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MONDO

Gruppo di contatto riunito in Bielorussia

Crisi ucraina, vertice a Minsk. Kiev: "Grande guerra con Mosca. Farà decine di migliaia di morti"

I ribelli delle regioni separatiste - presenti al vertice - sono disponibili a restare parte integrante del Paese in cambio del riconoscimento di uno status particolare delle loro regioni. Intanto Merkel avverte: "Si preparano nuove sanzioni contro Mosca". Putin: "Prevalga il buon senso"

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Ucraina (AP)
Ucraina
E' in corso a Minsk, in Bielorussia, la riunione del gruppo di contatto Kiev-Mosca-Osce sulla crisi ucraina. Presenti all’incontro anche rappresentanti dei separatisti filorussi. E sulla posizione di questi ultimi i media russi danno qualche anticipazione: i ribelli delle regioni ucraine orientali di Donetsk e Lugansk sono disponibili a restare parte integrante del Paese in cambio del riconoscimento di uno status particolare delle loro regioni.
 
In particolare i ribelli chiedono che le formazioni armate dei cittadini partecipino alla gestione dell'ordine pubblico, la possibilità di svolgere attività economica con una maggiore integrazione con la Russia e l'Unione doganale, e il diritto di nominare giudici e procuratori. Tra le richieste anche un'amnistia incondizionata dei miliziani e il cessate il fuoco immediato per tenere elezioni libere dei dirigenti e dei deputati locali.

Kiev: "Grande guerra con Mosca. Farà decine di migliaia di vittime"
"Una grande guerra è arrivata alle nostre porte, una guerra come non la vediamo dal secondo conflitto mondiale". E' quanto scrive su Facebook il ministro della Difesa ucraino, Valeriy Geletey, che aggiunge: "Purtroppo le perdite in un conflitto come questo non saranno misurate in centinaia, ma in migliaia e decine di migliaia". 

Tusk: "Il settembre 1939 non deve ripetersi" 
La tensione, insomma, resta altissima. Tanto che il premier polacco, Donald Tusk appena designato come prossimo presidente del Consiglio dell'Ue, commemorando a Danzica il 75mo anniversario dell'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, ha evocato il pericolo che si ripeta un altro settembre 1939. Tusk ha così tracciato quello che ha definito "un inquietante" parallelo tra l'offensiva nazista in Polonia e Cecoslovacchia, che fu giustificata con la necessità di proteggere le minoranze tedesche nei due Paesi, e l'annessione della Crimea e l'appoggio ai ribelli filo-russi dell'est dell'Ucraina da parte di Mosca.

Merkel: "Si preparano nuove sanzioni contro Mosca"
Intanto la crisi ucraina è al centro dell’attenzione dell’Ue che potrebbe varare nei prossimi giorni nuove misure contro Mosca. Lo ha sottolineato anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel: "Siamo uniti sul fatto che non ci sarà una soluzione militare del conflitto" ha detto parlando al Parlamento tedesco citando la preparazione di "nuove sostanziali sanzioni". Per Merkel, quello in Ucraina non è un conflitto interno ma con Mosca. "Siamo di fronte ad uno scontro tra Kiev e la Russia". 
 
Putin all'Ue su nuove sanzioni: "Prevalga il buon senso"
Alla notizia che l'Ue ha messo in cantiere nuove sanzioni contro Mosca per la sua politica in Ucraina, il presidente russo Putin avverte: "Mi auguro che prevalga il buon senso, mi auguro che lavoreremo insieme normalmente e che noi e i nostri partner non ci danneggeremo colpendoci l'un l'altro".

La situazione sul campo di battaglia
E mentre a Minsk si discute una possibile soluzione alla crisi, continuano i combattimenti sul campo. L'esercito di Kiev si è ritirato dall'aeroporto della città orientale di Lugansk, sotto l'incalzante offensiva dei ribelli filo-russi. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha accusato Mosca di "un'aggressione diretta ed evidente" che ha alterato platealmente l'equilibrio di forze in campo. Adesso Poroshenko studia cambiamenti ai vertici dell'esercito, ma intanto l'esercito ucraino, che dalla scorsa settimana ha incassato le sconfitte peggiori della guerra, continua a perdere posizioni.  Nonostante le accuse di una partecipazione di forze russe al conflitto, Mosca assicura che non interverrà militarmente in Ucraina. Anzi, il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, si è augurato che i negoziati di Minsk portino a un cessate il fuoco "immediato e senza condizioni”.

Telefonata Barroso-Putin. Il capo del Cremlino: “Se voglio prendo Kiev in due settimane”
A chiedere spiegazioni sui soldati di Mosca in Ucraina è stato il presidente uscente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso in una telefonata con Putin.  Il capo del Cremlino avrebbe risposto con una minaccia: "Se voglio, prendo Kiev in due settimane". Il retroscena viene svelato da "La Repubblica". Sarebbe stato lo stesso Barroso a raccontare la telefonata durante il vertice europeo a Bruxelles.