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ITALIA

Dieci in tutto i feriti negli scontri fuori dall'Olimpico

Coppa Italia al Napoli ma a Roma è il caos. Spari a tre tifosi del Napoli, fermato ultrà giallorosso

Sarebbe stato lui ad aprire il fuoco contro i supporters partenopei dopo averli provocati. Alta tensione anche in campo, fischi e lanci di petardi costringono a rinviare la finale 

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Il Napoli si aggiudica la Coppa Italia battendo la Fiorentina per 3-1. Ma a Roma non c'è aria di festa. A guastare il clima sono stati gli scontri e gli spari fuori dallo stadio poco prima dell'inizio del match. Il bilancio è amaro: dieci in tutto i feriti di cui tre per colpi di pistola. E nella notte scatta il fermo per un ultrà della Roma: sarebbe stato lui ad aprire il fuoco dopo aver provocato i supporters partenopei.

Spari a Tor di Quinto
Tutto è cominciato alle 19 di sabato. Vicino ad un vivaio su Viale Tor di Quinto, a poca distanza dallo stadio Olimpico, partono degli spari. Tre tifosi napoletani rimangono feriti. Un trentenne, il più grave: il proiettile ha raggiunto la colonna vertebrale. Il ragazzo ricoverato in codice rosso all'ospedale Villa San Pietro viene sottoposto ad un intervento. La situazione è definita dai medici "stabile, ma critica", il giovane dopo l'operazione viene trasferito al Gemelli.

Dieci feriti
Gli altri coinvolti sono un uomo di 43 anni, colpito alla mano destra ed uno di 32 anni, raggiunto ad un braccio e ad una mano. I feriti sono stati soccorsi dalla polizia che ha anche recuperato la pistola che ha sparato, sulla quale sta facendo accertamenti. 

La Questura: cause occasionali
La questura della Capitale fà sapere che l'episodio "non sembra essere collegato a scontri tra tifosi, ma avrebbe cause occasionali". Ma a tarda notte si concretizza la pista della lite tra ultrà che è poi drammaticamente degenerata. Un tifoso della Roma, anche lui ferito, viene interrogato a lungo nell'ospedale dove è ricoverato. Alla fine gli agenti decidono di sottoporlo ad un provvedimento restrittivo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Daniele De Santis avrebbe prima provocato alcuni tifosi partenopei e poi, dopo la loro reazione violenta, avrebbe fatto fuoco.

Interrogato un ultrà
L'uomo non è sconosciuto alle forze di polizia. Fu infatti coinvolto, secondo quanto si è appreso, in una vicenda giudiziaria, poi prescritta, sulla sospensione del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. La partita venne fermata in seguito alle pressanti richieste dei leader delle curve per le voci, poi rivelatesi infondate, della morte di un bambino investito da un'auto della polizia. L'ultrà avrebbe scavalcato, con altre persone, il recinto di gioco.

Renzi e Grasso allo stadio
A vedere la partita allo stadio c'era anche il premier Matteo Renzi, con moglie e figli, scortato da polizia e carabinieri. La partita è poi iniziata con 45 minuti di ritardo in un clima surreale.  "Una partita di calcio non si può trasformare in una guerra tra bande con episodi di violenza", ha commentato il presidente del Senato, Pietro Grasso, all'arrivo allo stadio Olimpico. Poco prima del match il presidente del Senato twitta





Tafferugli a Ponte Milvio
Roma è stata 'invasa' da decine di migliaia di tifosi giunti da Napoli e Firenze. La tensione sale prima del match quando cominciano gli scontri tra i supporters delle due squadre, cui avrebbero partecipato anche ultrà della Roma, e tra questi e le forze dell'ordine. Contro gli agenti che scortavano le tifoserie perchè non venissero a contatto, vicino a Ponte Milvio, sono stati lanciati bottiglie ed oggetti vari. Tafferugli tra i gruppi di sostenitori si sono verificati in altre zone vicino all'Olimpico.

Lancio di petardi in campo
Quando mancano pochi minuti all'inzio del match anche dentro il campo  esplode la tensione con lancio di oggetti e petardi. Un vigile del fuoco rimane ferito. Il centrocampista partenopeo Hamsik si è portato sotto la curva invitando la tifoseria a calmarsi. I supporter chiedevano che non venisse giocata la partita. 

Genny a carogna: la partita può iniziare
Alla fine il match comincia. A dare il sì un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, dopo una trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. 'Genny a carogna' lo chiamano, è stato lui a parlare col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l'assenso all'inizio della partita quando i funzionari delle forze dell'ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.