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ITALIA

La replica di Kuwait Petroleum: "La nostra società è estranea alla vicenda"

Cosentino, la camorra, lo stato corrotto e la Q8

La vicenda che ha portato all'arresto dell'ex plenipotenziario del Pdl in Campania coinvolge criminalità organizzata e parti corrotte della pubblica amministrazione sino ad una delle più grandi aziende petrolifere del mondo. E anche il treno che esplose a Viareggio ha un ruolo

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Nicola Cosentino (foto LaPresse)
Il treno carico di Gpl che esplose a Viareggio uccidendo 32 persone era di Nicola Cosentino. O meglio, era suo il carico, il Gpl, ma viaggiava gratis perché, ai tempi in cui Nick ‘o mericano era sottosegretario, le Ferrovie dello Stato non riuscivano a vedere un euro dalle aziende legate alla famiglia Cosentino.

E’ questo uno dei retroscena che Roberto Saviano racconta su Repubblica nella dettagliata descrizione che fa della vicenda Cosentino. L’ex sottosegretario ed ex plenipotenziario del Pdl in Campania arrestato ieri per delle vicende legate alla gestione degli impianti di rifornimento. Impianti che Cosentino e fratelli gestivano collaborando con la camorra e sfruttando il potere che “Nick” aveva sullo Stato. Una tenaglia, quella composta da Stato e criminalità organizzata, in grado di schiacciare e travolgere chiunque. Ma, come spiega Saviano, alla forza dello Stato corrotto e della malavita, in questa brutta vicenda si aggiungeva anche il ruolo della Q8, multinazionale del petrolio che avrebbe avuto un ruolo tutt’altro che passivo nei fatti.

L’autore di “Gomorra”, dopo aver ripercorso per filo e per segno i punti che hanno portato all’arresto dell’ex parlamentare Pdl, rivolge un invito a Cosentino: “Collabori con la giustizia. Collabori subito. Berlusconi lo ha emarginato, lo ha lasciato solo. Il sistema di informazione che gli era vicino, con le sue firme, sta scappando da lui in silenzio, facendo finta di nulla e trovando nuovi padroni da servire. Collabori con la giustizia, Cosentino, racconti tutto quello che conosce. So come ragiona un uomo casalese: non distruggerà, parlando, la sua famiglia, ma può trovare un percorso di riscatto. Potrebbe raccontare non solo le responsabilità del centrodestra, ma anche le connivenze del bassolinismo e di tutto quel potere politico che ha permesso la sua crescita. Cosentino sa sopportare il carcere, ma adesso più che mai provi ad avere un comportamento che non risponda all'onore del silenzio. Dia una chance alla sua dignità, scelga di parlare”.

Il ruolo della Q8
Punto fondamentale che esce dalla ricostruzione di Saviano è il ruolo della multinazionale Q8, una delle più importanti compagnie petrolifere al mondo. Giovanni Cosentino (fratello di Nicola e anche lui arrestato) dice - secondo quanto emerge dall'inchiesta - a Gallo, imprenditore concorrente che vuole provare ad aprire un distributore: "La Q8 sono io". Nicola Cosentino non è un criminale qualsiasi. Ha genio economico e - se le accuse saranno confermate - ha compreso che non esiste profitto senza mediazione criminale e che il profitto va investito in politica e sul territorio. Chi è contro questa regola è contro l'economia stessa. Se osservi le leggi sei un perdente, se forzi le leggi sei un vincente. Il motto economico della criminalità casalese. In Italia – spiega Saviano -, le grandi compagnie petrolifere non possono non avere rapporti con le organizzazioni criminali che presidiano il territorio. Le società che non hanno legami con le organizzazioni criminali iniziano con l'avere problemi burocratici per l'inizio delle attività. Sarà difficilissimo se non impossibile ottenere le autorizzazioni, i distributori sulle autostrade saranno messi sotto estorsione e saranno vittima di incidenti di ogni genere, le ispezioni saranno continue, i camion con i rifornimenti saranno sempre in ritardo. Le compagnie che invece avranno accettato di essere non solo protette dalle organizzazioni criminali ma loro partner economici, godranno di una serie infinita di servizi: tra cui uno speciale alert nel caso di controlli sulla qualità del prodotto in vendita. L'alleanza tra compagnie petrolifere e camorra è storica. Questa vicenda specifica però è del tutto particolare. Ci sono due dirigenti della Q8 per i quali la procura ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari: Giovanni Adamiano e Bruno Sorrentino. La Q8, in questa inchiesta, se dovessero essere confermate le accuse dell'Antimafia di Napoli avrebbe un ruolo centrale e di grande colpevolezza. L'Antimafia di Napoli dimostra che avvenivano ripetuti incontri tra i dirigenti Q8 e Giovanni Cosentino su come organizzare sul territorio il business e decidere chi erano i concessionari. La Q8 in sostanza obbediva ai Cosentino.

