MONDO
Kamikaze si fa esplodere nella strada più prestigiosa della città
Strage a Beirut. Autobomba uccide collaboratore ex premier e altre 7 persone
Un kamikaze si è fatto esplodere nella strada più prestigiosa della città provocando 8 vittime e una settantina di feriti. Il luogo dell'attentato èpoco distante dal quello dove fu ucciso l'allora premier Rafik Hariri e non lontano dal Serail, l'ufficio dell'attuale primo ministro, Najib Mikati. Probabile obiettivo dell'attacco l'ex ministro dell'Economia Mohammed Shattah rimasto ucciso nell'esplosione

Torna la paura in Libano. Un kamikaze a bordo di un'automobile si è fatto esplodere nella via principale di Beirut provocando decine di vittime e feriti. La Croce Rossa parla di 15 morti, Al Jazeera riferisce invece di 8 persone rimaste uccise tra cui l'ex ministro, Mohammed Shattah. Sarebbe stato proprio lui l'obiettivo dell'attacco, ancora non rivendicato. L'ambasciata italiana in Libano fa sapere che ''al momento non ci sono notizie di italiani coinvolti, ma sono in corso accertamenti''.
Eminente economista, ex titolare delle Finanze, ambasciatore del Libano negli Stati Uniti, Shattah aveva prestato servizio come consigliere dell'ex premier, Fuad Siniora e del suo successore ed ex premier, Saad Hariri, il cui padre rimase assassinato sul lungomare di Beirut da un'autobomba nel febbraio 2005.
Attualmente leader della corrente al Mustaqbal (Il Futuro) guidata da Saad Hariri, Shattah era diretto a un incontro proprio nella residenza dell'ex premier, nel centro della città, quando è avvenuto l'attentato. Dalle prime ricostruzioni risulta che l'ordigno pesava tra i 30 e 40 chilogrammi. Nella vettura su cui viaggiava c'erano anche altri esponenti politici della stessa corrente.
Pochi minuti prima che l'autobomba investisse il suo convoglio, Shattah aveva inviato un tweet di accusa a Hezbollah. "Hezbollah - aveva scritto l'ex consigliere di Saad Hariri - sta realizzando la stessa strategia del regime siriano, vuole far tornare la situazione in Libano come quando era sotto il dominio di Damasco".
L'attentato è avvenuto nella strada più prestigiosa di Beirut, dove ci sono alberghi, banche, ministeri e anche il Serail, il complesso roccaforte del governo e dove si trova l'ufficio del premier, Najib Mikati. La zona è stata transennata ed è completamente avvolta in una nube di fumo nera.
L'attacco avviene a solo tre settimane dall'inizio all'Aja del processo internazionale per l'uccisione del padre di Saad Hariri, Rafik. Il processo Hariri comincerà in Olanda il 16 gennaio prossimo e alla sbarra ci sono, in contumacia, cinque membri del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah.
Poco più di un mese fa, il 19 novembre, in un doppio attacco suicida contro l'ambasciata dell'Iran a Beirut morirono 25 persone, tra cui 5 iraniani, e 146 rimasero ferite. L'attentato fu rivendicato da un gruppo jihadista libanese che si ritiene legato ad Al Qaeda, le Brigate Abdullah Azzam. I media libanesi riportarono la notizia della morte di cinque membri Hezbollah, notizia smentita dallo stesso movimento filo-iraniano.
Eminente economista, ex titolare delle Finanze, ambasciatore del Libano negli Stati Uniti, Shattah aveva prestato servizio come consigliere dell'ex premier, Fuad Siniora e del suo successore ed ex premier, Saad Hariri, il cui padre rimase assassinato sul lungomare di Beirut da un'autobomba nel febbraio 2005.
Attualmente leader della corrente al Mustaqbal (Il Futuro) guidata da Saad Hariri, Shattah era diretto a un incontro proprio nella residenza dell'ex premier, nel centro della città, quando è avvenuto l'attentato. Dalle prime ricostruzioni risulta che l'ordigno pesava tra i 30 e 40 chilogrammi. Nella vettura su cui viaggiava c'erano anche altri esponenti politici della stessa corrente.
Pochi minuti prima che l'autobomba investisse il suo convoglio, Shattah aveva inviato un tweet di accusa a Hezbollah. "Hezbollah - aveva scritto l'ex consigliere di Saad Hariri - sta realizzando la stessa strategia del regime siriano, vuole far tornare la situazione in Libano come quando era sotto il dominio di Damasco".
L'attentato è avvenuto nella strada più prestigiosa di Beirut, dove ci sono alberghi, banche, ministeri e anche il Serail, il complesso roccaforte del governo e dove si trova l'ufficio del premier, Najib Mikati. La zona è stata transennata ed è completamente avvolta in una nube di fumo nera.
L'attacco avviene a solo tre settimane dall'inizio all'Aja del processo internazionale per l'uccisione del padre di Saad Hariri, Rafik. Il processo Hariri comincerà in Olanda il 16 gennaio prossimo e alla sbarra ci sono, in contumacia, cinque membri del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah.
Poco più di un mese fa, il 19 novembre, in un doppio attacco suicida contro l'ambasciata dell'Iran a Beirut morirono 25 persone, tra cui 5 iraniani, e 146 rimasero ferite. L'attentato fu rivendicato da un gruppo jihadista libanese che si ritiene legato ad Al Qaeda, le Brigate Abdullah Azzam. I media libanesi riportarono la notizia della morte di cinque membri Hezbollah, notizia smentita dallo stesso movimento filo-iraniano.