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Coronavirus

Il report settimanale

​Covid-19, Iss: l'Rt medio torna sotto 1, è a 0,97. In calo dopo 5 settimane

Resta maggiore di 1 in Puglia e Sicilia. A livello nazionale, in calo ricoveri e livelli di rischio. La fase resta comunque delicata: in 9 regioni alto rischio di epidemia incontrollata, sopra la soglia critica le terapie intensive in 12 Regioni. Restano a rischio alto Umbria e Provincia autonoma di Bolzano, si raccomandano nuove misure

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Bari ai tempi del covid

L'indice Rt in Italia torna a calare dopo 5 settimane consecutive di aumento, ed è di nuovo sotto la soglia dell'1, a 0,97. E' quanto emerge dalla bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità.

"Nel periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2020 - si legge- l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85- 1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita; e sotto uno, anche se con un limite superiore dell'intervallo di credibilità sopra uno".

Fase delicata
Primi segnali di miglioramento, dunque, della curva epidemiologica in Italia. Si osserva, in particolare, "una lieve diminuzione dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni", con 339,24 casi per 100.000 abitanti nel periodo 4-17 gennaio contro i 368 per 100.000 dei 14 giorni precedenti.

"Sebbene - si legge nel report - questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa (estensione dal 15/1/2021 della definizione di caso a test antigenici rapidi secondo i criteri definiti nella circolare del'8 gennaio 2021), il fatto che sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati anche con test rapido antigenico è un segno di miglioramento epidemiologico".

Inoltre, "si osserva una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (33.339 vs 39.970 la settimana precedente) e rimane stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (28,7% vs 28,5%). Rimane stabile, anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (31,5% vs 31,4% la settimana precedente). Il 25,4% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 14,4% non è stata riportata la ragione dell'accertamento diagnostico".

Infine, pur calando il rischio di trasmissione incontrollata e non gestibile, "l'epidemia resta in una fase delicata e un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane e' possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende, infatti, forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica e il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive.

Si conferma, pertanto, la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. E' fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile".

In 9 regioni alto rischio epidemia incontrollata
Questa settimana si osserva in Italia "un miglioramento del livello generale del rischio", anche se ci sono ancora 9 Regioni "a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane". Complessivamente, "sono 4 le Regioni con una classificazione di rischio alto (vs 11 la settimana precedente), 11 con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 6 con rischio basso. Due Regioni (Sicilia e Puglia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario di tipo uno".

In calo ricoveri e livelli di rischio
In calo i livelli generali di rischio, dopo gli aumenti delle scorse settimane, e tornano a scendere anche i ricoveri, sebbene ancora 12 Regioni, come la scorsa settimana, abbiano tassi di occupazione superiori alle soglie critiche.  "Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale - si legge nel documento - è sceso sotto la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche e' anche in diminuzione, passando da 23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale - avvertono gli esperti - sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive".

In Umbria e Bolzano adottare nuove misure
"Una Regione (Umbria) e una Provincia Autonoma (Bolzano) sono state classificate a rischio Alto per la terza settimana consecutiva; questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento "Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale" trasmesso con Circolare del Ministero della Salute".

Rezza: "Le misure hanno funzionato, mantenere prudenza"
I dati dell'ultimo monitoraggio settimanale della cabina di regia indicano che "le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie". Lo rileva in un videomessaggio il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.