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POLITICA

"Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni"

Mattarella incarica Draghi, che accetta con riserva. Da oggi pomeriggio le consultazioni

"Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. È un momento difficile", ha detto Draghi, dopo il colloquio al Quirinale con Mattarella. Vertice Pd-M5s-LeU: prospettiva politica unitaria. Zingaretti: "Draghi può portare l'Italia fuori dall'incertezza"". Di Maio: "Mandato elettori è per esecutivo politico, nessuno provi a dividere M5s". Salvini: daremo nostro contributo se poi si vota

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Mario Draghi si prepara alle consultazioni con le forze politiche: dovrebbero partire  questo pomeriggio in uno studio di Montecitorio. Nel frattempo, il presidente del Consiglio incaricato ha fatto rientro in Umbria, a Città della Pieve, dove sta profilando il quadro degli incontri. Grande attenzione anche ai rapporti con le parti sociali che, si ragiona in ambienti politici, potrebbero essere incontrate da Draghi a margine delle consultazioni con i partiti e, sicuramente, in un tavolo di concertazione, a governo fatto. Il calendario delle consultazioni dovrebbe essere reso noto a breve.

Il giorno di Draghi
Ieri il presidente incaricato ha incontrato al Quirinale Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica gli ha conferito l'incarico di formare il nuovo governo dopo il fallimento di una ricomposizione della maggioranza e il tramonto del 'Conte ter'. Incarico che l'ex presidente della BCE ha accettato con riserva. 

Incarico senza paletti
Un mandato ampio che non parte da un'idea precostituita di governo, di maggioranza né di tipo di ministri. Così Mario Draghi si avvia alle consultazioni con le forze parlamentari dopo l'incarico a formare un nuovo governo ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Sarà Draghi a decidere senza particolari 'paletti' su perimetro, tipo, modello di governo dopo aver sentito i gruppi parlamentari. Ascolterà, come da lui stesso detto all'uscita dell'incontro con il Presidente della Repubblica, le forze politiche e poi tirerà le somme per riferire al Capo dello Stato le sue determinazioni e sciogliere la riserva.

Incontro Pd - M5s - LeU
Il segretario del Pd Zingaretti parla di nuova fase, promette disponibilità e ha organizzato un confronto sulla crisi di governo e la possibilità di offrire appoggio al governo Draghi con LeU e Movimento 5 Stelle. L'incontro è terminato poco fa. "Nel quadro del lavoro che si è avviato dopo il conferimento dell’incarico al professor Draghi, pur nel rispetto del confronto che si è aperto tra le forze politiche, è positiva la disponibilità di Pd, M5S e Leu di voler continuare a tenere aperta una prospettiva politica unitaria". Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine dell'incontro da remoto con le delegazioni di M5S e Leu.

Crimi (M5s): "Dalla riunione di questa sera tra Movimento, PD e Leu emerge la volontà di non disperdere il patrimonio comune costruito con grande impegno, nell'ultimo anno e mezzo. Un patrimonio fatto di temi e interventi già realizzati, di misure sulle quali abbiamo condiviso impostazioni e obiettivi. Nel reciproco rispetto per le rispettive posizioni riguardo alla scelta di appoggiare un eventuale governo tecnico a guida Mario Draghi, abbiamo confermato la volontà di mantenere saldo quel leale rapporto che nel tempo è cresciuto e migliorato". Lo afferma in una dichiarazione il capo politico politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi al termine del vertice serale con il Partito democratico e Leu.

"La riunione di questa sera tra Pd, Leu e 5stelle è stata importante per proseguire nel percorso comune intrapreso in questo anno e mezzo di governo. Percorso che ci ha visto, in questa fase difficile del nostro paese, fare scelte importanti a difesa degli italiani per non lasciare indietro nessuno in questa crisi. Nel rispetto delle reciproche posizioni sull'attuale fase politica questo percorso non si ferma". Lo affermano i capigruppo di LeU Loredana De Petris e Federico Fornaro al termine dell'incontro con Pd e M5S.

Nel M5s prevale, però, la linea del no al governo tecnico. Da Beppe Grillo arriva il no: "Siamo leali a Conte, non a Draghi". E ancora Crimi lascia intendere che "quella del voto su Rousseau è un'ipotesi da non trascurare. Ovviamentedobbiamo aspettare che prima ci sia un contenuto reale da sottoporre. Votare sulla persona mi sembra riduttivo". 

Italia Viva invece si confronterà in tarda serata.

