ECONOMIA
Termini Imerese
Blutec, mobilitazione a oltranza. "Governo chiami al tavolo Fca"
Operai forzano cancelli, assemblea in fabbrica. Nessuna tensione con le Forze dell'ordine
Partecipazione massiccia dei lavoratori dello stabilimento Blutec di Termini Imerese al presidio davanti ai cancelli, organizzato dai sindacati il giorno dopo l'arresto del presidente e dell'amministratore delegato dell'azienda e il sequestro della fabbrica.
All'interno i dipendenti hanno aderito a uno sciopero di quattro ore. La mobilitazione va avanti a oltranza. Nel pomeriggio tutti in municipio per un incontro con i sindaci del territorio. Non hanno intenzione di fermarsi le tute blu.
Gli operai hanno forzato i cancelli della Blutec a Termini Imerese entrando all'interno della fabbrica per fare un'assemblea. Non c'è stata alcuna tensione con le forze dell'ordine che presidiano lo stabilimento.
Legali Ginatta: mai sottratto fondi pubblici
È "molto arduo immaginare una preordinata macchinazione per sottrarre fondi pubblici nettamente inferiori ai costi già ad oggi sostenuti in proprio per la reindustrializzazione del sito e i relativi progetti occupazionali". Lo studio legale torinese Grande Stevens respinge "con forza" le accuse nei confronti di Blutec e dell'ad Roberto Ginatta. E annuncia di avere già assunto le necessarie iniziative per dimostrare la loro oggettiva infondatezza e per rimettere l'azienda nelle mani dei legittimi titolari.
Sindacati: governo ci convochi
"I lavoratori non si fermeranno - conferma il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella - fino a quando il governo non ci convoca per chiarire cosa accade ora e come intendono tutelare i lavoratori. Non possiamo sostenere questa situazione senza sapere se l'azienda in mano al commissario giudiziario è in grado di operare davvero. Ci convochino subito, chiamino Fca che era presente alla riunione nella quale partì il progetto Blutec e mettano nero su bianco un reale piano di rilancio".
Nel pomeriggio di ieri si era svolta una assemblea degli operai di Termini Imerese nello stabilimento Blutec, da ieri mattina sequestrato, come gli altri impianti in Italia della società il cui management è stato arrestato. Quasi una presa di possesso della fabbrica il cui futuro è più incerto che mai.
Un gruppo di operai ieri sera aveva forzato i cancelli della fabbrica riuscendo a entrare nello stabilimento per partecipare all'assemblea con i segretari di Fim, Fiom e Uilm. Ma la 'occupazione' era durata solo poco meno di un'ora. I dipendenti sono poi usciti dalla fabbrica.

L'arresto dei vertici di Blutec fa 'drizzare le antenne' al governo. A fine febbraio allo stabilimento di Termini Imerese era arrivato in prima persona il vicepremier Luigi Di Maio per annunciare la proroga degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, per invitare l'azienda a rispettare gli impegni presi. Ora, dopo il blitz della guardia di finanza, la priorità è solo e soltanto quella del futuro degli operai. “Era una situazione molto delicata e ora si dovrà lavorare per mettere in sicurezza i lavoratori – ha detto ieri il premier Giuseppe Conte – sono convinto che con l'appoggio di tutto il governo troveremo una soluzione”.
Più dure nei confronti dei vertici dell'azienda erano state le parole di Luigi Di Maio. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico gli arresti del management Blutec “confermano alcune perplessità delle parti sui piani d'investimento”. I circa 700 lavoratori, le vittime di questa storia, “non saranno abbandonati”, ha promesso. Per questo motivo il ministro ha annunciato di aver già dato mandato agli uffici preposti di contattare l'amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali. “Lo stato è dalla loro parte”, ha ribadito ancora Di Maio.
Fari puntati sulla questione anche da parte degli imprenditori e dei sindacati. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si è detto “colpito” dagli arresti, ma “se ci sono delle anomalie, ben venga un intervento della magistratura”.
Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, dal canto suo ha parlato di fatto “molto grave” invitando il ministro Di Maio a “riconvocare le parti al Mise, dove sono stati fatti gli accordi, per affrontare la situazioni in tempi rapidi”. Il compito del governo, spiega ancora, è quello di “farsi garante di tutelare i livelli occupazionali”. Un punto di vista condiviso anche dalla Fiom che definisce quello presentato a suo tempo dagli amministratori Blutec come “un piano industriale di carta”. Una sorta di campanello d'allarme prima dell'intervento delle forze dell'ordine.
