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ECONOMIA

Mps e la crisi delle banche

Crisi delle banche, vertice Ue a Bruxelles. Baretta: "Intervento pubblico solo come extrema ratio"

Il sottosegretario Baretta: "Il governo considera l'intervento pubblico come l'ultimo passo, eventualmente da attivare dopo che il mercato abbia messo in campo la necessaria risposta alla prima urgenza, che riguarda la cessione di quote significative di crediti deteriorati"

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Eurogruppo ed Ecofin a Bruxelles in agenda oggi e domani formalmente hanno le conseguenze della Brexit, e la situazione nella zona dell'euro, con particolare attenzione sui conti pubblici di Irlanda, Spagna e Portogallo. Ma c'è sotto sotto il tema delle banche e del bail-in, che dovrebbe - dicono in tanti - essere affrontato.

Padoan: risparmiatori saranno tutelati dal governo
Il ministro delle Finanze Padoan arriva a Bruxelles e chiarisce in una dichiarazione ai giornalisti che "il tema delle banche europee e delle banche italiane non è all'ordine del giorno di Eurogruppo e di Ecofin".




Gli strumenti necessari a sostenere le banche italiane "sono di tipo precauzionale. Abbiamo introdotto uno strumento per la liquidità, vedremo altri strumenti di tipo precauzionale", ha aggiunto Padoan. "I risparmiatori saranno salvaguardati dal governo italiano. I contatti con le autorità europee continuano positivamente, come è sempre stato in tutto questo periodo". Quanto all'ipotesi di creare un fondo europeo dedicato alle banche fatta dal capo economista della Deutsche Bank David Folkerts-Landau, Padoan replica: "Non so di cosa si parli".

Stati membri: no ammorbidimento regole su banche
In precedenza una fonte diplomatica dell'Ue aveva lasciato trapelare l'indicazione che le regole europee in materia di gestione di istituti bancari in sofferenza non si cambiano, e ammorbidirle sarebbe "controproducente". La questione è evidentemente legata alla crisi del settore creditizio italiano. La preoccupazione sulle banche italiane e la trattativa in corso fra il governo e la Commissione sul modo di gestire la situazione senza violare le norme Ue sugli aiuti di Stato e sul "bail in", quest'ultima in vigore dall'inizio di quest'anno, non saranno oggetto di dibattito in Consiglio, domani. "Non è tempo di discuterne a questo livello" , si spiega ricordando che al momento "è già in corso un dibattito tra l'Italia e la Commissione". Tuttavia, tra gli Stati membri "la posizione generale è che disfare le regole non sarebbe saggio". In particolare, per quanto riguarda la direttiva Brrd sul risanamento delle banche, "le norme sono state decise dopo un duro lavoro, e qualsiasi alleggerimento delle stesse avrebbe effetti controproducenti", secondo il diplomatico. Oggi pomeriggio, i ministri delle Finanze europei si riuniscono nel formato a 19 dell'Eurogruppo.

La crisi delle banche, con il caso Mps, ha pesantemente segnato la settimana finanziaria appena trascorsa in Italia. Il governo italiano cercherà di far passare la sua linea ma è più che probabile la resistenza da parte dei partner più restii a concedere deroghe in materia di finanza, e tra questi la Germania di Angela Merkel è in prima linea. 

Certo, quel 'supporto di tutti i partner europei e della Comissione' sottolineato da Renzi dopo averne parlato, come ha detto lui stesso, anche con Juncker, avrà il suo peso nella trattativa così come lo potrebbero avere gli inviti arrivati dalla Bce prima e dal Fondo monetario poi a una 'profonda riflessione' sulle rigide regole europee che invece devono essere sfrittate in tutta la loro 'flessibilità' in un momento in cui si è registrato lo stallo degli ultimi giorni, consentire all'Italia un salvataggio pubblico senza far pagare gli investitori, nemmeno quelli istituzionali, sarebbe una scelta senza precedenti e per questo  la Ue sarebbe restia a concedere.

La deroga scritta all'articolo 45 della comunicazione sugli aiuti di stato alle banche, infatti, non è stata applicata nemmeno agli istituti greci in pieno rischio Grexit con conseguente disgregazione dell'Eurozona. E la Brexit, per ora, non sarebbe considerata uno shock tale da permettere una flessibilità spinta all'estremo, con il rischio tra l'altro di minare la credibilità dell'impianto delle nuove regole incentrate sul Bail in ("salvataggio interno") e appena entrate in vigore.

