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POLITICA

Festa de "Il Foglio"

Terrorismo. Minniti: è concreta l'ipotesi che i foreign fighters possano arrivare con i barconi

"Un anno fa - spiega il ministro dell'Interno - avrei detto 'no ". Sui risultati scarsi ottenuti dall'Ue in chiave anti-terrorismo, Minniti spiega la sua versione: "So perfettamente che l'Europa poteva fare di più, ma anche l'Italia doveva fare qualcosa, per questo ci siamo mossi. Per questo abbiamo fatto un accordo col governo libico per concludere un accordo su immigrazione e terrorismo, per questo abbiamo incontrato le tribù"

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"Abbiamo migliaia di foreign fighter, per fortuna in Italia si parla di cifre vicino al 100. Abbiamo però migliaia di foreign fighters partiti dall'Africa. Un anno fa se mi avessero chiesto se i foreign fighters sarebbero potuti venire in Italia in barca, avrei risposto 'no'. Ora invece è un'ipotesi concreta. Da qui l'ossessione in questi dieci mesi per il confine meridionale della Libia. Il confine meridionale della Libia è sempre più il confine meridionale dell'Italia". Lo ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti, oggi a Firenze, intervenendo alla festa del quotidiano "Il Foglio".

"La caduta di Raqqa - ha aggiunto - è molto importante. Non dobbiamo essere troppo facili nel valutare quello che è avvenuto. In poco più di tre anni abbiamo avuto un evoluzione di Islamic state che non era scontata. Islamic state aveva due punti: la capacità di sviluppare campagne militari e fare attività di carattere terroristico. Oggi Islamic state è stata colpita al cuore. E' caduta Mosul e Raqqa. Islamic State è morta? E' finita la minaccia? No, perchè quando una struttura è colpita al cuore, può cercare di dimostrare di essere ancora forte e rispondere con azioni terroristiche".

"Siamo in una seconda fase - ha proseguito - di Islamic State. Va fatto un doppio movimento. Il primo movimento è come gestire il dopo iniziativa militare in Siria ed Iraq. Facciamo parte di coalizioni internazionali che sono state brave a vincere sul terreno, e molto meno bravi a vincere fuori dal terreno. Noi dobbiamo stare attenti dal punto di vista politico e diplomatico dopo tutto ciò. Dobbiamo curare con attenzione maniacale sul piano della cooperazione questi aspetti. L'altro movimento che dobbiamo fare è guardare ai foreign fighters. Ne abbiamo discusso al G7, gli amici americani e giapponesi erano preoccupati come noi su questo".



Sui risultati scarsi ottenuti dall'Ue in chiave anti-terrorismo, Minniti spiega la sua versione: "So perfettamente che l'Europa poteva fare di più, ma anche l'Italia doveva fare qualcosa, per questo ci siamo mossi. Per questo abbiamo fatto un accordo col governo libico per concludere un accordo su immigrazione e terrorismo, per questo abbiamo incontrato le tribù. Si è costruito un percorso che ha fatto diventare l'Italia punto di contatto tra Europa e Africa settentrionale. Abbiamo chiamato gli altri a misurarsi coi nostri problemi. Se oggi l'Italia è meno sola è perché l'Italia ha fatto. Bisogna fare, e poi raccontare quello che si è fatto. Non si può costruire una collaborazione se gli altri non vedono che tu per primo credi in quello che stai facendo, nessuno ti segue se non sanno dove tu stai andando".