Coronavirus
Caserta
Lo scrittore Gianrico Carofiglio volontario per la sperimentazione di un nuovo vaccino italiano
“Il senso di tutto questo - ha detto lo scrittore - è una dichiarazione di fiducia nella scienza"

Gianrico Carofiglio è, da ieri mattina, uno dei 900 volontari che stanno testando il vaccino italiano ReiThera e in un'intervista a Repubblica dice di non aver avuto "nessun problema".
"Stamattina, quando mi sono svegliato, non nascondo di aver provato un filo di inquietudine - chiarisce - . In questi giorni mi hanno chiamato in tanti: c’era chi mi diceva, davvero? Non hai paura? Ma molti amici hanno capito che, il mio come quello di tutti gli altri volontari, è stato un gesto di fiducia nella scienza".
Carofiglio affronta anche il tema della sfiducia dei cittadini nei vaccini, soprattutto dopo lo stop temporaneao ad AstraZeneca. "Esistono due generi di problemi - dice -. Uno riguarda, evidentemente, chi organizza la campagna vaccinale. Ed è un problema di comunicazione. L’errore che non bisogna fare in una situazione come questa è non avere una voce unica o comunque coordinata. Il pericolo è che soggetti diversi dicano cose opposte. Il problema è sorto domenica scorsa quando, giustamente, il generale Figliuolo ha detto: 'Per non buttare le dosi, vacciniamo anche il primo che passa'. Nella stessa giornata sono arrivate rassicurazioni su AstraZeneca. Ma il giorno dopo il vaccino è stato sospeso. È evidente che tutto questo produce un effetto di disorientamento".
L'invito ai cittadini è di "esercitare la loro intelligenza critica".
"Stamattina, quando mi sono svegliato, non nascondo di aver provato un filo di inquietudine - chiarisce - . In questi giorni mi hanno chiamato in tanti: c’era chi mi diceva, davvero? Non hai paura? Ma molti amici hanno capito che, il mio come quello di tutti gli altri volontari, è stato un gesto di fiducia nella scienza".
Carofiglio affronta anche il tema della sfiducia dei cittadini nei vaccini, soprattutto dopo lo stop temporaneao ad AstraZeneca. "Esistono due generi di problemi - dice -. Uno riguarda, evidentemente, chi organizza la campagna vaccinale. Ed è un problema di comunicazione. L’errore che non bisogna fare in una situazione come questa è non avere una voce unica o comunque coordinata. Il pericolo è che soggetti diversi dicano cose opposte. Il problema è sorto domenica scorsa quando, giustamente, il generale Figliuolo ha detto: 'Per non buttare le dosi, vacciniamo anche il primo che passa'. Nella stessa giornata sono arrivate rassicurazioni su AstraZeneca. Ma il giorno dopo il vaccino è stato sospeso. È evidente che tutto questo produce un effetto di disorientamento".
L'invito ai cittadini è di "esercitare la loro intelligenza critica".