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ITALIA

Concordia a Genova, il no di Greenpeace: “In mare aperto per 5 giorni?”

Costa Concordia, Greenpeace: "Un altro disastro quanto ci costerebbe?"

Gli attivisti a bordo della Rainbow Warrior hanno organizzato un blitz nelle acque antistanti l’isola del giglio,  proprio in contemporanea al Consiglio dei ministri che ha decretato il porto di destinazione della nave

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di Silvia Balducci
Che alla fine il relitto della Costa Concordia sarebbe stato trasferito a Genova lo si era capito da un po’. Lo avevano di certo intuito gli attivisti di Greenpeace che hanno organizzato un piccolo blitz esattamente in contemporanea al Consiglio dei ministri che ha preso la controversa decisione.  Per l’associazione un errore perché, sottolineano, lo smaltimento dovrebbe avvenire il più vicino possibile per minimizzare  i rischi ambientali.
 
In segno di protesta Greenpeace ha posizionato la nave Rainbow Warrior, in Italia per la prima volta, non lontano dal relitto. Al tramonto una serie di interrogativi a caratteri cubitali sono comparsi con luci a led sul fianco del veliero: “Un altro disastro, quanto ci Costa?” e “ In mare aperto per 5 giorni?”. Risposte che l’associazione dice di chiedere inutilmente da mesi.
 
“Speriamo sia davvero vicino il momento in cui l’oscena ferraglia della Costa Concordia sarà rimossa dal Giglio. Ci vorranno almeno cinque giorni per trainarla fino a Genova e i dubbi sulla sicurezza di quest’operazione sono molti. Avremmo voluto cancellarli incontrando il Commissario straordinario, che ha il compito di vigilare su un intervento complesso e rischioso come questo, ma non è stato possibile» afferma Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.