MONDO
Discorso alla sessione del Cio
Olimpiade di Sochi, Ban Ki-moon: "Il mondo si sollevi contro gli attacchi ai gay"
Il segretario generale dell'Onu entra nella polemica che sta infiammando la vigilia dei Giochi invernali. Nel mirino una legge approvata nel giugno scorso in Russia. Poi rilancia: "Rispettare la tregua olimpica". Il vicepremier russo: "No a propaganda omosessuale durante l'Olimpiade"

Il mondo deve sollevarsi “contro gli attacchi a lesbiche e gay”. Nel suo intervento alla sessione odierna del Comitato olimpico internazionale, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon entra a gamba tesa nelle polemiche che stanno accendendo la vigilia dell’Olimpiade invernale di Sochi.
"Dobbiamo alzare la voce"
“Molti atleti professionisti gay e eterosessuali sono contro i pregiudizi”, ha detto Ban Ki-moon. “Tutti noi dobbiamo alzare la nostra voce contro gli attacchi alle lesbiche, ai gay, ai bisessuali, ai trans e agli intersessuali. "Ci dobbiamo opporre agli arresti, alle incarcerazioni, alle restrizioni discriminatorie". Una posizione in linea con quella del presidente del Cio Thomas Bach, che martedì a Sochi aveva dichiarato che tutti devono lottare contro “le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale o altri pregiudizi”. Lo sport, aveva aggiunto Bach, non dovrebbe comunque essere “una tribuna per la dissidenza politica”.
Nel mirino una legge promulgata in giugno da Putin
A scatenare le polemiche è stata in particolare una legge promulgata nel giugno scorso dal presidente russo, Vladimir Putin. Il provvedimento punisce anche con la prigione la “propaganda” dell’omosessualità davanti ai minori.
"Rispettare la tregua olimpica"
Nel suo discorso, Ban Ki-moon ha rilanciato anche l'appello ad osservare una tregua olimpica durante i Giochi. "Gli atleti - ha detto - mandano un messaggio unito che la gente e le nazioni possono mettere da parte le loro differenze: se lo fanno nelle arene sportive di Sochi, i leader dei combattenti dovrebbero fare lo stesso nelle aree internazionale di conflitto".
Il vicepremier russo: "No a propaganda gay"
Sulla questione della legge sui gay la posizione del governo russo rimane rigida. Il vicepremier russo, Dmitry Kozak, ha messo in guardia spettatori e atleti contro la promozione dei diritti degli omosessuali durante i Giochi. "Fare propaganda politica nel corso di un evento sportivo è contrario alla Carta olimpica e alla legge russa", ha detto.
"Dobbiamo alzare la voce"
“Molti atleti professionisti gay e eterosessuali sono contro i pregiudizi”, ha detto Ban Ki-moon. “Tutti noi dobbiamo alzare la nostra voce contro gli attacchi alle lesbiche, ai gay, ai bisessuali, ai trans e agli intersessuali. "Ci dobbiamo opporre agli arresti, alle incarcerazioni, alle restrizioni discriminatorie". Una posizione in linea con quella del presidente del Cio Thomas Bach, che martedì a Sochi aveva dichiarato che tutti devono lottare contro “le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale o altri pregiudizi”. Lo sport, aveva aggiunto Bach, non dovrebbe comunque essere “una tribuna per la dissidenza politica”.
Nel mirino una legge promulgata in giugno da Putin
A scatenare le polemiche è stata in particolare una legge promulgata nel giugno scorso dal presidente russo, Vladimir Putin. Il provvedimento punisce anche con la prigione la “propaganda” dell’omosessualità davanti ai minori.
"Rispettare la tregua olimpica"
Nel suo discorso, Ban Ki-moon ha rilanciato anche l'appello ad osservare una tregua olimpica durante i Giochi. "Gli atleti - ha detto - mandano un messaggio unito che la gente e le nazioni possono mettere da parte le loro differenze: se lo fanno nelle arene sportive di Sochi, i leader dei combattenti dovrebbero fare lo stesso nelle aree internazionale di conflitto".
Il vicepremier russo: "No a propaganda gay"
Sulla questione della legge sui gay la posizione del governo russo rimane rigida. Il vicepremier russo, Dmitry Kozak, ha messo in guardia spettatori e atleti contro la promozione dei diritti degli omosessuali durante i Giochi. "Fare propaganda politica nel corso di un evento sportivo è contrario alla Carta olimpica e alla legge russa", ha detto.