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ITALIA

Al via verifiche sui conti degli Occhionero

Cyberspionaggio, cercò informazioni su Giulio Occhionero: denunciato carabiniere

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Giulio e Francesca Maria Occhionero
E' un vicebrigadiere dei carabinieri  il secondo rappresentante delle forze dell'ordine coinvolto nell'indagine sul cyberspionaggio che ha portato all'arresto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero. Il militare è stato denunciato dalla Polizia Postale (e sarà per questo indagato dalla Procura) per accesso abusivo a un sistema informatico, in particolare al database dello Sdi (Sistema di indagine) delle forze dell'ordine. Sarebbe stato lui a verificare se sul conto dell'ingegnere nucleare ci fosse un'attività di indagine da parte della magistratura. Il carabiniere, secondo quanto appurato dalla Postale, sarebbe stato sollecitato in questa ricerca da un 'fratello massone', amico di Giulio, e legato alla stessa loggia cui era iscritto l'ingegnere nucleare. E' possibile che il carabiniere abbia svolto in buona fede questa verifica senza sapere che ci fosse un'indagine a carico di Occhionero. In caso contrario, rischia anche un'accusa di favoreggiamento, reato ipotizzabile pure nei confronti del 'fratello massone'.

Nel mirino della Procura c'è, infine, la posizione della mamma degli Occhionero, la signora Marisa Ferrari sospettata di aver ostacolato le indagini, negando di essere la proprietaria del box dove gli investigatori della Postale hanno trovato ampia documentazione riconducibile alle societa' di Giulio e un paio di computer. La donna, per almeno due volte, avrebbe negato di avere avuto in affitto quel box e le relative chiavi, nonostante il contratto con la proprietaria portasse la sua firma. Il box, alla fine, e' stato aperto con l'aiuto dei vigili del fuoco e, stando ad alcuni testimoni, i due fratelli Occhionero sarebbero stati visti 'armeggiare' da qualle parti in epoca molto recente.

Indagini bancarie e patrimoniali su Occhionero
Accertamenti bancari (italiani ed esteri) e patrimoniali sul conto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero: è quanto la Procura di Roma si accinge ad avviare dopo un vertice, svolto a piazzale Clodio, con la Polizia Postale guidata dal nuovo responsabile, Nunzia Ciardi, che ha preso il posto di Roberto Di Legami, rimosso dal capo della Polizia.

Il pm Eugenio Albamonte e gli investigatori intendono ricostruire la galassia delle società, almeno quattro e domiciliate a Londra, riconducibili ai due fratelli, in carcere per una presunta attività di cyberspionaggio, che da 3 anni sarebbero senza lavoro e nullatenenti. Versione, ribadita dai due durante l'interrogatorio di garanzia reso davanti al gip. La Procura vuole anche capire di che cosa si occupassero veramente queste società  (ufficialmente inattive) e a che cosa servissero i dati acquisiti in maniera illecita dagli account di posta elettronica legati a terze persone e a organi istituzionali: forse per un'attività di intermediazione del credito o forse per un'analisi del mercato borsistico per prevedere l'andamento dei titoli, anche se lo stesso ingegnere nucleare ha detto ai magistrati di aver software matematici per stimare in anticipo i movimenti delle azioni.