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MONDO

L'orrore del Califfato si avvicina all'Italia

Dalla Libia alla Tunisia, l'Isis si avvicina al Mediterraneo

Anche se non c'è una rivendicazione ufficiale, l'attentato a Tunisi non fa che confermare l'espandersi del terrore jihadista nell'area. Una mappa con l'Italia e Roma cerchiate in rosso appare in un documento "programmatico" diffuso dai terroristi in rete a febbraio 

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Roma
Lo spettro dell'Isis si allarga e dalla Libia si sposta in Tunisia, unica democrazia riuscita a emergere dal caos delle primavere arabe, avvicinandosi sempre di più all'Italia. Il Califfato di al Baghdadi plaude all'attacco al museo del Bardo di Tunisi con un post su Twitter e chiama i tunisini a "seguire i loro fratelli".

E anche se l'attentato di oggi nella capitale non è stato rivendicato ufficialmente, la consapevolezza di un crescendo del terrore e della destabilizzazione jihadista che
rischia di ingoiare anche la Tunisia, dopo l'Iraq, la Siria, la Libia, è chiara.

La "guerra lunga" evocata dal premier tunisino Habib Essid si affianca alla "determinazione contro la minaccia terroristica" riaffermata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E da Bruxelles Mogherini parla di "organizzazioni terroristiche" che "prendono di mira ancora una volta Paesi e popoli della regione mediterranea".

L'Isis avverte da mesi l'Europa e l'Italia. Ed è labile il confine tra minaccia e propaganda, sulla quale il Daesh del califfo nero ha dimostrato di essere uno specialista. Ma i segnali stanno a dimostrare che nessuno è al riparo.

Una mappa dell'Europa con l'Italia e Roma cerchiate in rosso appare in un documento "programmatico" dell'Isis diffuso in rete a febbraio, "The Islamic State 2015", insieme ai dettagli di un attacco: "Ansar al Sharia in Libia e Al Qaida nel Maghreb Islamico cominceranno a sparare missili verso il cuore dell'Europa, come vendetta per quanto patito dai loro fratelli in Siria" e "l'accerchiamento dell'Europa" da parte del "Califfato Islamico Globale" passera' da ovest (Spagna), dal centro (Italia, Roma) e da est (Turchia,Costantinopoli/Istanbul)".

Finora la Tunisia, l'Algeria, il Marocco sono stati comunque un argine attorno al Mediterraneo. Tunisi, Algeri e Rabat hanno ribadito a Gentiloni - che tra fine gennaio e fine febbraio ha visitato tutte e tre le capitali - che la priorità per tutti è la lotta al terrorismo islamico. Ma dalla Mauritania, dal Mali, dal Niger, dalla Libia, il terrore jihadista preme ai confini e riesce a saldarsi con le sigle del terrore interno. La sfida, per sponda nord e sponda sud, è comune.

(fonte ANSA)