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ECONOMIA

Decretone reddito pensioni

Corte dei Conti. Monito su reddito di cittadinanza e 'quota 100': necessario vigilare

Anche la Corte dei Conti ha parlato al Senato, in audizione in Commissione Lavoro, dove nella sua relazione ha evidenziato un forte impatto sui conti dovuto al reddito di cittadinanza e pensioni. Necessario 'attento monitoraggio della spesa'

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di Tiziana Di Giovannandrea
Nel primo giorno di audizioni, presso la Commissione Lavoro del Senato, sul Decretone contenente le misure sul reddito di cittadinanza e pensioni, anche la Corte dei Conti ha esposto le sue considerazioni e valutazioni, con una relazione del Presidente Angelo Buscema che evidenzia come sia fondamentale "un attento monitoraggio della spesa".

Il monito dell'organo ausiliario del Governo è un richiamo su come i provvedimenti contenuti nel Decretone (Disegno di legge n. 1018 di conversione in legge del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materi adi reddito di cittadinanza e di pensioni) in termini di deficit e debito pubblico dei prossimi tre anni pesino per 17 miliardi.

L'isituzione del reddito di cittadinanza (RdC) viene visto come "un rilevante cambiamento e un potenziale progresso nelle politiche di protezione sociale del nostro Paese; tuttavia il correlato incremento di spesa se, da un alto, risponde ad una esigenza reale, cresciuta con la crisi, cioè quella di contrastare la povertà, dall'altro, date le condizioni di elevato debito pubblico del nostro Paese e la decisione del legislatore di finanziare la norma senza corrispondenti tagli di uscite correnti meno meritevoli, richiede che si effettui un attento monitoraggio degli andamenti di spesa per salvaguardare gli equilibri di bilancio di medio termine". Questo è quanto sostanzialmente ha esposto il presidente Buscema. 

'Quota 100'. Per la Corte dei Conti dubbi su creazione posti per giovani
L'obiettivo di creare nuove occasioni per i giovani con il pensionamento legato a 'quota 100' è "condivisibile" ma "di non semplice conseguimento" anche perché "gli auspicati meccanismi di sostituzione dei pensionati che anticipano l'uscita dal lavoro con nuove assunzioni sembrano non trovare conferma negli studi che pongono in relazione, per i diversi paesi, l'età di uscita dal mondo del lavoro con la quota di occupazione giovanile". E' quanto ha poi affermato Buscema, in audizione in Commissione Lavoro del Senato. Anzi, ha aggiunto, "la creazione di debito pensionistico, potrebbe comportare nel sistema aspettative di rialzo degli oneri sociali per riequilibrare lo scompenso generato" che "potrebbe tradursi in aspettative di crescita del costo del lavoro con effetti negativi sulla domanda di lavoro".

Secondo l'organo di ausilio del Governo, l'introduzione di 'quota 100' implica una maggiore spesa immediata ed un maggior debito implicito. Infatti l'impatto di 'quota 100' sui conti pubblici "è significativo sia se considerato in termini di deficit e debito pubblico dei prossimi tre anni (circa 17 miliardi), sia se considerato in termini di crescita del cosiddetto debito pensionistico implicito".