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MONDO

Monarchia o Repubblica?

Juan Carlos di Spagna lascia il trono al figlio Felipe. Migliaia in piazza chiedono un referendum

Il re di Spagna ha annunciato in un messaggio in tv che abdicherà a favore del figlio, 46 anni, che salirà al trono come Felipe VI. Storico passo dopo 39 anni di regno. Migliaia sfilano per reclamare un referendum su monarchia e repubblica in una cinquantina di strade e piazze spagnole

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Madrid
A 76 anni e alle soglie dei 40 anni di regno, Juan Carlos I di Spagna, il monarca della transizione che traghettò la Spagna dal franchismo alla democrazia, lascia. Passa il testimone al figlio Felipe, a "una nuova generazione che reclama il ruolo di protagonista per affrontare con rinnovata intensità le sfide future". A comunicarlo - in un messaggio di cinque minuti a reti unificate alla nazione, dopo l'annuncio istituzionale fatto dal premier Mariano Rajoy in mattinata - è stato lo stesso Juan Carlos, senza nascondere la "singolare emozione" per il passo storico. "A breve le Cortes spagnole procederanno alla proclamazione come re di Spagna dell'attuale principe delle Asturie" ha assicurato Rajoy nell'annunciare già per oggi la convocazione di un Consiglio dei ministri straordinario per l'approvazione di una legge organica sulla successione, che dovrà stabilire lo statuto del re abdicato, come stabilito dalla costituzione. Un processo che culminerà con l'investitura del principe delle Asturie, 46 anni, come Felipe VI di Spagna, che avverrà entro il mese di giugno. "Mio figlio Felipe incarna la stabilità, ha la maturità, la preparazione e il senso di responsabilità necessario per assumere le funzioni di Capo dello Stato e aprire una nuova fase", ha rimarcato Juan Carlos nel passare le consegne alla fine di una parabola che l'ha portato dagli altari alle ceneri.

Repubblica o monarchia? Manifestazioni in tutta la Spagna
L'annuncio dell'abdicazione ha suscitato reazioni immediate nel mondo politico. A parte le lodi e la gratitudine espressa a Juan Carlos dai partiti tradizionali, Izquierda Unida e i partiti di sinistra come Equo o indipendentisti come Erc, sono tornati a chiedere un referendum su monarchia o repubblica. E, in serata, alcune migliaia di spagnoli ha raccolto l'invito di Podemos, il partito degli 'indignados' uscito con 5 seggi dalle urne, a manifestare a sostegno del referendum nella centrale Puerta del Sol, a Madrid. Almeno 20.000 manifestanti, secondo fonti di polizia citate dai media. Altri 5.000 manifestanti si sono concentrati in plaza de Catalunya a Barcellona.

La storia di re Juan Carlos
Il re nato nell'esilio paterno nel 1938 a Roma, investito da Francisco Franco, fin dalla morte del dittatore ha contribuito a consolidare, durante oltre tre decenni, un sistema democratico in Spagna, dopo essersi guadagnato un posto nella storia per aver fermato il tentato colpo di Stato di Tejero dell'81. Ancora nel 2005, in occasione del 30° anniversario della monarchia, la maggioranza degli spagnoli, 'juancarlisti', lo celebravano come l'artefice di "un successo indiscutibile", con il Paese solidamente attestato fra i dieci europei più prosperi.

La crisi economica
Un lustro dopo, la situazione è completamente ribaltata. Nella debole ripresa dalla lunga crisi economica, con sei milioni di disoccupati, la fragilità mostrata dal sistema delle autonomie con la sfida indipendentista catalana, la corruzione che colpisce le maggiori istituzioni dello Stato, la monarchia è diventata parte del problema. Progressivamente è caduto il patto del silenzio mantenuto dai media sulle imprese del re 'mujerego', donnaiolo, cui i biografi non autorizzati attribuiscono oltre 1.500 amanti. Ma non sono stati i segreti d'alcova, tollerati dai sudditi indulgenti, a colpire il monarca sulla linea di galleggiamento, quanto le amicizie pericolose, la mancanza di trasparenza nelle finanze della corona, e l'accusa di corruzione e malversazione di fondi per lo scandalo finanziario dell'Istituto Noos, che ha coinvolto il genero di Juan Carlos, Iúaki Urdangarin, e per il quale rischia il rinvio a giudizio l'infanta Cristina: sarebbe il primo membro della famiglia reale a finire sul banco degli imputati.

A nudo il re 
La sfortunata battuta di caccia all'elefante in Botswana, nell'aprile scorso, proprio mentre la Spagna era sull'orlo del crack economico, ha messo a nudo il re. Un imbarazzante safari che non sarebbe venuto a galla se non fosse stato per la frattura di un femore che costrinse il monarca - accompagnato dalla quarantenne principessa teutonica, Corinna Sayn-Wittgenstein - al rimpatrio d'urgenza. "Mi spiace molto, mi sono sbagliato e non succederà più", furono le scuse pubbliche rese da Juan Carlos con gli occhi umidi davanti alle telecamere.

Rinnovare la monarchia
Al 46enne Felipe, moderato, discreto e prudente, tocca ora la sfida di rinnovare l'istituzione in senso democratico e popolare. E conquistarsi lo scettro di Felipe VI, promuovendo una seconda Transizione per far fronte alla disaffezione dei cittadini emersa dalle urne alle ultime europee, col voto di castigo ai principali partiti PP e Psoe, alle tensioni indipendentiste e all'aumento delle disuguaglianze prodotto dalla crisi economica. Con Letizia, giornalista televisiva sposata dieci anni fa, Felipe non ha mai smesso di prepararsi per la successione al trono di Juan Carlos e Sofia. I principi delle Asturie hanno già assicurato la continuità della corona con la nascita delle due figlie. Ma ora sono chiamati al delicato compito di salvare una monarchia uscita a pezzi da una crisi senza precedenti. Non sarà facile.