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Coronavirus

Il vertice

Covid, Draghi: dare speranza programmando riaperture. Le Regioni: certezze su vaccini

Con le Regioni, ha detto il premier, c'è il comune impegno ad assicurare non solo la sicurezza e la salute ma anche la ripresa dell'attività economica. E ha sottolineato: 500mila vaccinati al giorno è un obiettivo non lontano. Il ministro Speranza: prudenza, non fare passo troppo lungo

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"Occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare e alle riaperture". Lo ha detto il premier Mario Draghi nell'incontro con le Regioni sui vaccini. "Bisogna cominciare ad aver di nuovo il 'gusto del futuro'. Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme , raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico", ha aggiunto.

"Bisogna guardare al futuro per dare un segnale al Paese - è stata la replica delle Regioni - si cominci a fare un ragionamento sulle riaperture in base alla certezza sull'arrivo dei vaccini". 

Il presidente del Consiglio ha quindi rinnovato "l'invito a iniziare a guardare al futuro con ottimismo", sottolineando come "la campagna vaccinale stia andando migliorando continuamente e  rapidamente". Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di vaccini e al numero delle vaccinazioni, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano - ha osservato il premier -  più così lontani.

"Per quanto riguarda le forniture dei vaccini per i prossimi mesi - ha proseguito - la Commissione ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per  raggiungere l'immunità per il mese di luglio in tutta l'Europa".

Poi ha assicurato: lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni, anche con riferimento al tema delle carenze di  personale. "Questo è l'atteggiamento del governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi". Ed ha sottolineato: c'è il comune impegno ad assicurare non solo la sicurezza e la salute ma anche la ripresa dell'attività economica. Soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato Regioni - ha concluso - si riuscirà a vincere questa battaglia.

"Cominciamo a riprogrammare le nostre aperture, le manifestazioni, le fiere, i matrimoni", è stata la replica del vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, che ha aggiunto: "Il piano di vaccinazione non può essere raccontato come uno scontro tra Governo e Regioni. Non è così e questa narrazione scredita tutte le istituzioni. Il piano è cambiato tante volte, tante volte le Regioni si sono rimboccate le maniche per realizzarlo. Andiamo avanti con una grande unità di intenti. Bisogna coinvolgere tutti nella vaccinazione, come abbiamo fatto in Liguria, dove, con il Commissario Generale Figliuolo e il Capo della Protezione civile, Curcio, abbiamo inaugurato il primo hub vaccinale gestito con la collaborazione e il personale della sanità privata convenzionata".

Il ministro della Salute, Speranza, frena: "Ora va usata prudenza, sono i numeri dei decessi, del contagio e delle terapie intensive a imporci attenzione. Con 3.721 posti letto in terapia intensiva occupati non possiamo fare un passo troppo lungo. Le prossime settimane saranno decisive per le vaccinazioni e potremo così programmare l'estate e la graduale uscita dalle restrizioni sulla base delle evidenze scientifiche e dei dati del monitoraggio che sono e restano la nostra bussola".

Gelmini: se numeri migliorano servirebbe automatismo riaperture
"Il testo del prossimo decreto Covid non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo a tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire 'riapriamo tutto'. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all'interno del decreto legge servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento". Cosi - a quanto si apprende - il Ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini, all'incontro tra Governo e Regioni.