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SCIENZA

Scheda

Dalla ISS alla steppa in meno di 4 ore: come sarà il rientro sulla Soyuz di Samantha Cristoforetti

L'11 giugno l'astronauta italiana tornerà sulla Terra, atterrando in Kazakhstan. Ecco come avviene l'avventuroso ritorno dalla Stazione Spaziale Internazionale

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Il rientro di una capsula Soyuz (Ansa)
Il viaggio sarà decisamente spettacolare ma tutt’altro che comodo e l’arrivo sarà per cuori forti. Giovedì Samantha Cristoforetti saluterà la Stazione Spaziale Internazionale dove ha vissuto da fine novembre e salirà sulla piccola navicella Soyuz. Insieme ai colleghi Terry Virts (Nasa) e Anton Shkaplerov (Roscosmos) concluderà la sua missione rientrando sulla Terra in tre ore e mezza. Un volo descritto come indimenticabile da chiunque l’abbia sperimentato.

In tre in 5 metri cubi
Indossando le tute spaziali, i tre astronauti entreranno nel modulo orbitale della Soyuz e poi si posizioneranno nello sezione a loro dedicata, uno scomparto la cui scomodità è leggendaria e che ha un volume di soli 5 metri cubi. A quel punto, saranno davvero pronti per tornare a casa.
 
Delicato distacco dalla ISS
Quando il direttore di volo darà il via libera per iniziare il distacco, verranno aperti i dispositivi meccanici che tengono la navicella agganciata alla ISS. Dopo 3-4 minuti delle molle daranno il via alla separazione, a una velocità relativa di 12-15 centimetri al secondo. Il sistema propulsivo della Soyuz sarà ancora spento per evitare di contaminare la Stazione con residui di propulsione.

Traiettorie da calcolare con precisione
Dopo 3 minuti, a 20 metri dalla ISS i motori della Soyuz verranno accesi per 15 secondi per aumentare leggermente la velocità di separazione. Dopo una serie di controlli, arriverà il momento del “de-orbit burn”, un’accensione dei motori di 4 minuti e 45 secondi per rallentare la navicella e metterla sulla traiettoria di discesa nell’atmosfera. Andrà effettuato con precisione, perché una traiettoria troppo alta potrebbe far “rimbalzare” la capsula facendola restare nello spazio, mentre una troppo inclinata la farebbe arrivare con troppa velocità nella parte bassa dell’atmosfera sviluppando temperature troppo alte.

Separazione a 140 chilometri di quota
Per l’equipaggio inizierà la fase più adrenalinica del viaggio. La Soyuz attraverserà per 55 minuti gli strati più densi dell’atmosfera. A 30 minuti dall’atterraggio, a 140 chilometri di altezza, la Soyuz si separerà in tre parti grazie a dei bulloni esplosivi: il modulo di discesa con gli astronauti proseguirà fino a terra, mentre il modulo orbitale e il comparto strumenti bruceranno completamente.

Spettacolo pirotecnico nell'atmosfera
Il modulo di discesa sarà sottoposto a temperature estremamente elevate, dalle quali sarà difeso da uno scudo termico. Gli astronauti potranno vedere dall’oblò il plasma e una sorta di spettacolo pirotecnico naturale. A 35 chilometri di altezza sperimenteranno la massima decelerazione, pari a 4G (quattro volte la normale forza di gravità). A 10,5 chilometri di altezza, la velocità sarà già scesa da 28mila chilometri all’ora a 800 chilometri all’ora.

Appesi ai paracadute
A poco più di 9mila metri di quota inizieranno ad aprirsi i paracadute, con il principale da 100 metri quadrati che si aprirà a 8,5 chilometri di altezza e alla fine rallenterà la capsula fino a una velocità di 22 chilometri all’ora. A 5,5 chilometri di quota verranno sganciati lo scudo termico, oltre all’ossigeno e al carburante in eccesso.

Impatto nella steppa
A quel punto sarà questione di pochi minuti prima di atterrare nella steppa del Kazakhstan, in una zona scelta perché pianeggiante e senza edifici o formazioni naturali che possano creare problemi. Squadre a terra, anche con l’ausilio di mezzi aerei saranno pronti ad accogliere i tre astronauti. L’impatto sarà spettacolare: a 70 centimetri dal suolo dei retrorazzi si accenderanno per ridurre la velocità a 5 chilometri orari. In una nuvola di polvere, la Soyuz toccherà il suolo. La missione di Samantha Cristoforetti sarà compiuta.