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ITALIA

Napoli

Vertenza Whirlpool. I sindacati: “La multinazionale specula sulla pandemia”

Protesta dopo l’ennesimo confronto finito male con l’azienda e l’ennesima conferma di chiudere la sede di Napoli

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L'area di via Argine e la Whirlpool deve restare aperta. La fabbrica potrebbe ripartire già domani. Rispondono così i lavoratori oggi in assembla in piazza Plebiscito a Napoli. Un’assemblea annunciata dopo il fallimento di 2 giorni fa, del tavolo di confronto con l’azienda e l’ennesima decisione di chiudere la sede partenopea. In piazza gli striscioni di sempre quelli che accompagnano da tempo la battaglia dei lavoratori della Whirlpool. "La gente come noi non molla mai". "Napoli non molla".

In piazza i sindacati nazionali: Fiom-Cgi
"In questa drammatica pandemia - ha osservato Barbara Tibaldi, componente della segreteria nazionale della Fiom-Cgil - la vendita di elettrodomestici è aumentata. Le persone stanno a  casa, comprano frigoriferi, rinnovano le cucine, comprano lavatrici. Due anni fa Whirlpool ci disse che il settore andava male, che le lavatrici prodotte a Napoli erano diventate un costo insostenibile. Ci dissero: se non si chiude Napoli saranno in pericolo tutti gli stabilimenti. È arrivato il Covid e Whirlpool
ha fatto i soldi: nel mezzo di questa pandemia è passata da 4 milioni di pezzi prodotti a 5 milioni".
 
Delocalizzazione in Turchia, India e Cina
"In questa abbondanza - ha aggiunto Tibaldi - le multinazionali, in particolare Whirlpool, decidono di speculare ulteriormente, caricando di lavoro gli stabilimenti attivi in Italia e portando una parte del lavoro in Turchia, in India, in Cina per guadagnare ancora di più. Questi lavoratori portano avanti una lotta con 350 operai contro una multinazionale americana, un gigante, una delle aziende del settore più grande del mondo. Questi operai e queste operaie hanno più lungimiranza
di chi ci governa".

La Cgil: il governo deve avere una politica industriale 
"Anche questo governo - ha denunciato Nicola Ricci, segretario generale della Cgil di Napoli e della Campania - non ha un'idea di politica industriale. L'area di via Argine e la Whirlpool rappresentano produzioni di eccellenza, ce lo dice il mercato, ma la scelta alla fonte è sbagliata: si dismette Napoli per favorire all'interno dello stesso gruppo altri siti. Via Argine deve restare aperta, la fabbrica potrebbe ripartire già da domani".