Di Maio: "mandato è per esecutivo politico, nessuno provi a dividere M5s"
"Le regole della democrazia sono molto chiare. La volontà popolare è rappresentata dalle forze presenti in Parlamento il cui mandato, ricevuto dagli elettori, non è stato quello di un governo tecnico ma, lo ribadisco, è stato quello di proporre un governo politico al Paese che rispondesse alle esigenze degli italiani". E' quanto ribadisce Luigi Di Maio in un post su Facebook, nel quale ricorda che "nel 2018 il MoVimento 5 Stelle ha preso il 33% dei voti, in Parlamento siamo la forza politica più grande e come abbiamo già dimostrato, siamo determinanti. Ora dobbiamo mostrarci compatti, serve unità". "Nessuno provi a dividerci", conclude.

Riprende in notturna l'assemblea dei 5 stelle
Riprende l'assemblea fiume dei parlamentari Cinque Stelle sul governo Draghi che era stata interrotta per dare modo al capo reggente Vito Crimi e ai capigruppo Davide Crippa ed Ettore Licheri di partecipare all'incontro con le delegazioni di Pd e Leu sull'incarico all'ex Presidente della Bce.

Draghi: "Mi rivolgerò innanzitutto al Parlamento"
"Ringrazio il Presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. È un momento difficile", ha detto Mario Draghi dopo l'incontro con il presidente Sergio Mattarella al Quirinale. E ha annunciato: "Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni". 

"Mi rivolgerò innanzitutto al Parlamento, espressione della volontà popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all'appello del Presidente della Repubblica", ha detto Draghi.

"La consapevolezza delle emergenze richiede risposte all'altezza della situazione ed è con questa a speranza e questo impegno che rispondo positivamente all'appello del Presidente della Repubblica", ha spiegato.

"Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini rilanciare il paese sono le sfide che ci confrontano", ha sottolineato il premier incaricato. Che ha aggiunto: "Abbiamo a  disposizione le risorse straordinarie dell'Ue, abbiamo l'opportunità di fare molto per il nostro Paese con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale".

Mario Draghi ha poi lasciato il Quirinale per andare a Montecitorio, per informare il presidente della Camera, Roberto Fico, di aver ricevuto l'incarico a formare il nuovo governo. Terminato il colloquio con Fico, durato circa mezz'ora, il premier incaricato ha lasciato la Camera per recarsi a palazzo Giustiniani per un incontro con la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Il colloquio con Casellati è durato circa 50 minuti.

Il presidente del Consiglio incaricato, è andato poi a Palazzo Chigi per incontrare il premier uscente Giuseppe Conte: colloquio con Giuseppe Conte è durato circa un'ora e un quarto. 

Il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi è poi tornato a Montecitorio per un sopralluogo alle sale dove, a partire da domani, terrà le proprie consultazioni per la formazione del nuovo governo. Draghi è stato accolto dal segretario generale di Montecitorio, Lucia Pagano.  





Cala lo spread, Milano tocca +3%
La prospettiva di un esecutivo guidato dall'ex capo della Banca centrale europea alimenta l'ottimismo dei mercati e ha un immediato effetto positivo sullo spread: il differenziale Btp/Bund cala attorno ai 105 punti, dai 113 della chiusura di ieri.

La Borsa di Milano ha allungato  a +3% quando l'ex presidente della Bce Draghi è arrivato al Quirinale per l'incarico di un governo di alto profilo.

Draghi spacca il centrodestra, il giallo della nota finale al vertice
Al vertice di  oggi i leader avrebbero deciso di rinviare ogni giudizio sul premier incaricato a dopo le consultazioni. Un modo per evitare divisioni, ma le divergenze sarebbero uscite su una nota congiunta  del centrodestra preparata e limata con fatica fino all'ultimo, ma mai diffusa alla stampa al termine del summit di oggi. Pomo della discordia, il passaggio dedicato all'ex presidente della Bce, dove veniva espresso apprezzamento per il profilo e la disponibilità del premier  incaricato. Parole che non avrebbero convinto tutti, in particolare da Fdi, perché considerate come un elogio pubblico di Draghi prima ancora  di conoscere le reali intenzioni del presidente del Consiglio incaricato. 

