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MONDO

Nuovo stop al negoziato

Crisi Grecia, no di Atene all'offerta dei creditori. Slitta pagamento Fmi

Dopo quattro mesi di trattative tutto torna in gioco. Non è chiaro quando Tsipras tornerà a Bruxelles per riprendere il negoziato con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Merkel: "Serve sforzo di Atene"
 

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Alexis Tsipras (Ansa)
La proposta dei creditori per  sbloccare l'impasse in Grecia ha ricevuto il rifiuto di Atene che ha deciso di rinviare il pagamento dovuto al Fmi, gettando di nuovo nell'incertezza il negoziato.    

"Le proposte presentate (dai creditori) aumenterebbero la povertà e la disoccupazione", mentre serve una "immediata convergenza verso proposte più realistiche", si legge in una nota del ministero delle Finanze ellenico. 

La Grecia "intende accorpare i quattro pagamenti di giugno in un unico esborso il 30 giugno", informa invece una nota del Fmi che, richiamando una decisione interna risalente agli anni '70, sembra acconsentire.    

Una doccia gelata sulla trattativa che era stata rilanciata dopo il pressing degli Stati Uniti preoccupati per l'impatto di un possibile default, e accolta dalla cancelliera Angela Merkel con un vertice d'emergenza a Berlino martedì assieme a Mario Draghi, Christine Lagarde, Francois Hollande e Jean-Claude Juncker. Il premier greco Alexis Tsipras, dopo l'incontro a cena mercoledì con Merkel e Hollande, si era detto "ottimista, siamo vicini ad un accordo", mentre anche da Commissione Ue ed Eurogruppo arrivavano dichiarazioni positive. 

A provocare il "rifiuto" ufficiale della proposta europea sarebbero state non solo le divergenze con Fmi, Ue e Bce, ma anche quelle interne: con una parte crescente di Syriza che promette battaglia fra voci, smentite, di un voto di fiducia. Il vicepresidente del Parlamento greco, Alexis Mitropoulos, ha dichiarato che elezioni anticipate appaiono ormai inevitabili dopo che a Bruxelles hanno prevalso "opinioni estreme".    

La cancelliera Merkel, alle prese con una bomba ad orologeria che potrebbe innescare l'uscita dall'euro creando un pericolosissimo precedente, si mantiene cauta: "La Germania desidera che la Grecia faccia parte dell'euro" ma "ci vuole uno sforzo da parte di Atene", dice al Tg1. Mentre Lagarde, rifacendosi a Draghi, chiede  un "accordo forte" ma ricorda anche, velatamente, che sarebbe opportuno ristrutturare il debito greco. Intanto il ministro delle Finanze ellenico Varoufakis commenta: la Grecia "è pronta e vuole" un accordo con l'Europa, ma ha bisogno di speranza. Una speranza che deve arrivare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. 

Dopo quattro mesi di negoziato tutto torna in gioco. Le distanze restano, anche se non insormontabili: Tsipras ha proposto un surplus primario per il 2015 fra 0,85 e 1% in rialzo fino al 3,5% nel 2018, numeri ormai vicini a quelli proposti dai creditori. Che però non concordano nei conteggi del documento greco e chiedono interventi più decisi sulla previdenza (dove Tsipras propone un approccio graduale sulle pensioni anticipate), sul rialzo dell'iva (il cui gettito resterebbe invece invariato), sul lavoro (dove Atene insiste per la reintroduzione della contrattazione collettiva e sul rialzo, ancorché progressivo, del salario minimo).