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MONDO

Contrordine di Obama: 5.500 soldati Usa resteranno in Afghanistan oltre il 2016

 Obama in tv: "Afghanistan non diventerà un paradiso per terroristi. La nostra missione non cambia e va avanti"

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Obama durante il suo discorso alla nazione
Sono 5.500 i soldati statunitensi che resteranno in Afganistan anche dopo la fine del 2016. Barak Obama non manterrà quindi la promessa di riportare in patria le truppe prima di lasciare la Casa Bianca. La notizia, anticipata stamane dal New York Times, è stata ufficializzata nel pomeriggio dallo stesso presidente Usa con un discorso alla nazione.

 
 "In Afghanistan la sicurezza è ancora troppo fragile e da commander in chief non posso permettere che quel Paese diventi un paradiso per i terroristi. Questa leggera ma significativa estensione della missione puà fare la differenza", ha detto Obama nel suo discorso annunciando che l'impegno degli Stati Uniti nella zona  "continua". 

"È una notizia importante che dimostra l'impegno continuo degli alleati e dei partner della Nato per l'Afghanistan", ha commentato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg.

 Obama sinora aveva sempre assicurato che tutti i soldati  statunitensi sarebbero tornati dall'Afghanistan - a parte un piccolo contingente all'ambasciata di Kabul - prima della fine del suo secondo mandato.

Attualmente in Afghanistan ci sono 9.800 soldati statunitensi. Il piano riprogrammato dall'amministrazione prevede che l'attuale forza resti per quasi tutto il 2016, per poi ridursi a circa 5.500 unità alla fine del prossimo anno o all'inizio del 2017. Alcuni militari continueranno ad addestrare e consigliare le forze afgane mentre altri continueranno a dare la caccia alle milizie di al Qaida. Abbandonando l'obiettivo di lasciare il paese centroasiatico, Obama ha così riconosciuto l'incapacità delle forze di sicurezza locali di contrastare da sole i talebani.

Gli Usa dovrebbero mantenere le basi di Kabul, Bagram, Jalalabad e Kandahar. Secondo la Cnn la decisione di rallentare il ritiro è stata presa dopo mesi di consultazioni con il presidente dell'Afghanistan, Ashraf Ghani, il 'chief executive officer', Abdullah Abdullah, funzionari dell'Amministrazione Usa, responsabili della Sicurezza nazionale e vertici militari. 

Nei giorni scorsi, dopo l'attacco dei Talebani a Kunduz City, il comandante delle forze Usa in Afghanistan, generale John Campbell, aveva parlato al Congresso della necessità di considerare l'opzione di un rafforzamento della presenza di truppe rispetto al piano di ritiro definito in passato.