Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Coronavirus-Confcommercio-malavita-imprese-3ff84784-e2ef-49f7-9bb0-f47564ad6058.html | rainews/live/ | true
Coronavirus

Coronavirus, la denuncia di Confcommercio: "La malavita tenta di prendersi le imprese"

Condividi
Dopo liquidità, costi e crollo dei consumi, anche l'usura e i tentativi illeciti della malavita di impadronirsi delle aziende sono tra gli ostacoli all'attività delle imprese del commercio e della ristorazione durante l'emergenza Covid-19.

Un 11% di imprese, secondo un'indagine di Confcommercio in collaborazione con Format Research, indica nella criminalità "un ulteriore, pericoloso ostacolo" allo svolgimento della propria attività. In particolare, circa il 10% degli imprenditori, in questo periodo, "risulta esposto all'usura" o a tentativi di "appropriazione 'anomala'" dell'azienda.

E la percentuale cresce fino a quasi il 20% per quegli imprenditori che sono molto preoccupati per il verificarsi di questi fenomeni nel proprio quartiere o nella zona della propria attività.

I due terzi delle imprese giudicano comunque efficaci le azioni di contrasto delle forze dell'ordine e della magistratura e ritengono fondamentale ricorrere alla denuncia, ma ancora oggi quasi 1 impresa su 3, di fronte a questi fenomeni criminali, non sa cosa fare.

Il 67,4% delle imprese intervistate ritiene infatti ''molto'' o ''abbastanza'' efficace l'azione delle Forze dell'ordine e della Magistratura, per contrastare l'azione della criminalità contro le imprese e il 66% del campione ritiene ''molto'' o ''abbastanza'' efficaci le diverse forme di collaborazione in atto tra Autorità centrali e locali, Forze dell'Ordine e Magistratura.

Il 60% circa degli intervistati ritiene che l'imprenditore che si trova alle prese con i fenomeni criminali dell'usura e del tentativo della malavita di impadronirsi delle imprese deve denunciare subito il reato del quale è rimasto vittima. Il 33% delle risposte indica un'assenza di strategie rispetto alle pressioni criminali (''non saprei cosa fare'') e solo un'esigua minoranza appare completamente sfiduciata (''non si dovrebbe fare niente poiché è inutile'').

Dall'indagine emerge comunque che carenza di liquidità e calo dei consumi hanno rappresentato il principale ostacolo all'attività di impresa durante l'emergenza mettendo in difficoltà il 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; quasi il 30%, invece, tra burocrazia e le necessarie procedure di sanificazione, igienizzazione e altri protocolli di sicurezza, ha visto incrementare i costi.