Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Coronavirus-Speranza-Calabria-c04b088a-6d4e-44f3-8114-e7df7093bcf0.html | rainews/live/ | true
Coronavirus

Sanità

Speranza: "In Calabria 700 milioni non spesi, è una questione nazionale"

"Con il decreto di mercoledì scorso create le condizioni" afferma il ministro della Salute ospite a Mezz'ora in più

Condividi

"Non è  scritto nel cielo dove andremo a finire ma vedo una consapevolezza che non è all'altezza del momento che stiamo vivendo. Si torni allo spirito di marzo quando il comportamento delle persone ha fattola differenza". E' quanto ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Mezz'ora in più su Rai 3.

Sarebbe un reato grave dare dati falsi
"C'e' un rapporto serio tra le Istituzioni e sarebbe un reato grave dare dei dati falsi" ha risposto il ministro a una domanda di Lucia Annunziata con la quale la giornalista ipotizzava la possibilità che le Regioni fornissero dati parziali. "E'importante - ha detto Speranza - rendere pubblici i dati di cui disponiamo. E' un modello quello dell'incrocio dei dati che esiste da 24 settimane e non c'e' stata una Regione o un parlamentare che abbia detto non funziona. Ora questi dati servono anche per dire quali misure scatteranno". 

In Calabria 700 milioni non spesi, tema nazionale
"La questione calabrese è una questione nazionale. L'unica cosa di cui non si è parlato è stato il decreto Calabria approvato lo scorso mercoledì che prova a mettere mano alla necessaria ripartenza della regione,nuovi investimenti, più agibilità per la struttura commissariale e più strumenti. In questi anni si sono accumulati in Calabria un numero di risorse incredibili, 700 milioni non spesi e abbiamo creato le condizioni per spenderli nel modo più veloce possibile"  ha spiegato il ministro.

In Calabria, ha aggiunto Speranza, "ci sono però anche alcune aziende sanitarie che sono state bloccate e commissariate perché infiltrate dal punto di vista della criminalità: una commissione prefettizia ora se ne assume la responsabilità, affiancando una competenza di natura sanitaria". Speranza definisce il decreto "un nodo di svolta". Il messaggio di fondo del Governo, ha quindi aggiunto, "è che serve far ripartire la sanità calabrese, e quel criterio è lo strumento perché possa ricominciare a camminare. Questo è un impegno assoluto  e quel decreto è una nuova presa in carico come questione nazionale e non territoriale".

Non è un lavoro sporco firmare ordinanze di restrizioni
"Non penso che sia lavoro sporco firmare un'ordinanza che impone delle restrizioni io penso che sia un lavoro nobilissimo" ha quindi detto Speranza. "Se verifico che su un territorio, sulla base di dati scientifici, c'è un rischio non ho paura di firmare. Ho firmato ordinanze pesanti e sono pronto a firmarne ancora se sarà utile per il nostro Paese", ha aggiunto il ministro, sottolineando di firmare "a nome del Governo". "E' un lavoro a tutela della salute come diritto costituzionale e lo faccio a nome di tutto il Governo e in modo condiviso da tutti".

Le scelte, spiega Speranza, "vengono fatte dalla cabina di regia costituita da 3 rappresentanti del ministero della salute, 3 dell'Istituto superiore di sanità e 3 delle regioni, che quindi condividono il percorso che noi abbiamo costruito". "Sono dati che noi, a questo punto per legge- ha proseguito  - siamo obbligati a pubblicare e pubblichiamo i 21 criteri che ci portano a indicare il cosiddetto fattore di rischio per ciascuna regione. Questi criteri poi vengono messi a sistema con gli scenari che dipendono dal famoso Rt, cioè dall'indice di moltiplicazione del contagio. Su questo - insiste Speranza - dobbiamo essere chiarissimi: i dati nascono dalle regioni, le regioni alimentano il databese dell'Iss, e attraverso questa elaborazione che viene fatta, la cabina di regia ci offre poi i dati definitivi. Sulla base di questi dati io emetto un'ordinanza".

Ordinanze condivise da tutto il Governo
"Il Dpcm che abbiamo approvato da cui derivano le ordinanze che io firmo è stato condiviso da tutto il Governo. Non è una firma a titolo personale. Io firmo a nome del Governo sulla base di un decreto del presidente del consiglio dei Ministri e in una piena sintonia e condivisione con il presidente del consiglio Conte e con tutti i ministri".

Serve Oms più forte, con Biden auspicio di un nuovo corso
L'auspicio è che con questa nuova stagione si possa rivedere la scelta di uscire dall'Oms, ha commentato il ministro, rispondendo a una domanda sulla posizione Usa che con Trump aveva annunciato l'uscita dall'Oms nel luglio del 2021. "Senza la prima potenza democratica sarebbe una Oms più debole". L'Oms "va riformata e rilanciata ma serve una Oms più forte".