EUROPA
Lunedì si chiude l'iter
Brexit: anche Lord dicono no al "no deal". Nuova sconfitta per Johnson che ora punta alle elezioni
Dopo il voto dei Comuni, anche la Camera dei Lord si dice contraria a un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea senza nessun tipo di accordo. Lunedì la regina Elisabetta firmerà la legge approvata dalle due Camere. Nello stesso giorno Johnson chiederà di andare al voto anticipato

La Camera dei Lord ha approvato in via definitiva il testo di legge che punta a bloccare una uscita del Regno Unito dall'Unione europea senza accordo. Si tratta di una nuova "sconfitta" per il primo ministro, Boris Johnson, che si era opposto a questa iniziativa. La legge che chiede a Johnson di sollecitare a Bruxelles un rinvio di tre mesi della Brexit (prevista per il 31 ottobre 2019), dovrebbe entrare in vigore lunedì prossimo, dopo l'approvazione della regina Elisabetta II.
L'iter della legge
Il passaggio della legge è stato completato alla Camera dei Lord dopo che era stata promossa ai Comuni dalle opposizioni e da un gruppo di Tory dissidenti. Ora non resta che il "Royal assent" e il deposito a Westminster previsto per lunedì, ovvero lo stesso giorno in cui il governo Johnson intende riproporre una mozione in favore del voto politico anticipato a metà ottobre.
Opposizioni unite
Su questa mozione le opposizioni sembrano orientate a far mancare il quorum. Lo ha ribadito oggi la titolare degli esteri del governo ombra laburista, Emily Thornberry, a margine di un incontro in teleconferenza tenuto dal leader del suo partito, Jeremy Corbyn, con i responsabili parlamentari di tutte le altre forze di opposizione per coordinare le posizioni. Incontro in cui è stata ribadita la volontà di garantire prima lo stop al richio di una brexit senza accordo (no deal). Il sospetto di Corbyn che gli indipendentisti scozzesi dell'Snp si possano alla fine sfilare dando l'ok al voto immediato - nel timore che gli elettori interpretino la tattica della dilazione come una forma di paura, come Johnson già imputa agli oppositori - è stato intanto per ora smentito dal capogruppo a Westminster di questa formazione, la terza per consistenza ai Comuni dopo Tory e Labour, Ian Blackford.
Sospensione lavori parlamentari
La sospensione del Parlamento è legale e l'istanza contro la decisione del primo ministro Boris Johnson di sospenderne i lavori è stata respinta. Lo hanno deciso i giudici dell'Alta Corte. Il caso, scrive il sito della Bbc, è stato presentato dalla donna d'affari Gina Miller sostenitrice di come la mossa rappresentasse "un abuso di potere illegale". Rigettando l'istanza della signora Miller, Lord Justice Burnett ha però detto di potersi appellare immediatamente a causa degli importanti punti di diritto in gioco. L'appello dovrebbe essere ascoltato dalla Corte Suprema il 17 settembre prossimo. Un'analoga impugnazione legale ascoltata alla Corte di Sessione di Edimburgo mercoledì scorso era fallita, mentre un'altra azione legale è in corso in Irlanda del Nord per impedire la sospensione del Parlamento. "Il mio gruppo ed io non abbandoneremo mai la battaglia per la democrazia - ha dichiarato ai media Gina Miller -. Abbandonare ora significherebbe mancare al nostro dovere, invece vogliamo continuare a batterci per il mondo e le future generazioni".
E' già campagna elettorale
Intanto Boris Johnson fa già campagna elettorale nella Scozia anti brexit: vede la regina e stanzia 200 milioni di sterline per gli agricoltori locali. Johnson vuole spingere le opposizioni a dare l'ok alla nuova mozione in favore del voto annunciata dal governo ai comuni per lunedì prossimo. Nel corso della visita lampo scozzese, Johnson ha in programma un incontro con la regina nel castello di Balmoral, ma soprattutto intende far leva sulla promessa di oltre 200 milioni di sterline (160 stanziati ieri, altri 51 entro due anni) da destinare in vista della brexit a sostegno dell'agricoltura in Scozia.
L'iter della legge
Il passaggio della legge è stato completato alla Camera dei Lord dopo che era stata promossa ai Comuni dalle opposizioni e da un gruppo di Tory dissidenti. Ora non resta che il "Royal assent" e il deposito a Westminster previsto per lunedì, ovvero lo stesso giorno in cui il governo Johnson intende riproporre una mozione in favore del voto politico anticipato a metà ottobre.
Opposizioni unite
Su questa mozione le opposizioni sembrano orientate a far mancare il quorum. Lo ha ribadito oggi la titolare degli esteri del governo ombra laburista, Emily Thornberry, a margine di un incontro in teleconferenza tenuto dal leader del suo partito, Jeremy Corbyn, con i responsabili parlamentari di tutte le altre forze di opposizione per coordinare le posizioni. Incontro in cui è stata ribadita la volontà di garantire prima lo stop al richio di una brexit senza accordo (no deal). Il sospetto di Corbyn che gli indipendentisti scozzesi dell'Snp si possano alla fine sfilare dando l'ok al voto immediato - nel timore che gli elettori interpretino la tattica della dilazione come una forma di paura, come Johnson già imputa agli oppositori - è stato intanto per ora smentito dal capogruppo a Westminster di questa formazione, la terza per consistenza ai Comuni dopo Tory e Labour, Ian Blackford.
Sospensione lavori parlamentari
La sospensione del Parlamento è legale e l'istanza contro la decisione del primo ministro Boris Johnson di sospenderne i lavori è stata respinta. Lo hanno deciso i giudici dell'Alta Corte. Il caso, scrive il sito della Bbc, è stato presentato dalla donna d'affari Gina Miller sostenitrice di come la mossa rappresentasse "un abuso di potere illegale". Rigettando l'istanza della signora Miller, Lord Justice Burnett ha però detto di potersi appellare immediatamente a causa degli importanti punti di diritto in gioco. L'appello dovrebbe essere ascoltato dalla Corte Suprema il 17 settembre prossimo. Un'analoga impugnazione legale ascoltata alla Corte di Sessione di Edimburgo mercoledì scorso era fallita, mentre un'altra azione legale è in corso in Irlanda del Nord per impedire la sospensione del Parlamento. "Il mio gruppo ed io non abbandoneremo mai la battaglia per la democrazia - ha dichiarato ai media Gina Miller -. Abbandonare ora significherebbe mancare al nostro dovere, invece vogliamo continuare a batterci per il mondo e le future generazioni".
E' già campagna elettorale
Intanto Boris Johnson fa già campagna elettorale nella Scozia anti brexit: vede la regina e stanzia 200 milioni di sterline per gli agricoltori locali. Johnson vuole spingere le opposizioni a dare l'ok alla nuova mozione in favore del voto annunciata dal governo ai comuni per lunedì prossimo. Nel corso della visita lampo scozzese, Johnson ha in programma un incontro con la regina nel castello di Balmoral, ma soprattutto intende far leva sulla promessa di oltre 200 milioni di sterline (160 stanziati ieri, altri 51 entro due anni) da destinare in vista della brexit a sostegno dell'agricoltura in Scozia.