarsi perché non ha pagato tutte le tasse e perché qualcun altro al suo posto dovrà pagarle per lui. Questo è il senso dell'iniziativa: far sviluppare una coscienza civile, la fedeltà fiscale sin da piccoli. Perchè se tutti pagano le tasse e se gli amministratori si comportano responsabilmente, il mondo è migliore e sì che allora si può parlare di giustizia, solidarietà e convivenza civile. Concetti che non possono regnare solo nel mondo dell'immaginario, perchè è possibile realizzarli, anche solo in parte. Ma è già un passo.