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POLITICA

​"Sono molto insoddisfatto sulla parte finanziaria"

Cop 26, Cingolani: "Sul clima 194 stati che cercano soluzione è democrazia non bla bla"

"Impensabile fare rivoluzione epocale con una Cop ma è stato fatto passo avanti mantenendo il riscaldamento globale a circa 1,5 gradi" ha ricordato il ministro per la Transizione ecologica. Rimangono nodi irrisolti "a cominciare proprio dall'assenza di una data certa per l'abbandono del carbone" 

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"Ci troviamo di fronte a problemi di portata storica. Le soluzioni non sono semplici,sono cose complicatissime", "attenzione a non semplificare troppo e attenzione a non avere troppe aspettative". Lo ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a Radio24 commentando le critiche di Greta Thumberg su Cop 26."Capisco che gli attivisti giovani debbano tenere l'attenzione molto alta e contestare", "Ma 194 Stati che per 2 settimane si chiudono in una stanza, per trovare una soluzione, è democrazia,non è 'bla bla bla'. Non mi pare che andare in giro per le strade a urlare e suonare sia efficace"

"Molto insoddisfatto sulla parte finanziaria"
"Sono molto insoddisfatto sulla parte finanziaria. Non sono convinto che tutti abbiano capito l'importanza della solidarietà" ha inoltre dichiarato  Cingolani. Per i Paesi più in difficoltà "dal 2015 erano stati promessi 100 miliardi l'anno, non ci siamo ancora arrivati, forse quest'anno li sfioreremo". Quanto all'Italia "da mezzo miliardo quest'anno abbiamo triplicato le nostre cifre"."Sono soddisfattissimo dell'impatto che ha avuto l'Italia con il G20 - ha poi detto Cingolani- così come sono soddisfatto per quanto riguarda trasparenza e metodologie della Cop.

"Impensabile fare una rivoluzione epocale con una Cop. Ma fatto un passo avanti"
Il ministro in un'intervista al quotidiano la Repubblica commentando l'esito finale di Cop26 ha anche sottolineato: "E' impensabile fare una rivoluzione epocale con una Cop. Ma quest'anno è stato fatto un passo avanti, perché tutti gli Stati hanno convenuto sulla necessità di accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi, mantenendo il riscaldamento globale a circa 1,5 gradi (invece di 2) nella seconda metà del secolo". 

Quanto alla posizione dell'India Cingolani ha spiegato: "Il ministro indiano ci ha detto chiaramente che avrebbe aderito alla risoluzione finale relativa a 1,5 gradi, solo qualora si fosse alleggerita la pressione sull'abbandono totale del carbone. Un modo per avere più tempo, organizzare la transizione energetica e nel frattempo crescere, ma aderendo all'obiettivo globale di 1,5 gradi di riscaldamento globale nella seconda metà del secolo insieme a tutti gli altri Paesi. Sono abili negoziatori: se avessimo optato per il muro contro muro, gli indiani si sarebbero svincolati da ogni impegno e avrebbero prodotto tutta la CO2 possibile, rendendo irreversibile il cambiamento e inutili gli sforzi di tutto il resto del mondo".   

Alla conferenza di Glasgow, dice il ministro, "sono  state concordate regole precise per le finanze, per la trasparenza e la verifica di quanto dichiarato dagli Stati. Sono stati concordati processi e metodi uguali per tutti, che a partire dalla prossima Cop consentiranno di gestire meglio gli aiuti e gli sforzi. Può sembrare poco, ma non è così. Certo, per ottenere questi accordi è stato necessario scendere a patti con Paesi che fanno uso intensivo di carbone". Rimangono nodi irrisolti "a cominciare proprio dall'assenza di una data certa per l'abbandono del carbone" dice Cingolani.