All'interno i dipendenti hanno aderito a uno sciopero di quattro ore. La mobilitazione va avanti a oltranza. Nel pomeriggio tutti in municipio per un incontro con i sindaci del territorio. Non hanno intenzione di fermarsi le tute blu.
Gli operai hanno forzato i cancelli della Blutec a Termini Imerese entrando all'interno della fabbrica per fare un'assemblea. Non c'è stata alcuna tensione con le forze dell'ordine che presidiano lo stabilimento.
Legali Ginatta: mai sottratto fondi pubblici
È "molto arduo immaginare una preordinata macchinazione per sottrarre fondi pubblici nettamente inferiori ai costi già ad oggi sostenuti in proprio per la reindustrializzazione del sito e i relativi progetti occupazionali". Lo studio legale torinese Grande Stevens respinge "con forza" le accuse nei confronti di Blutec e dell'ad Roberto Ginatta. E annuncia di avere già assunto le necessarie iniziative per dimostrare la loro oggettiva infondatezza e per rimettere l'azienda nelle mani dei legittimi titolari.
Sindacati: governo ci convochi
"I lavoratori non si fermeranno - conferma il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella - fino a quando il governo non ci convoca per chiarire cosa accade ora e come intendono tutelare i lavoratori. Non possiamo sostenere questa situazione senza sapere se l'azienda in mano al commissario giudiziario è in grado di operare davvero. Ci convochino subito, chiamino Fca che era presente alla riunione nella quale partì il progetto Blutec e mettano nero su bianco un reale piano di rilancio".
Nel pomeriggio di ieri si era svolta una assemblea degli operai di Termini Imerese nello stabilimento Blutec, da ieri mattina sequestrato, come gli altri impianti in Italia della società il cui management è stato arrestato. Quasi una presa di possesso della fabbrica il cui futuro è più incerto che mai.
Un gruppo di operai ieri sera aveva forzato i cancelli della fabbrica riuscendo a entrare nello stabilimento per partecipare all'assemblea con i segretari di Fim, Fiom e Uilm. Ma la 'occupazione' era durata solo poco meno di un'ora. I dipendenti sono poi usciti dalla fabbrica.

L'arresto dei vertici di Blutec fa 'drizzare le antenne' al governo. A fine febbraio allo stabilimento di Termini Imerese era arrivato in prima persona il vicepremier Luigi Di Maio per annunciare la proroga degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, per invitare l'azienda a rispettare gli impegni presi. Ora, dopo il blitz della guardia di finanza, la priorità è solo e soltanto quella del futuro degli operai. “Era una situazione molto delicata e ora si dovrà lavorare per mettere in sicurezza i lavoratori – ha detto ieri il premier Giuseppe Conte – sono convinto che con l'appoggio di tutto il governo troveremo una soluzione”.
Più dure nei confronti dei vertici dell'azienda erano state le parole di Luigi Di Maio. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico gli arresti del management Blutec “confermano alcune perplessità delle parti sui piani d'investimento”. I circa 700 lavoratori, le vittime di questa storia, “non saranno abbandonati”, ha promesso. Per questo motivo il ministro ha annunciato di aver già dato mandato agli uffici preposti di contattare l'amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali. “Lo stato è dalla loro parte”, ha ribadito ancora Di Maio.
Fari puntati sulla questione anche da parte degli imprenditori e dei sindacati. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si è detto “colpito” dagli arresti, ma “se ci sono delle anomalie, ben venga un intervento della magistratura”.
Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, dal canto suo ha parlato di fatto “molto grave” invitando il ministro Di Maio a “riconvocare le parti al Mise, dove sono stati fatti gli accordi, per affrontare la situazioni in tempi rapidi”. Il compito del governo, spiega ancora, è quello di “farsi garante di tutelare i livelli occupazionali”. Un punto di vista condiviso anche dalla Fiom che definisce quello presentato a suo tempo dagli amministratori Blutec come “un piano industriale di carta”. Una sorta di campanello d'allarme prima dell'intervento delle forze dell'ordine.