Vertice centrodestra. Salvini: "Via maestra resta il voto"
"Ribadiamo con coerenza che la strada maestra sono le elezioni. Se il professor Draghi ci incontrerà andremo ad ascoltare, a proporre e a valutare non abbiamo pregiudizi". Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini al termine del vertice del centrodestra. "Questo è l'obiettivo. Io lavoro perché il centrodestra sia sempre compatto", afferma Salvini chi gli chiede se la coalizione si presenterà compatta alle consultazioni. 

"Se andiamo avanti per due anni, è un discorso, non si può. Se si va a votare, per esempio a giugno, è evidente che non possono passare 4-5 mesi senza fare niente quindi è chiaro che questo tempo vogliamo occuparlo facendo cose utili". Lo ha detto Matteo Salvini a Radio radio. E poi a La7 ha spiegato: "Per uscire dalla crisi la via più diretta è dare la parola agli italiani, si può fare in sicurezza e in salute. È chiaro che servono alcuni mesi, allora riempiamo questi di taglio della tasse, di taglio delle burocrazie, di infrastrutture. Con Draghi parleremo di questo. Vogliamo capire che idee ha, che tempi ha in testa, su che temi". Ad esempio, "che facciamo di Quota 100 che scade al 31 dicembre?". Quanto al Reddito di Cittadinanza, invece, "si è rivelato fallimentare".

Berlusconi (Forza Italia): "Centrodestra deciderà insieme"
"Andiamo alle consultazioni a sentire Mario Draghi quali idee ha e cosa propone. È una personalità di altissimo profilo. Valuteremo insieme, come centrodestra, cosa fare. Se siamo arrivati sin qui è anche perché siamo rimasti uniti". Lo ha detto Silvio Berlusconi collegato via Zoom nel corso del vertice del centrodestra.

Tajani (Forza Italia): "Valuteremo i contenuti e poi decideremo"
"L'incarico a Draghi è un incarico conferito a una persona di alto profilo. Valuteremo le proposte,
le idee e i contenuti e poi decideremo il da farsi, fermo restando che bisogna affrontare le emergenze che in questo momento gravano sugli italiani". Così il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, uscendo dal vertice del centrodestra.

Meloni (Fdi): No a Draghi. Astensione se lo facciamo tutti
Fdi potrà farlo solo se preserva unità del centrodestra La leader di Fdi, Giorgia Meloni, avrebbe ribadito la sua intenzione di votare contro un eventuale governo Draghi nel corso del vertice del centrodestra. E' quanto riferiscono fonti del partito. La stessa Meloni, tuttavia, si sarebbe detta disposta al massimo a un voto di astensione in nome dell'unità della coalizione qualora quello fosse il punto di caduta 'intermedio' tra chi è tentato dall'appoggio e chi non lo è.

Lupi: "Abbiamo tutti il dovere di ascoltare Draghi"
"Noi abbiamo condiviso il comunicato stampa letto da Salvini, la strada maestra a una crisi senza sbocchi sono le elezioni ma se qualora il presidente della Repubblica avesse scelto una strada diversa, avremmo ascoltato. Ora dobbiamo ascoltare Draghi, e questo lo ha condiviso anche Giorgia Meloni. Poi faremo le nostre valutazioni". Lo ha precisato Maurizio Lupi, esponente di Noi con l'Italia e parte del cntrodestra, dopo il post con cui Giorgia Meloni ha escluso categoricamente un sostegno di Fratelli d'Italia al governo Draghi. "Nessuno di noi può dire sì o no, compresa Giorgia Meloni, compreso Salvini, se prima non incontriamo Draghi e ci dica su cosa cosrtuirà questo governo, quali punti essenziali", ha insistito Lupi. Nel merito, "oggi Berlusconi ha richiamato la giustizia, per noi l'impresa... Prima di dare un giudizio credo che dovere di tutti sia ascoltare con serietà quello che Draghi ci proporrà. Draghi è una candidatura fortissima, e vorrà avere dietro di sè, credo, l'unità massima di tutte le forze politiche. Partire per partire, non credo che Draghi lo farà. Come centrodestra insieme lo valuteremo, poi si sono già prese strade diverse nel centrodestra".

Assemblea M5s
"Oggi ci ritroviamo con un governo tecnico. Mettete da parte Draghi, al di là della persona, pensate a un governo tecnico che è freddo e calcolatore. Un governo tecnico avrebbe mai potuto fare il reddito di cittadinanza? Un governo tecnico avrebbe potuto fare misure costose ma innovative e di rilancio come il superbonus al 110% e le comunità energetiche? Queste sono operazioni che può fare un governo politico, non un governo che ha la necessità di far quadrare i conti. Un governo tecnico non fa il bene del Paese, abbiamo già dato". Così Vito Crimi all'assemblea dei gruppi M5s.

