MONDO
Restrizioni anti-covid, a Belgrado guerriglia nella notte
l governo vuole imporre un coprifuoco anti-covid dopo avr revocato le restrizioni appena prima delle elezioni. A Belgrado violenti scontri fra polizia e dimostranti di estrema destra

A Belgrado nella notte è guerriglia fra dimostranti antigovernativi e polizia nei dintorni del parlamento, obiettivo della protesta, diretta in primo luogo contro il presidente serbo Aleksandar Vucic, e il nuovo coprifuoco che sarà imposto questa settimana a causa dell'aumento dei casi COVID-19. La protesta è stata innescata dal cambiamento nella politica sulla pandemia di COVID-19. Prima delle elezioni del 21 Giugno il governo aveva rimosso praticamente tutte le restrizioni, sostenendo che il virus si fosse indebolito. Solo due settimane dopo è stato invece annunciato che la situazione era tornata a livello di calamità.
Dopo che un piccolo gruppo di manifestanti ha tentato di entrare nel parlamento, sono seguiti scontri con la polizia durante i quali sarebbero stati feriti sia i manifestanti che i poliziotti. Dopo essere stati respinti coi lacrimogeni dall'ingresso della camera, i manifestanti hanno ripiegato nelle strade e nel parco circostante dove, vicino alla chiesa di San Marco hanno dato fuoco a tre auto della polizia. Incendiati anche diversi cassonetti della nettezza urbana.
Al fitto lancio di sassi, bottiglie, petardi e altri oggetti, gli agenti in assetto antisommossa hanno risposto con ripetuti lanci di lacrimogeni, formando cordoni a difesa dell'area intorno al parlamento. È intervenuta anche la polizia a cavallo e sul luogo degli scontri stanno affluendo massicci rinforzi di agenti.
I media riferiscono di aggressioni da parte dei dimostranti ai danni di giornalisti che riprendevano gli scontri. Non lontano dal parlamento si trovano la sede della presidenza, il municipio di Belgrado e la sede della tv pubblica RTS tutti luoghi fortemente presidiati dalle forze dell'ordine.
Bosko Obradovic, capo del movimento di estrema destra 'Dveri' e uno dei leader dell'opposizione radicale, ha lanciato nella notte un appello a tutti gli oppositori nell'intero paese a raggiungere Belgrado per costringere il governo e il presidente a farsi da parte. "Tutta la Serbia deve confluire a Belgrado. Ora o mai", ha scritto Obradovic su Twitter. "Solo una grande massa di popolo può favorire il cambiamento", ha aggiunto.
Dopo che un piccolo gruppo di manifestanti ha tentato di entrare nel parlamento, sono seguiti scontri con la polizia durante i quali sarebbero stati feriti sia i manifestanti che i poliziotti. Dopo essere stati respinti coi lacrimogeni dall'ingresso della camera, i manifestanti hanno ripiegato nelle strade e nel parco circostante dove, vicino alla chiesa di San Marco hanno dato fuoco a tre auto della polizia. Incendiati anche diversi cassonetti della nettezza urbana.
Al fitto lancio di sassi, bottiglie, petardi e altri oggetti, gli agenti in assetto antisommossa hanno risposto con ripetuti lanci di lacrimogeni, formando cordoni a difesa dell'area intorno al parlamento. È intervenuta anche la polizia a cavallo e sul luogo degli scontri stanno affluendo massicci rinforzi di agenti.
I media riferiscono di aggressioni da parte dei dimostranti ai danni di giornalisti che riprendevano gli scontri. Non lontano dal parlamento si trovano la sede della presidenza, il municipio di Belgrado e la sede della tv pubblica RTS tutti luoghi fortemente presidiati dalle forze dell'ordine.
Bosko Obradovic, capo del movimento di estrema destra 'Dveri' e uno dei leader dell'opposizione radicale, ha lanciato nella notte un appello a tutti gli oppositori nell'intero paese a raggiungere Belgrado per costringere il governo e il presidente a farsi da parte. "Tutta la Serbia deve confluire a Belgrado. Ora o mai", ha scritto Obradovic su Twitter. "Solo una grande massa di popolo può favorire il cambiamento", ha aggiunto.