Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Da-Parigi-a-Varsavia-senza-spendere-un-euro-per-il-cibo-la-sfida-di-Baptiste-contro-lo-spreco-alimentare-71cb0139-8f08-43b4-b466-e517096e0e7b.html | rainews/live/ | true
PEOPLE

Un viaggio di 3 mila chilometri attraverso 7 paesi

Da Parigi a Varsavia senza spendere un euro: la sfida di Baptiste contro lo spreco alimentare

Secondo i dati della Fao, nel mondo viene buttato circa un terzo del cibo prodotto. Così un 25enne francese ha deciso di dimostrare che si può vivere di avanzi: da quelli dei negozi alimentari a quelli di ristoranti, alberghi e supermercati

Condividi
Baptiste Dubanchet
Tre mesi e 3mila chilometri per dimostrare che vivere di avanzi si può. È questa la sfida lanciata dal 25enne francese Baptiste Dubanchet. Laureato in sviluppo sostenibile, la sua avventura è iniziata il 15 aprile scorso. Ora, con due mesi di viaggio alle spalle, Baptiste può fare il primo bilancio, confrontando le riposte delle diverse culture al suo progetto rinominato La faim du monde, letteralmente la fame del mondo. Da Parigi a Varsavia in bici – per risparmiare denaro e rimanere a contatto con l’ambiente – e senza spendere nemmeno un euro per il cibo. Un viaggio iniziato in Francia e poi passato per Lussemburgo, Belgio, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, ancora Germania e infine Polonia. Toccate le sette capitali ma anche alcune città minori, 60 chilometri al giorno.

Un anno, il 2014, scelto non certo a caso, dato che si tratta dell’anno europeo contro lo spreco di cibo. Sullo sfondo la campagna del Parlamento Europeo, deciso a dimezzare gli sprechi entro il 2025. Così, tappa dopo tappa, Baptiste vive di avanzi. Non per forza di quello che trova nei cassonetti della spazzatura. In media, racconta il giovane francese, si mostra disponibile un commerciante su dieci. Ma ci sono luoghi in cui, per trovare qualcosa, si deve passare oltre 50 no. È il caso della Repubblica Ceca: “Lì – spiega Baptiste al quotidiano online The local – la gente non riusciva a capire quello che era il mio intento. Rovistare nella spazzatura era per loro qualcosa legato a chi vive per strada ma alla fine sono riuscito ad avere da un forno parecchio pane avanzato, che è servito a sfamarmi per 5 giorni”.

Situazione del tutto diversa a Norimberga, dove l’assistente di un panettiere è riuscito a passargli del cibo, nonostante il parere contrario del proprietario. “Mi ha detto di tornare verso le 9 e 30 di sera, orario di chiusura del negozio – racconta Batpiste – quando sono arrivato, aveva nascosto il cibo sotto la giacca. Era talmente tanto che l’ho condiviso con alcuni couchsurfer (gli utenti del sito couchsurfing.org che viaggiano dormendo gratuitamente sui divani messi a disposizione da altri utenti ndr)”. Insomma, per guadagnare la giornata basta trovare un panettiere ben disposto. Tra le città toccate dal viaggio, Berlino si è dimostrata la più accogliente mentre Dusseldorf la più difficile, dove almeno venti negozianti hanno risposto che avrebbero preferito gettare il cibo avanzato piuttosto che darlo a lui.

Un progetto che sta toccando anche alcune scuole dei paesi dove Baptiste si ferma. Un modo per sensibilizzare, sì, ma soprattutto per raccontare un modello di vita alternativo che può funzionare. Il progetto, che il ragazzo si porta sempre dietro, è stato tradotto in sette lingue proprio per permettergli di confrontarsi con tutti senza problemi di vocabolario. “Quando arrivo in una città – continua Baptiste – ho bisogno di trovare subito del cibo perché, dopo aver pedalato, sono stanco e ho bisogno di energie. E mi chiedo ‘Il mio stomaco è pieno o vuoto?’ Alla fine è quella la cosa più importante, non quello che mangio”.

Con quello che trova riesce anche a cucinare purché a bassa temperatura e con poca acqua, proprio per portare avanti la sua denuncia contro lo spreco energetico. E per dormire niente di meglio di un divano trovato sul sito couchsurfing. Intanto il viaggio di Baptiste continuerà per almeno altre due settimane. Varsavia lo attende.