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Coronavirus

La lotta alla pandemia

Locatelli: "Il numero dei vaccinati in Italia non è irrilevante". Palazzo Chigi: "Secondi in Europa"

Inoculato a oggi il 38% delle dosi arrivate

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Sono 182.442 le persone finora vaccinate in Italia, secondo l'ultimo aggiornamento sul sito del commissario straordinario per l'emergenza, un numero che è pari al 38% delle dosi consegnate.

La Regione con il maggior numero di vaccinati  continua ad essere il Lazio con 29.217 (63,8% rispetto alle dosi  consegnate), seguono il Veneto con 21.626 (55,6%) e la Sicilia con  19.064 (41%). Arranca ancora la Lombardia dove sono 9.821 le persone  vaccinate (12,2%). Tra i vaccinati finora le donne sono 110.192 e gli  uomini 72.250.

I numeri, nel loro complesso, mettono l'Italia "al secondo posto" in Europa, hanno sottolineato, nelle scorse ore, una nota di Palazzo Chigi e il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Locatelli. 

"La macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo" sottolineano fonti di palazzo Chigi. Ma i numeri italiani vengono reputati "già oggi soddisfacenti, perché pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per quantità di dosi somministrate, alle spalle della sola Germania, che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore. Un risultato per il quale dobbiamo ringraziare l’eccezionale lavoro delle donne e degli uomini del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Continuiamo a impegnarci in questo grande sforzo per realizzare un piano vaccinale senza precedenti".

Per Franco Locatelli, il numero delle persone vaccinate a oggi in Italia  "è tutt'altro che irrilevante.  Come in tutte le cose all'inizio c'è bisogno di un periodo di accelerazione, ma ricordiamo che l'Italia dopo la Germania è ora il secondo paese  in Europa per numero di vaccinazioni e ci sono Paesi che non hanno addirittura iniziato o hanno fatto un numero limitato" di iniezioni scudo.

"In questo momento - ha fatto notare l'esperto - ci sono differenze regionali significative. L'auspicio e l'invito è a colmarle il prima possibile". Ci sono, ha evidenziato Locatelli, "tre Regioni che ancora stamattina sono a una cifra di percentuale di vaccinati. Vanno aumentati i numeri, anche perché in una di queste regioni i siti di vaccinazione identificati sono davvero tanti e ci sono tutte le condizioni per poterlo fare. Vanno colmate queste differenze anche perché ogni settimana arriveranno in tutto il Paese all'incirca 470 mila dosi".

Locatelli ha ricordato l'importanza di continuare a indossare la mascherina anche dopo il vaccino "perché non abbiamo ancora  dati sufficientemente rigorosi per trarre conclusioni sull'immunità sterilizzante", sulla capacità di "prevenire le infezioni asintomatiche" e quindi non c'è una certezza sul fatto che  non si possa contagiare altri.

Quanto alle dosi disponibili, "teniamo presente che solo con Pfizer e Moderna il Paese ha più di 61 milioni di dosi a disposizione - ha ricordato Locatelli - Sono cifre  assolutamente importanti. Già nel primo trimestre dell'anno abbiamo 12 mln di dosi che sono disponibili per garantire la copertura di quelle che sono state le categorie  prioritariamente identificate ora, quindi operatori sanitari degli ospedali e delle Rsa e ospiti di Rsa per poi passare agli ultraottantenni e scendere progressivamente di età e offrire  la vaccinazione anche a forze dell'ordine e insegnanti per garantire il massimo della riapertura in sicurezza delle scuole".

"Mi auguro che il 2021 sia significativamente migliore dell'anno che ci siamo messi alle spalle", è l'auspicio espresso da Locatelli che ha ricordato il momento della sua  vaccinazione. "E' stato un momento importante per me", ha detto evidenziando la speranza che "il mio esempio potesse essere davvero di incentivazione per tutti gli italiani  perché è evidente che solo attraverso le vaccinazioni riusciremo ad emanciparci da questa situazione. Io non ho avuto assolutamente nessun problema" dopo il vaccino.  "Neanche dolore nel sito dell'iniezione che può essere considerato tra gli effetti collaterali, assieme a febbre, dolori osteoarticolari e magari cefalea".

Il vaccino Pfizer "oggi disponibile commercialmente, ma non sarà diverso neanche per il vaccino che verrà valutato nella giornata di domani, cioè Moderna, prevede due  somministrazioni, dà una copertura del 95% e quindi va detto con trasparenza che esiste un 5% di soggetti che non rispondono adeguatamente alla vaccinazione e la  copertura immunitaria rispetto al nuovo coronavirus la si ha a partire da 7 giorni dopo" la seconda iniezione, ha concluso l'esperto.