MONDO
Su Twitter e altrove continua la discussione attorno al film della Sony
Anonymous promette: 'The Interview' in rete a Natale
Gruppo legato ad ‘Anonymous’ promette su Twitter di mettere in rete The Interview, la commedia che Sony ha deciso di ritirare dopo minacce terroristiche. Ma l’account degli hacker viene sospeso mentre è battaglia sulla decisione della major cinematografica. In mezzo ci finisce anche George Clooney

Tutto è cominciato nel weekend prima di Natale, quando uno dei tanti account Twitter legati ad Anon, nel caso specifico @The AnonMessage, in una serie di tweet ha affermato di essere pronto a fare un 'regalo di Natale' a tutti gli utenti del web.
Nei messaggi, il gruppo che si rifà ad Anonymous minaccia di entrare nei sistemi della Sony Entertainment per rubare il film The Interview, che nessuno dei circuiti cinematografici negli Usa ha voluto distribuire.
"Non stiamo con nessuna delle due parti, vogliamo solo vedere il film, ci siamo infiltrati nei vostri sistemi molto prima della Corea del Nord, e pensavamo che fosse un buon avvertimento per riparare le vostre falle", recita uno dei tweet. Ma l’account in questione è stato sospeso da Twitter:
Barack Obama contro Sony
La polemica va avanti da quando il presidente Barack Obama ha condannato la scelta della major di non distribuire il film The Interview, dopo le minacce di azioni terroristiche. "Sarà distribuito", ha detto il legale di Sony, David Boies, facendo un passo indietro rispetto alla decisione di sospendere la première prevista per il giorno di Natale. Ma non si sa ancora quando e in quali Paesi The Interview verrà proiettato.
Intanto, anche in seno ad Anonymous c’è divergenza di opinioni in merito alla ‘minaccia’ di mettere il film in rete e alla chiusura dell’account di The Anon Message.
Lancio in streaming
Secondo quanto riportato dal New York Post, la stessa Sony starebbe valutando di lanciare la commedia via Crackle, il suo servizio in streaming accessibile attraverso le console per giochi o smart tv, ma è probabile che andrebbe incontro a dei problemi legali.
Si muove Clooney
Persino George Clooney è intervenuto sul caso #SonyHacker e sulla decisione di non distribuire The Interview e, in un'intervista a Deadline Hollywood, ha stigmatizzato i potenti delle case cinematografiche, che si sarebbero rifiutati di firmare una petizione di solidarietà a Sony da lui proposta: "Hanno risposto che non potevano firmarla. Non voglio far nomi ma nessuno ha firmato la lettera".
Matrice nordcoreana
L’Fbi ha dichiarato ufficialmente che la Corea del Nord è responsabile del cyberattacco alla Sony Pictures, al centro della vicenda che ha coinvolto il film The Interview, commedia con James Franco che racconta un piano della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong-un.
L'uscita della pellicola è stata bloccata definitivamente dopo le minacce terroristiche ricevute da parte di un gruppo chiamato 'I Guardiani della Pace'. Dopo la condanna del presidente Obama per la decisione, Sony ha specificato che non ha cancellato la ‘prima’ ma sono state le sale a rifiutarsi di proiettare il film. Anche George Clooney ha difeso la major: "Sony non ha ritirato il film perché aveva paura, ma perché i cinema hanno rifiutato di proiettarlo, per paura della responsabilità civile in caso di incidente".
Nei messaggi, il gruppo che si rifà ad Anonymous minaccia di entrare nei sistemi della Sony Entertainment per rubare il film The Interview, che nessuno dei circuiti cinematografici negli Usa ha voluto distribuire.
"Non stiamo con nessuna delle due parti, vogliamo solo vedere il film, ci siamo infiltrati nei vostri sistemi molto prima della Corea del Nord, e pensavamo che fosse un buon avvertimento per riparare le vostre falle", recita uno dei tweet. Ma l’account in questione è stato sospeso da Twitter:
Barack Obama contro Sony
La polemica va avanti da quando il presidente Barack Obama ha condannato la scelta della major di non distribuire il film The Interview, dopo le minacce di azioni terroristiche. "Sarà distribuito", ha detto il legale di Sony, David Boies, facendo un passo indietro rispetto alla decisione di sospendere la première prevista per il giorno di Natale. Ma non si sa ancora quando e in quali Paesi The Interview verrà proiettato.
Intanto, anche in seno ad Anonymous c’è divergenza di opinioni in merito alla ‘minaccia’ di mettere il film in rete e alla chiusura dell’account di The Anon Message.
Lancio in streaming
Secondo quanto riportato dal New York Post, la stessa Sony starebbe valutando di lanciare la commedia via Crackle, il suo servizio in streaming accessibile attraverso le console per giochi o smart tv, ma è probabile che andrebbe incontro a dei problemi legali.
Si muove Clooney
Persino George Clooney è intervenuto sul caso #SonyHacker e sulla decisione di non distribuire The Interview e, in un'intervista a Deadline Hollywood, ha stigmatizzato i potenti delle case cinematografiche, che si sarebbero rifiutati di firmare una petizione di solidarietà a Sony da lui proposta: "Hanno risposto che non potevano firmarla. Non voglio far nomi ma nessuno ha firmato la lettera".
Matrice nordcoreana
L’Fbi ha dichiarato ufficialmente che la Corea del Nord è responsabile del cyberattacco alla Sony Pictures, al centro della vicenda che ha coinvolto il film The Interview, commedia con James Franco che racconta un piano della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong-un.
L'uscita della pellicola è stata bloccata definitivamente dopo le minacce terroristiche ricevute da parte di un gruppo chiamato 'I Guardiani della Pace'. Dopo la condanna del presidente Obama per la decisione, Sony ha specificato che non ha cancellato la ‘prima’ ma sono state le sale a rifiutarsi di proiettare il film. Anche George Clooney ha difeso la major: "Sony non ha ritirato il film perché aveva paura, ma perché i cinema hanno rifiutato di proiettarlo, per paura della responsabilità civile in caso di incidente".