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MONDO

La vicenda dei fucilieri di Marina

Marò, Italia in pressing sulle autorità indiane: De Mistura all'udienza

Per la prima volta dall'inizio della vicenda, nel febbraio 2012, domani l'inviato speciale dell'esecutivo italiano sarà in aula nella Corte suprema indiana. Il ministro della Difesa Mauro: "Abbiamo alzato i toni a livello internazionale"

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Staffan De Mistura, con i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
New Delhi (India)
Il governo italiano aumenta le pressioni a tutti i livelli alla vigilia dell’udienza fissata dalla Corte suprema indiana per la vicenda dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Domani in aula ci sarà anche l’inviato speciale dell’esecutivo per il caso dei fucilieri di Marina, Staffan de Mistura. È la prima volta che accade dall'inizio della vicenda, nel febbraio 2012.

Presente "per marcare la determinazione dell'Italia"
De Mistura ha spiegato che sarà presente "per simboleggiare e marcare anche fisicamente la determinazione dell'Italia manifestata anche in modo più che lampante dal Capo dello Stato". Questo, ha proseguito, "per ricordare ai nostri avvocati che debbono manifestare il livello di sdegno e determinazione della Repubblica italiana e per mostrare alla componente giudiziaria indiana quanto l'Italia esiga che a questa vicenda venga finalmente data una risposta". 

Il ministro della Difesa: “Abbiamo deciso di alzare i toni a livello internazionale”
In un’intervista al quotidiano La Repubblica, intanto, il ministro della Difesa Mario Mauro ha dichiarato: "Sono andato a presentarmi al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e anche a lui ho detto: 'Noi sosteniamo molte missioni militari dell'Onu, ci aiuti a far comprendere all'India che negando la libertà a due soldati italiani colpiscono lo Stato italiano e indeboliscono la lotta alla pirateria e anche al terrorismo'". Poi ha aggiunto: "Proprio per lo sconcertante comportamento delle autorità indiane abbiamo deciso di alzare i toni a livello internazionale. Non c'è altro modo, le autorità indiane sono state incoerenti e incapaci di comprendere che questo non è un affare penale, ma una questione fra Stati”.