Baretta: "Intervento pubblico solo come extrema ratio"
"Il governo considera l'intervento pubblico come l'ultimo passo, eventualmente da attivare dopo che il mercato abbia messo in campo la necessaria risposta alla prima urgenza, che riguarda la cessione di quote significative di crediti deteriorati". È quanto ha affermato al Corriere della Sera Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia, sull'ipotesi che il ministro Pier Carlo Padoan abbia fretta di chiudere l'accordo con Bruxelles che autorizzi l'intervento pubblico nel Monte dei Paschi di Siena.

"L'intervento pubblico - precisa comunque Baretta - dovrebbe avvenire d'intesa con la Commissione europea", con cui, fa sapere, "stiamo esaminando la situazione. Mi rendo conto che parlare di intervento pubblico in Mps solo se necessario possa apparire come un esercizio teorico, ma non dimentichiamo che, al momento, noi siamo solo di fronte a una richiesta della Banca centrale europea al Monte di alleggerire piu' rapidamente le sue "sofferenze". Tutti sono al lavoro su questo, per creare un mercato dei crediti deteriorati".  

Su Beppe Grillo, secondo il quale se salta Mps si scatenerà una nuova crisi globale, Baretta osserva: "Diffondere il panico è proprio ciò che non serve. Mps è una banca ben patrimonializzata, ma con troppi crediti deteriorati. Ridurli è interesse di tutto il sistema, il mercato si attiverà". "Spero che i soggetti privati - dice anche il sottosegretario - capiscano che non può essere solo la parte pubblica, cioè Cassa depositi e prestiti, a farsi carico dell'intervento e che esso è nell'interesse, come dicevo, di tutto il sistema. Conviene quindi che ognuno faccia la sua parte".

Renzi sabato da Varsavia: "Non esiste un caso Italia"
Non esiste un 'caso Italia' ma singole banche che hanno alcuni problemi specifici. E il governo lavora per stendere una rete di protezione preventiva, da attivare iun caso di necessità, con 'il pieno supporto' dei partner europei. Da Varsavia, dove a margine del vertice Nato ha avuto l'occasione di parlare a quattrocchi con Jean Claude Juncker e Angela Merkel, Matteo Renzi aveva rassicurato nuovamente sulla tenuta del sistema bancario italiano, alle prese sì con 'situazioni aperte per mille motivi', ma che l'esecutivo è pronto, grazie a un 'gioco di squadra' a risolvere prima di eventuali deflagrazioni.

Ancora una volta non è citata espressamente, non lo avevano fatto ieri nemmeno Ignazio Visco e Pier Carlo Padoan, ma è chiaro che il riferimento del premier è al Monte dei Paschi di Siena, che ha subito negli ultimi tempi più di un tracollo in borsa e che ora sta cercando di proporre alla Bce e al mercato una soluzione convincente al suo problema numero uno, quello dei crediti in sofferenza. Una partita che il Monte vorrebbe giocare il più possibile in autonomia, anche se appare quasi certo un intervento della mano pubblica qualora dovesse diventare inevitabile procedere a un nuovo aumento di capitale.

Anche se di qui al 29 luglio si riuscisse a presentare uno schema ufficiale di gestione degli Npl (non performing loans, prestiti non performanti) anche utiizzando il fondo Atlante (la vigilanza chiede di smaltirne in 3 anni 10,4 miliardi) resta comunque la spada di Damocle dei risultati degli stress test Eba che la banca potrebbe non superare. Anche certo arrivare a qull'appuntamento con il piano sui crediti inesigibili già messo a punto renderebbe meno traumatico questo passaggio e consentirebbe di affrontare il mercato in migliori condizioni.

Ma non eviterebbe comunque un intervento pubblico di  garanzia sull'aumento per il quale il governo vorrebbe ottenere il via libero europeo al più presto. Le condizioni per l'intervento, infatti, vanno concordate con Bruxelles e al momento, nonostante il sostegno politico incassato dal premier, non si registrano passi avanti nel negoziato.