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ITALIA

L'inchiesta

Corruzione a Milano, Altitonante respinge le accuse: "Solo un contributo elettorale per Tatarella"

Il consigliere lombardo di FI arrestato nella maxi inchiesta della Dda milanese, non ha ottenuto 'soldi né come corruzione né come finanziamento illecito'. Così il suo legale, l'avvocato Luigi Giuliano, ha riassunto la difesa del politico nell'interrogatorio davanti al gip di Milano. Per la difesa di Altitonante non c'è 'alcuna mazzetta da 20mila euro' e i 25mila euro contestati come finanziamento illecito sarebbero 'un finanziamento regolare e dichiarato per la campagna elettorale di Pietro Tatarella'.

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I 25mila euro ricevuti dal consigliere regionale di Forza Italia, Fabio Altitonante, da parte degli imprenditori Daniele D'Alfonso e Luigi Patimo non sarebbero un finanziamento illecito ma un contributo per la campagna elettorale di Forza Italia per le elezioni del 4 marzo 2018. Denaro che sarebbero stato consegnati al collega di partito Pietro Tatarella, consigliere comunale e vicecoordinatore regionale del partito e candidato alle Europee nella circoscrizione Nord-Ovest. É questa la tesi sostenuta da Altitonante, ai domiciliari da martedì scorso, e dal suo legale, l'avvocato Luigi Giuliano, davanti al gip Roberta Mascarino.

"Nessuna mazzetta, Altitonante respinge le accuse"
"Altitonante ha risposto alle domande del giudice - ha spiegato il legale - ha dato la sua versione dei fatti respingendo le accuse di corruzione e finanziamento illecito. I soldi che gli vengono dati non afferiscono al finanziamento della sua campagna elettorale. Non c'è nessuna mazzetta da 20 mila euro. Ci sono delle somme versate per la campagna elettorale che non si riferiscono alla campagna elettorale di Altitonante". 

Per l'accusa il denaro serviva a ottenere un "interessamento"
Il consigliere regionale di Forza Italia, da quanto è emerso dagli atti dell'inchiesta, aveva ricevuto delle telefonate da parte dell'imprenditore Luigi Patino (anche lui finito in carcere) che gli chiedeva, in qualità di ex consigliere comunale, di interessarsi presso "la commissione Paesaggio del Comune di Milano, relativamente al rilascio del permesso a costruire" per un immobile della proprietà della moglie. Per la Procura di Milano, in cambio di un suo intervento avrebbe ricevuto una mazzetta da 20mila euro dall'imprenditore.

La difesa: "Nessuna pressione, non è corruzione"
Diversa la ricostruzione del legale di Altitonante, l'avvocato Luigi Giuliano, che difende anche Pietro Tatarella. "Quelle chiamate non erano pressioni per la licenza edilizia, che non ci sono state - ha detto il legale -. Non c'è stata nessuna pressione, non si tratta di episodi di corruzione" ma di un semplice interessamento da parte del consigliere regionale di Forza Italia.

"Soldi usati per una serata di comici pugliesi"
"Altitonante si è dimesso dall'incarico di sottosegretario per essere libero di difendersi meglio - ha spiegato ancora l'avvocato Giuliano -. I soldi non li ha ricevuti lui e il finanziamento non si riferisce alla sua campagna elettorale. Non ci sono soldi versati ad Altitonante nè direttamente nè indirettamente", ma quel denaro "è riferito alla campagna elettorale dell'altro candidato", ossia Pietro Tatarella, che ha utilizzato i 20mila euro per organizzare una serata di comici pugliesi. "Dei soldi raccolti - ha aggiunto il legale - sono avanzati addirittura 13mila euro". L'avvocato Giuliano, infine, ha spiegato che è stata chiesta al gip "la revoca della misura di custodia e aspettiamo con fiducia il parere del pm e la decisione del giudice".