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Coronavirus

"La soluzione sta nel vaccino"

Coronavirus, Galli: "Rischio nuova ondata pesante di infezioni"

Bisogna "cercare di usare il vaccino come 'effetto barriera' nelle aree maggiormente colpite" ha detto l'infettivologo dell'ospedale Sacco. L'allarme del Cnr: "Epidemia in crescita esponenziale". Il fisico Battiston: "La curva salirà per altre 4 settimane"

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"Sapevamo che avremmo dovuto fare i conti con queste nuove varianti che ci fanno prevedere un numero molto più elevato di malati: il rischio è quello di dover di nuovo fronteggiare una ondata pesante di infezioni". Lo ha detto Massimo Galli, primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano intervenendo ad "Agora'" su Raitre. "Il lockdown ha un pregio e un limite: il pregio è quello di far crollare le infezioni, il limite è che se le situazioni non vengono ancora contenute, quando si riapre si torna daccapo" ha proseguito Galli.  "La soluzione sta nel vaccino - ha ribadito - Credo che si dovrebbero operare interventi vaccinali con una strategia parallela: da una parte vaccinare strati di popolazione, operatori sanitari, anziani, fragili; dall'altro cercare di usare il vaccino come 'effetto barriera' nelle aree maggiormente colpite. Potrebbe funzionare, non abbiamo certezze - ha concluso Galli - E' una scommessa ma secondo logica ed esperienza dovrebbe rivelarsi uno strumento importante".

Battiston: "La curva salirà per altre 4 settimane"
I nuovi casi giornalieri cresceranno per almeno altre quattro settimane e se non si interverrà rapidamente l'incremento durerà ancora di più: lo spiega - in un'intervista a Repubblica - il fisico Roberto Battiston,analizzando i dati del contagio.   Sta succedendo, dice, "qualcosa di simile a quanto avvenuto a ottobre, quando all'improvviso l'Rt ha iniziato a crescere,passando in 3 settimane e mezzo da 1,15 a 1,85. Allora però avevamo una serie di frecce al nostro arco per piegare la curvae riportarla a valori accettabili, cosa avvenuta ai primi di dicembre", mentre adesso "stiamo già usando tutti gli strumentia disposizione: mascherine, distanziamento, vaccini, immunità di gregge di chi si è già ammalato. Però abbiamo di fronte le varianti, molto più aggressive del virus ordinario, che stanno diventando le forme più diffuse". "Se ritardiamo le azioni di contenimento - afferma - ci fermeremo solo quando il sistema sanitario non reggerà più l'urto. Rischiamo di trovarci presto in una situazione molto peggiore di ottobre", perché "asettembre l'Rt cominciava a salire ma avevamo 50 mila infetti,adesso sono 400 mila. Queste persone sono la benzina che può moltiplicare il fenomeno di contagio. Il fiammifero è l'Rt: se supera 1, come avviene in tante zone, l'epidemia ha un serbatoio di carburante enorme".   Cosa bisognerebbe fare? "Invece di chiudere tutto per un tempo lungo, magari decidendo tra una settimana, sarebbe meglio- afferma - scegliere interventi pesanti ma rapidi e in zone limitate, come si è incominciato a fare in alcune regioni".

L'allarme del Cnr: "Epidemia in crescita esponenziale"
L'epidemia di Covid-19 in Italia si trova in una fase di aumento esponenziale, con un tempo di raddoppio di circa 5 giorni, più alto di quello registrato a ottobre, probabilmente a causa della circolazione delle varianti. È quanto emerge da uno studio del Cnr. I casi in Italia, intanto, si avvicinano ai 3 milioni con i 17.455 nuovi contagi nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività sale al 6,8%. I morti sono stati 192. Resta il nodo assembramenti: chiuso per 40 minuti ieri l'accesso alla Darsena a Milano, teatro sabato sera di un rave party. Un centinaio di segnalazioni in diverse zone di Roma nel fine settimana.

Presidi: "Sulle chiusure non dare troppo spazio a Enti locali"
"L'elemento principale di novità è costituito da queste varianti che sembrano essere connotate da una maggiore contagiosità e aggressività e sembra anche che i contagi in alcune scuole stiano aumentando. E' evidente quindi che un maggior rigore raccomandato dal Cts sia normale.Sicuramente all'interno delle scuole le regole sono state rispettate, però un conto è dover fronteggiare l'epidemia standard, altro conto è dover fronteggiare queste varianti più contagiose". Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp), è intervenuto alla trasmissione"L'Italia s'è desta" su Radio Cusano Campus, condotta dal direttore Gianluca Fabi, da Matteo Torrioli e Daniel Moretti.     "Non dimentichiamo che nelle scuole del primo ciclo la frequenza è continuata quasi dappertutto. Certamente è stressante passare in continuazione da chiusure a riaperture, in questo senso sarebbero auspicabili degli automatismi, lasciare troppa discrezionalità agli enti locali non aiuta - ha proseguito Giannelli -, poiché possono esserci comportamenti molto difformi da un ente locale all'altro e non sempre dettati dalla matematica della diffusione dell'epidemia".   

Sul possibile prolungamento dell'anno scolastico, "si può pensare ad un prolungamento nella scuola primaria, ma è quasi sempre stata in presenza quindi onestamente non ne vedo una grande utilità. Sarebbe molto più utile valutare eventuali carenze formative, in modo da decidere eventuali interventi di recupero mirati. Ho proposto una rilevazione Invalsi per valutare eventuali carenze ed intervenire".

Scuole Lazio: "Piazze aperte e scuole chiuse? Una follia"
"Il rischio concreto di chiusure non dipende tanto dalla scuola quanto dalla situazione epidemiologica generale. Nel Lazio ci sono 3-4 comuni in cui le scuole sono chiuse. A Roma sono pochissime. Quindi la situazione nelle scuole del Lazio e, in particolare, in quelle romane è sotto controllo. Bisogna vedere che cosa succede tra 15 giorni, dopo queste insensate manifestazioni di incoscienza. La prima cosa da fare sarebbe controllare le situazioni di irresponsabilità che si vedono nel weekend e non solo. Piazze aperte, scuole chiuse? Mi sembra una follia". Lo ha detto all'AGI, Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio.    "Più che chiudere le scuole - ha proseguito - bisognerebbe chiudere le zone del weekend. Le autorità competenti devono intervenire. E' facile chiudere le scuola, ma non si risolve di certo il problema. La chiusura se riguarda le classi con i bambini più piccoli comporta lasciare anche i genitori a casa, non si tratta solo di un danno formativo, ma anche sociale ed economico".   

Per quanto riguarda i numeri, Rusconi ha ribadito che "sono pochissime le scuole del Lazio e in particolare di Roma dove ci sono stati focolai. Chiaro che se la Regione diventa arancione o nella peggiore delle ipotesi rossa le scuole verranno chiuse. Ma - ha ancora una volta sottolineato - non dipende dalle scuole, ma dal livello generale. Quello che noto come cittadino è che le persone con più di 30 anni indossano sempre la mascherina, ma i ragazzi più giovani sono spesso senza e se la hanno la portano calata sotto il naso. L'appello che noi facciamo è ai genitori, chiedendo di convincere i propri figli. Noi come insegnanti a scuola ci proviamo in tutti i modi".