Lo Stato corrotto
Una delle accuse rivolte alla famiglia Cosentino (Nicola, Antonio e Giovanni) è di aver ottenuto rapidamente il rilascio di permessi e licenze per costruire impianti, anche quando c'erano oggettive cause ostative. Quando altri imprenditori si proponevano nel territorio i Cosentino costringevano invece amministratori e funzionari pubblici locali a impedire o rallentare la costruzione degli impianti concorrenti con atti amministrativi illegittimi. Il potere di Cosentino e dei Cosentino era ed è un potere che si nutre anche di uomini dello Stato. E tra questi figura l’ex prefetto di Caserta Elena Stasi (la stessa che aveva concesso all'Aversana Petroli, di proprietà dei Cosentino, il certificato antimafia negatogli nel 1997 dalla Prefettura di Caserta, dal Tar e dal Consiglio di Stato. La stessa che fu poi eletta alla Camera tra le file del Pdl) che convoca dei concorrenti intimidendoli a dimostrazione di quali siano oggi i metodi che lo Stato e la politica utilizzano per favorire le organizzazioni criminali. 

La tragedia di Viareggio
E l’incidente di Viareggio, di cui non si può imputare certo la responsabilità ai Cosentino, offre un esaustivo spaccato su come il potere di Nick potesse piegare non solo uomini, ma anche intere aziende. Era il 29 giugno 2009 quando morirono 32 persone per il deragliamento di un convoglio composto da quattordici carri cisterna, quattordici vagoni pieni di Gpl. Partivano dallo stabilimento di Trecate per raggiungere Gricignano d'Aversa, a pochi chilometri da Casal di Principe. Il carico apparteneva alla Aversana Petroli. Una fatalità che poco ha a che vedere con la famiglia Cosentino, se non fosse che quel treno viaggiava gratis. Fs Logistica, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che aveva stipulato il contratto con Aversana Petroli, per il trasposto del Gpl dei Cosentino non riusciva a guadagnare un euro, anzi, più chiudeva appalti più finiva in perdita. In quegli anni Nicola Cosentino era sottosegretario all'Economia.

Il connubio con la camorra
In questo caso specifico, l'alleanza Aversana Petroli con il ramo del clan di casalesi che faceva capo a Michele Zagaria, avrebbe permesso alla famiglia Cosentino di battere la concorrenza utilizzando non solo le capacità militari del clan e il loro dominio sul territorio, ma anche la loro capacità di muoversi nella burocrazia. Il clan Zagaria continua infatti ad essere una delle aziende di servizi più efficienti d'Italia. Esemplare quanto accaduto a Luigi Gallo, imprenditore mandato sul lastrico dalle angherie dei Cosentino solo perché avrebbe voluto gestire un distributore di benzina troppo vicino a quello che i Cosentino avevano in progetto di aprire. La famiglia Cosentino - secondo le accuse dell'Antimafia - avrebbe costretto Gallo ad appaltare tutti i lavori necessari per l'apertura del distributore agli Zagaria. L'alleanza Zagaria-Cosentino che emerge dall'inchiesta è un'alleanza militare e petrolifera.

La replica di Kuwait Petroleum: "La nostra società è estranea alla vicenda"
In merito all’articolo apparso oggi sul Vostro quotidiano a firma di Roberto Saviano, la Kuwait Petroleum Italia non può non esprimere totale disappunto e dissenso sul contenuto dello stesso.
 
Saviano prende spunto da una vicenda giudiziaria alla quale la nostra Società è estranea.Vicenda questa certamente gravissima, ma che, benché temporalmente e territorialmente limitata e circoscritta, viene impropriamente generalizzata ed utilizzata per criminalizzare la nostra Società e l'intero settore petrolifero che secondo Saviano sarebbero collusi ed assoggettati ad organizzazioni criminali.
 
E' questa una rappresentazione priva di fondamento e preconcetta. Gli elementi per i quali lo stesso Saviano ci individua come parte lesa, non devono perciò essere utilizzati per attribuire alla nostra Società  modalità di gestione delle attività che certamente non le appartengono.