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Coronavirus

“Subito i Covid hotel”

Coronavirus. Il sindaco di Varese: "Ospedali vicini alla saturazione, non c'è più posto"

Si spera negli effetti del lockdown. La situazione è al limite in una zona dove ricoveri e contagi crescono in modo preoccupante

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“Non c’è più posto”. È la realtà degli ospedali a Varese. “Una situazione -dice all’Ansa il sindaco Davide Galimberti- che sta raggiungendo la saturazione”.

"Da Busto Arsizio a Varese, fino a Tradate -spiega Galimberti- da giorni gli ospedali sono sotto pressione, si è cercato di recuperare posti letto nei vari reparti ma siamo al limite - dice -. L'auspicio è che le misure del lockdown portino in fretta gli effetti sperati”.

Ma oltre alla speranza che i contagi diminuiscano, il sindaco chiede subito i Covid hotel, per alleggerire la pressione sugli ospedali che sono al limite

Dati non chiari
Il sindaco di Varese solleva un altro problema."Tremila tamponi positivi nella nostra provincia in un solo giorno. Numeri però – dice Galimberti- che sembra si riferiscano ad analisi sui tamponi effettuati negli ultimi 7 giorni. Come al solito i dati non sono chiari e precisi e questo continua ad essere un enorme problema".  Galimberti lo scrive in un lungo post sui social chiede chiarezza: "non possiamo continuare a lanciare numeri senza contestualizzarli, rischiano solo di generare ancora più paura". Per il sindaco serve "una regia sanitaria comune ed unica con tutte le zone più colpite attorno all'area metropolitana di Varese, Milano, Monza e Como che possa confrontarsi con tutti i sistemi sanitari e territoriali del bacino maggiormente colpito, una sorta di commissario indipendente da tutte le logiche della Regione anche per gestire la ripresa dell'attivita' sanitaria ordinaria dopo l'attenuazione della pandemia".
 
Numero di pazienti record ma sotto controllo
Nei sette ospedali di Varese e dintorni sono ricoverati circa 550 pazienti Covid, un numero da record, ma dalla Asst Sette Laghi assicurano che "questa pesante emergenza senza precedenti viene gestita con ordine".L'obiettivo è "correre più veloce del virus, mantenere un margine di vantaggio rispetto alle necessità, per tenere un equilibrio fra ingressi e dimissioni", sottolineano fonti della Asst, spiegando che all'ospedale di Circolo di Varese ci sono più di 350 ricoverati per coronavirus, circa 40 in terapia intensiva, oltre 90 con Cpap,cioè  un sistema di ventilazione, e da ieri sono a disposizione altri 18 letti di terapia intensiva allestiti in un blocco operatorio. Ad Angera sono stati riconvertiti 75 posti per pazienti meno critici, e altri 60 ricoveri si contano fra gli ospedali di Luino e Tradate. Inoltre da oggi i pazienti che necessitano di assistenza a minore intensità o convalescenti potranno essere ospitati all'ospedale di Cuasso, dove sono pronti 40 posti, con la possibilità di arrivare a oltre 100. Per ora, spiegano dalla Asst Sette Laghi, solo pochi pazienti sono stati trasferiti verso Bergamo e all'ospedale nella Fiera di Milano, dove un modulo da 14 posti è gestito da un'equipe di anestesisti degli ospedali varesini.
 
Servono medici di base
A sottolineare le difficoltà della provincia di Varese, la mancanza e l’insufficienza dei medici di base. La preoccupazione arriva dalla Valcuvia, comunità montana di 80mila abitanti sparsi su una trentina di comuni in provincia di Varese, fra cui Brenta, dove il sindaco Gianpietro Ballardin rilancia l'allarme dei medici di base, ridotti al lumicino dal virus. "Dei nostri cinque- dice Ballardin-uno è in ospedale con il Covid, due sono in quarantena, e tutto il peso finisce su quelli rimasti. Lo stesso accade negli altri paesi - spiega all'ANSA il sindaco del comune di circa 1.700 abitanti -. I medici sul territorio hanno un ruolo fondamentale, curano a casa e evitano che la gente si riversi nei pronto soccorso. Senza questo tassello rischiamo di collassare".Da qui la decisione di scrivere una lettera aperta "rivolta all'Ats di Varese, alla Regione ma anche ai parlamentari del territorio, perché ci servono rinforzi". "In tutta la valle i casi e i ricoveri sono in aumento. I nostri medici di base - racconta - sono pressati, lavorano fino a 14ore al giorno, hanno anche le vaccinazioni e la normale attività. Noi sindaci abbiamo un rapporto personale, con i medici li aiutiamo a comunicare ai cittadini il risultato del tampone. L'altro giorno ho avvisato una persona che stava per andare a fare la spesa, così si frena la catena dei contagi"

CheckPoint alla caserma NATO di Solbiate Olona
Intanto il Comando Nato di Solbiate Olona, sempre in provincia di Varese, ha allestito all'esterno del proprio compound un CheckPoint Clinico Avanzato per gestire i pazienti diretti in ospedale a bordo di ambulanze del 118.Il servizio, comunica il Comando di Reazione Rapida Nato, in collaborazione con AREU, ha l'obiettivo di alleggerire il flusso di ambulanze e pazienti dei Pronto Soccorso delle province diVarese e Como. Nella struttura, con personale militare e materiale messo a disposizione, all'arrivo delle ambulanze il personale medico provvederà ad una prima visita per poi, se necessario, indirizzare i pazienti presso la struttura ospedaliera ritenuta più idonea.