 "Abbiamo un terzo dei parlamentari, si deve passare da noi per qualsiasi scelta. Questo è un patrimonio che non dobbiamo disperdere, noi siamo determinanti anche nel caso in cui dovesse nascere questo governo. Se non possiamo far nascere un governo tecnico noi possiamo però essere determinanti nelle scelte, su qualunque cosa", ha detto Crimi.

"Al di là di quello che faremo, quando e se dovesse nascere questo governo tecnico noi saremo condizionanti. Renzi aveva come obiettivo spaccare tutto e tutti. E tra le varie cose questa soddisfazione non gliela dobbiamo dare". "Nelle consultazioni andiamo a ribadire contrarietà e ad ascoltare" quello che ha detto Crimi.  

"Renzi non voleva ricucire, alzava solo il prezzo. Voleva più ministeri, ma ha chiesto di tutto. Ha chiesto di concordare le nomine in Rai, in Cdp",  ha detto Crimi. "Renzi aveva come obiettivo è spaccare tutto e tutti. E tra le varie cose questa soddisfazione non gliela dobbiamo dare", ha aggiunto.

Toti (Cambiamo!): "Draghi uomo giusto". "Coinvolga i leader politici"
"Draghi mi sembra l'uomo giusto, non siamo di fronte a una riedizione di Monti. Draghi è un uomo saldamente ancorato alle istituzioni europee ma che nelle istituzioni europee ha saputo far valere la sua visione particolare", ha detto il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo!  Toti a "L'aria che tira" su La7.

Un Governo Draghi con i leader politici dentro "a me piacerebbe moltissimo, sarebbe un modello tedesco di grande maturità per la classe politica del Paese", prospetta Toti. "Non so se è l'idea di Draghi, se è il mandato che avrà da Mattarella e se i leader politici saranno disponibili", puntualizza.

Tabacci (CD): Draghi politico raffinatissimo, ce la farà
"Chi non darà la fiducia a Draghi sene assumerà le responsabilità. Sarebbe come avere uno come Pelé e poi non farlo giocare. D'altra parte questo Parlamento è abituato a sciupare tutto. Io però credo che ce la farà", dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, l'esponente di Centro Democratico, Bruno Tabacci. "Draghi è un politico raffinatissimo, - aggiunge - visto che è riuscito a governare 7 anni la Bce e avendo contro il banchiere della Bundesbank".

Saccone (Udc): "Difficile per tutti dire di no a Draghi"
"Siamo ancora nella fase dei tatticismi. Ma di certo la scelta di Draghi sconquasserà gli equilibri (fragili) della politica. Ora vedremo in che modo, ma sarà difficile, per tutti, dire di No". Così il senatore e portavoce nazionale Udc Antonio Saccone.

+Europa: "Sostegno a Draghi, si lavori per maggioranza"
"Più Europa è pronta a sostenere mario draghi: serve autorevolezza e competenza per gestire la campagna vaccinale e il next generation Eu. Anche il riscontro positivo dei mercati rappresenta un patrimonio che l'Italia di oggi non deve sprecare. Ora si lavori a una 'maggioranza Draghi'".Lo scrive su twitter il segretario di Più Europa, Benedetto della Vedova. 

Ipotesi Conte ministro o vice premier
Nel corso del lungo colloquio tra il premier incaricato Mario Draghi e il presidente del consiglio dimissionario, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi sarebbero state vagliate alcune ipotesi relative alla partecipazione di Conte al prossimo esecutivo. Tra le postazioni considerate in ipotesi il ministero degli Esteri, (nel caso - viene spiegato - Luigi Di Maio potrebbe segnalare una disponibilità in tal senso), ma anche la vicepresidenza del Consiglio. La decisione nelle prossime ore. E' considerata propedeutica a ricompattare il fronte dei giallorossi Pd-M5s e Leu intorno a Draghi.

Palazzo Chigi smentisce
"Le notizie che stanno trapelando in queste ore sul colloquio tra Giuseppe Conte e Mario Draghi sono totalmente inventate. In particolare, è destituita di fondamento l'indiscrezione secondo cui nel corso dell'incontro si sarebbe parlato di incarichi di governo per il Presidente Conte. Ancora una volta si torna a ribadire che in questa fase tutti i virgolettati e retroscena attribuiti a Giuseppe Conte sono destituiti di fondamento". Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi.