ITALIA
Inchiesta appalti truccati
Infrastrutture Lombarde, Sala: "Nessun coinvolgimento di Expo 2015"
"Avendo Infrastrutture Lombarde spa gestito più lavori, tra cui la piastra, bisognerà pensare cosa fare, per questo chiederemo di essere supportati e oggi vedrò per questo il presidente della Regione Lombardia e il sindaco di Milano per essere supportato e per capire come agire". Così il commissario di Expo 2015, Giuseppe Sala
Il commissario straordinario di Expo Spa, Giuseppe Sala, chiama tutti alla "responsabilità", perché ci si rimbocchi le maniche e si trovi una soluzione per far sì che la macchina Expo non sia rallentata o messa in crisi dall'indagine della Procura di Milano che ha portato all'arresto di otto persone, tra le quali il dg dimissionario di Infrastrutture lombarde Antonio Rognoni.
Sala: nessun coinvolgimento di Expo
Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di otto persone, tra le quali il dg dimissionario di Infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni, "non c'è nessun coinvolgimento diretto di Expo", ha dichiarato il commissario e amministratore delegato di Expo Spa, Giuseppe Sala. Al termine di un incontro con il Prefetto, durante il quale, ha riferito Sala, si è proceduto ad uno scambio di informazioni ("ognuno di noi - ha spiegato - sa una parte della storia, e forse neanche tutta"), il commissario ha sottolineato che "ad oggi non ci sono inchieste che hanno toccato il nostro operato. Ho sempre messo la mia faccia, quella dei miei - ha aggiunto -. Qualora ci fossero coinvolgimenti diretti di Expo Spa - ha aggiunto - veramente non vale la pena gestire un evento così complesso se non ne rispetto della legalità e anche la mia posizione personale sarebbe assolutamente a disposizione".
Sala: chiederò il supporto delle istituzioni
Sala si è detto preoccupato più dall'avanzamento dei lavori che dalle questioni giudiziarie legate all'esposizione universale. "Avendo Infrastrutture Lombarde spa gestito più lavori, tra cui la piastra, bisognerà pensare cosa fare, per questo chiederemo di essere supportati e oggi vedrò per questo il presidente della Regione Lombardia e il sindaco di Milano per essere supportato e per capire come agire. Al momento sono molto più preoccupato della prosecuzione dei lavori che delle tematiche di natura giudiziaria" ha detto il commissario di Expo.
L'inchiesta sugli appalti
Appalti truccati in modo da essere aggiudicati sistematicamente a "una ristretta cerchia di professionisti" in spregio alle procedure previste dalla legge, ai principi di trasparenza e ai criteri del minor aggravio di spesa per gli enti pubblici. C'è questo alla base del sistema di illeciti che ieri ha decapitato i vertici di 'Infrastrutture Lombarde' la controllata della Regione Lombardia per la realizzazione di opere come ospedali, scuole ma anche il nuovo Pirellone, incaricata di conferire consulenze e assistenze legali stragiudiziali e assistenza tecnica-amministrativa per lavori legati a Expo con investimenti previsti per 11 miliardi. Tra i vari appalti pilotati, oltre a quello da 210 milioni all'ospedale san Gerardo di Monza, per l'abbattimento di alcuni edifici a Pieve Emanuele (dal quale è nata l'indagine) e la riqualificazione dell'area, spuntano anche "i comportamenti di favore assicurati per lungo tempo - annota il gip - alla società Poliedrika srl delle sorelle Erica e Monica Daccò", figlie del faccendiere in carcere per i casi San Raffaele e Maugeri. E poi ancora due gare che riguardano Expo (non coinvolta nell'indagine): una assegnata all'avvocato Leo per 1,2 milioni e l'altra al suo collega Magrì in realtà dalla società Arexpo spa. Quanto poi alla realizzazione del palazzo Lombardia (il nuovo Pirellone) il gip parla di "clamoroso e spudorato conflitto di interessi".
Sala: nessun coinvolgimento di Expo
Nell'inchiesta che ha portato all'arresto di otto persone, tra le quali il dg dimissionario di Infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni, "non c'è nessun coinvolgimento diretto di Expo", ha dichiarato il commissario e amministratore delegato di Expo Spa, Giuseppe Sala. Al termine di un incontro con il Prefetto, durante il quale, ha riferito Sala, si è proceduto ad uno scambio di informazioni ("ognuno di noi - ha spiegato - sa una parte della storia, e forse neanche tutta"), il commissario ha sottolineato che "ad oggi non ci sono inchieste che hanno toccato il nostro operato. Ho sempre messo la mia faccia, quella dei miei - ha aggiunto -. Qualora ci fossero coinvolgimenti diretti di Expo Spa - ha aggiunto - veramente non vale la pena gestire un evento così complesso se non ne rispetto della legalità e anche la mia posizione personale sarebbe assolutamente a disposizione".
Sala: chiederò il supporto delle istituzioni
Sala si è detto preoccupato più dall'avanzamento dei lavori che dalle questioni giudiziarie legate all'esposizione universale. "Avendo Infrastrutture Lombarde spa gestito più lavori, tra cui la piastra, bisognerà pensare cosa fare, per questo chiederemo di essere supportati e oggi vedrò per questo il presidente della Regione Lombardia e il sindaco di Milano per essere supportato e per capire come agire. Al momento sono molto più preoccupato della prosecuzione dei lavori che delle tematiche di natura giudiziaria" ha detto il commissario di Expo.
L'inchiesta sugli appalti
Appalti truccati in modo da essere aggiudicati sistematicamente a "una ristretta cerchia di professionisti" in spregio alle procedure previste dalla legge, ai principi di trasparenza e ai criteri del minor aggravio di spesa per gli enti pubblici. C'è questo alla base del sistema di illeciti che ieri ha decapitato i vertici di 'Infrastrutture Lombarde' la controllata della Regione Lombardia per la realizzazione di opere come ospedali, scuole ma anche il nuovo Pirellone, incaricata di conferire consulenze e assistenze legali stragiudiziali e assistenza tecnica-amministrativa per lavori legati a Expo con investimenti previsti per 11 miliardi. Tra i vari appalti pilotati, oltre a quello da 210 milioni all'ospedale san Gerardo di Monza, per l'abbattimento di alcuni edifici a Pieve Emanuele (dal quale è nata l'indagine) e la riqualificazione dell'area, spuntano anche "i comportamenti di favore assicurati per lungo tempo - annota il gip - alla società Poliedrika srl delle sorelle Erica e Monica Daccò", figlie del faccendiere in carcere per i casi San Raffaele e Maugeri. E poi ancora due gare che riguardano Expo (non coinvolta nell'indagine): una assegnata all'avvocato Leo per 1,2 milioni e l'altra al suo collega Magrì in realtà dalla società Arexpo spa. Quanto poi alla realizzazione del palazzo Lombardia (il nuovo Pirellone) il gip parla di "clamoroso e spudorato conflitto di interessi".