Vertice a Palazzo Chigi
Migranti, Salvini: con Conte linea comune. Nave Diciotti diretta a Trapani
"Se su quella nave c'è gente che ha minacciato ed aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese". Afferma il ministro degli Interni. Poi l'annuncio del ministero delle Infrastrutture sul via libera all'approdo a Trapani

E' diretta a Trapani la nave Diciotti della Guardia Costiera,con a bordo 67 migranti salvati in mare da un rimorchiatore italiano, dopo il braccio di ferro fra i ministri Salvini eToninelli sull'arrivo in Italia.
Salvini stamane ha visto Conte, ribadendo la linea comune sull'immigrazione, poi ha ammonito:'Non darò autorizzazione allo sbarco finché non avrò garanzia che delinquenti che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano in galera e poi riportati nel loro paese'. Quindi,l'annuncio del ministero delle Infrastrutture sul via libera all'approdo a Trapani.
Salvini: 21mila arrivi in meno da quando io ministro
"Da che sono ministro dell'Interno, grazie al lavoro di persone assolutamente di spessore, grazie alla linea della fermezza, sono sbarcati 21mila immigrati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno". Cosi' il ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando coi giornalisti al termine di un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. "Non mi accontento voglio fare ancora meglio perche' meno sbarchi significa meno morti", ha aggiunto.
Conte: da immigrazione rischio arrivino foreign fighter
"Le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, sottolinenando l'importanza del rafforzamento dell'hub Nato di Napoli. "Dalla stessa immigrazione - ha detto -potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter".
Il ministro degli esteri Moavero da parte sua chiarisce: 'Noi non siamo nel gruppo di Visegrad, neanche un po'. Neppure nella percezione e nella linea politica del ministro degli Interni'.
Ieri la polemica dopo recupero nave Von Thalassa
Lite nel governo sul destino dei 67 migranti salvati dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa davanti alla Libia e trasferiti su nave Diciotti della Guardia costiera. 'Mettevano in pericolo l'equipaggio', dice il ministro Toninelli. Ma Salvini attacca: 'Non possiamo sostituirci ai libici'.
"Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti ad una nave italiana, ma condivido tutte le perplessità per quanto accade nel Mediterraneo". Lo ha affermato il vicepremier e ministro Luigi Di Maio parlando a Omnibus e spiegando che "i porti non sono chiusi, lo sono alle Ong che non rispettano le regole". E spiega: "Se si tratta di una nave italiana, che èintervenuta in una situazione che dovremmo chiarire, bisogna necessariamente farla sbarcare".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta che sottolinea: "Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. L'apertura e' la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si puo' declinare in mille maniere. E si puo', anzi si deve, legare accoglienza a legalita'".
Trenta in un'intervista ad Avvenire avverte Salvini e l'ala dura del governo: "L'Italia non si gira dall'altra parte. Non l'ha fatto e non lo farà. C'è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. E il diritto di arrivare e trovare un lavoro Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata".
Poi parla del ruolo delle Ong: "Dico basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace. Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c'è anche qualche mela marcia che sfrutta l'emergenza migranti per fare business. La sfida - lo ripeto - è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un'azione coordinata".
Ultimo messaggio sugli F35. "Una eredità complicata e io, con grande onestà, posso solo dirle che non sono così sicura che avrei fatto quella stessa scelta. Ora però abbiamo preso degli impegni e per cambiare linea serve riflessione e responsabilita'. Bisogna valutare i pro e i contro. Bisogna pensare e solo dopo decidere".
Salvini:a Innsbruck chiederò Ue si faccia carico costi
"Ho ben chiaro in testa cosa andare a chiedere" alla riunione dei ministri dell'Interno dell'Unione europea a Innsbruck "e cosa ottenere a differenza dei passati ministri e dei passati governi che, numeri alla mano hanno fatto arrivare quasi 700mila persone in pochi anni". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini, parlando al termine di un incontro a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. "Sono disponibile a parlare col collega tedesco, francese e austriaco nell'esclusivo interesse nazionale. Il mio obiettivo è che entri in Italia una persona in meno rispetto a quelli che devono uscire", ha aggiunto Salvini. Luigi Di Maio ha sostenuto che è impensabile che i porti italiani siano chiusi a navi italiane? "Sono d'accordo però è anche impensabile che l'Italia si continui a farsi carico dei costi sociali ed economici che dovrebbero essere di tutti i Paesi dell'Unione - ha risposto -: questo ribadirò oggi a Innsbruck aprendo anche altri fronti di discussione perchè ci sono accordi che altri Paesi non rispettano e quindi vedremo di mettere i puntini sulle 'i' e di farli rispettare. Conto nella nostra capacita' di convincere".
Nel pomeriggio il ministro volerà ad Innsbruck dove incontrerà il collega tedesco Horst Seehofer prima della riunione dei ministri dell'Interno europei di giovedì. Appuntamenti non facili, dove Salvini vuole strappare più aiuti dall'Europa alla Libia, maggiore impegno in mare dei 27 ed un aumento dei ricollocamenti. E dovrà stoppare le richieste sui cosiddetti movimenti secondari, i migranti registrati in Italia e poi rintracciati in altri Paesi Ue che vogliono rimandarli indietro. Le priorità saranno contenute in un documento cui i tecnici del Viminale stanno lavorando.