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MONDO

Il simbolo

Dabiq l'apocalittica. Una profezia sunnita colloca lì la battaglia finale tra crociati e musulmani

La città siriana è cruciale per l'ideologia dello Stato islamico

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di Tiziana Di Giovannandrea
Dabiq è una piccola città siriana con un importante valore simbolico per la propaganda dello Stato Islamico. E' un luogo cruciale per l'ideologia dell'Isis, poiché una profezia sunnita vi colloca lo scenario della battaglia finale tra crociati e musulmani. 

I ribelli del'esercito libero siriano conquistando Dabiq non solo hanno strappato all'Isis una cittadina strategica ma hanno tolto ai jihadisti uno dei suoi luoghi-simbolo, una roccaforte morale cara al cosiddetto Stato islamico perché sede della battaglia finale fra Allah, difeso da un grande esercito musulmano, e i suoi nemici: i 'romani ', cioè i crociati. Qualcosa che si può paragonare all'Armageddon, sede della battaglia finale fra bene e male della tradizione giudaico-cristiana.

A Dabiq il Califfato sgozzò uno degli ostaggi occidentali, l'americano Peter Kassi.

La profezia si ritrova nell'Hadith (racconto), il libro che narra vita ed azioni del profeta Maometto, dei suoi compagni e seguaci, che insieme al Corano (di diretta rivelazione divina) e altri testi forma la Sunna, l'insieme della Dottrina.

L'Hadith al versetto 6924 recita: "L'ultima ora suonerà solo quando i romani arriveranno a Dabiq. Allora verrà da Medina un esecito per contrastarli, un esercito formato dagli uomini migliori dei popoli della Terra".

L'esercito alla fine vincerà e conquisterà 'Rum' (Roma). Rum all'epoca di Maometto (VII secolo) si riferiva all'Impero Romano d'Oriente, l'Impero bizantino, Costantinopoli. Ma nei secoli gli interpreti della profezia hanno riferito la parola  'Rum' ai cristiani, ai crociati, all'Occidente e proprio la profezia, così importante per i combattenti dell'Isis, spiega i continui riferimenti della propaganda alla conquista di Roma, con le bandiere nere a San Pietro. Non a caso la rivista dell'Isis si intitola proprio "Dabiq".