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ECONOMIA

Taranto

Ex Ilva. ArcelorMittal: 'Dl Crescita pregiudica gestione stabilimento Taranto'

Il Decreto Crescita deve essere approvato entro il 29 giugno prossimo e ArcelorMittal Italia ha deciso di rendere pubblico il suo disappunto per quanto attiene l'abolizione dell'immunità penale ed amministrativa relativa al Piano Ambientale sottoscritto nel 2017

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di Tiziana Di Giovannandrea
La soppressione contenuta nel Decreto Crescita, che deve essere approvato entro il 29 giugno, delle immunità penali ed amministrative legate all'attuazione del Piano Ambientale del 2017 ha provocato la reazione contraria di ArcelorMittal.

Il colosso dell'acciaio in una nota pubblica ha espresso tutto il suo disappunto e le sue contrarietà alla norma contenuta nel DL Crescita che elimina, a partire dal prossimo 6 settembre, le immunità penali ed amministrative per lo stabilimento di Taranto e chiede che il Governo italiano mantenga tutte le tutele legali fino alla totale attuazione del piano di risanamento da 1,15 miliardi di euro. L'azienda ricorda che si tratta delle immunità che una legge del 2015 ha attribuito ai commissari Ilva, loro delegati e futuri acquirenti. 

"Se il decreto - spiega ArcelorMittal  - dovesse essere approvato nella sua formulazione attuale, la disposizione relativa allo stabilimento di Taranto pregiudicherebbe, per chiunque, ArcelorMittal compresa, la capacità di gestire l'impianto nel mentre si attua il Piano Ambientale richiesto dal Governo italiano e datato settembre 2017". La multinazionale ricorda che "lo stabilimento di Taranto è sotto sequestro dal 2012 " e che "il Piano Ambientale del 2017 è stato progettato per affrontare problemi di lunga data dello stabilimento di Taranto con un investimento ambientale complessivo di oltre 1,15 miliardi di euro".

Secondo ArcelorMittal: "Tutti gli interventi previsti stanno procedendo nel pieno rispetto delle tempistiche" quindi l'azienda chiede che le tutele legali "restino in vigore fino a quando non sarà completato il Piano ambientale per evitare di incorrere in responsabilità relative a problematiche che gli attuali gestori non hanno causato". Comunque i nuovi proprietari dell'ex Ilva si dichiarano "fiduciosi che venga ripristinata la certezza del diritto nell'interesse dell'intero contesto economico italiano e degli stakeholders (le parti interessate, ndr) permettendo ad ArcelorMittal Italia di continuare a gestire lo stabilimento e completare il piano di riqualificazione ambientale".

La posizione assunta da ArcelorMittal  "sorprende", ribatte il Ministero dello Sviluppo Economico in una nota:  "Sorprende la comunicazione diffusa quest'oggi dalla società ArcelorMittal, visto che la medesima era stata informata già a febbraio 2019 degli sviluppi circa la possibile revoca dell'immunità penale introdotta nel Decreto-Crescita", precisando di aver spiegato al gestore che "si sarebbe individuata una soluzione equilibrata volta alla salvaguardia dello stabilimento e dell'indotto occupazionale, nonché al rispetto, ovviamente, delle decisioni adottate dai giudici". Lo stesso ministero e il governo, conclude il comunicato, "sono al lavoro affinché l'azienda continui ad operare nel rispetto dei parametri ambientali". 

I sindacati molto preoccupati temono un braccio di ferro che può portare a conseguenze imprevedibili per lo stabilimento tarantino.