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SCIENZA

Spazio

La numero 2 della Nasa a RaiNews.it: "Siamo in viaggio verso Marte, con l'aiuto dell'Italia"

Dava Newman, vice-amministratore dell'ente spaziale statunitense: "La prossima estate vedremo Giove da vicino con la missione Juno, negli anni '30 porteremo l'uomo sul Pianeta Rosso"

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Dava Newman (NASA/Bill Ingalls)
di Andrea BettiniRoma
Il percorso insieme prevede varie tappe e una destinazione ancora lontana, ma di grande fascino: Marte. Per arrivare sul Pianeta Rosso negli anni ’30, la Nasa sta lavorando con diversi compagni di viaggio. In prima linea c’è anche l’Italia. Una collaborazione che ha condotto a Roma la numero due dell’ente spaziale statunitense, il vice-amministratore Dava Newman, che ha incontrato i vertici dell’Agenzia Spaziale Italiana e il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
 
Dott.ssa Newman, come valuta il contributo italiano all’esplorazione spaziale?
Mi servirebbero 30 minuti per descriverlo. Operiamo a stretto contatto per la Stazione Spaziale Internazionale. Inoltre molte missioni a cui lavoriamo insieme dipendono dalla competenza italiana nei radar e negli strumenti. Ogni nostro rover su Marte, ad esempio, ha a bordo incredibili contributi tecnologici italiani. Anche nella missione Cassini su Saturno, che ci ha appena rivelato moltissime informazioni sulla luna Encelado, è importantissima la nostra collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana.
 
Il 2015 è stato l’anno nei pianeti nani, come Plutone e Cerere. Cosa dobbiamo attenderci come tema principale l’anno prossimo, Giove?
Si, grazie alla missione Juno, e anche in questo caso al suo interno l’Italia ha un ruolo importante. Ci pensate? La prossima estate andremo su Giove. Abbiamo appena celebrato Plutone, che è un pianeta nano, ora guarderemo da vicino il più grande pianeta del Sistema Solare.
 
Cosa si attende dal futuro dell’esplorazione spaziale?
Alla Nasa siamo soprattutto in viaggio verso Marte. È su questo che ci stiamo concentrando e c’è molto entusiasmo anche da parte dell’Italia. Il percorso è iniziato dalla Stazione Spaziale Internazionale, che ha permesso all’uomo di effettuare 15 anni di permanenza continua nello spazio. Negli anni ’20 torneremo nell’orbita della Luna e negli anni '30 torneremo sul Pianeta Rosso, ma per la prima volta con delle persone.
 
Quindi dal vostro punto di vista il viaggio è già in corso…
Il viaggio è ben avviato. L'umanità, tutti noi insieme, nella Storia non è mai stata così vicina a portare qualcuno su Marte e questo è molto emozionante.

Lei è un’esperta di tute spaziali. Dal punto di vista tecnico, quanto manca ancora prima di poter andare sul Pianeta Rosso?
Abbiamo ancora qualche sfida tecnologica da affrontare. Alcune delle principali riguardano i sistemi di propulsione e stiamo investendo nella propulsione elettrica solare. Poi c’è il problema della permanenza nello spazio per lunghi periodi, dei sistemi di supporto vitale di lunga durata. Per quanto riguarda le tute spaziali dobbiamo fornire agli astronauti un equipaggiamento leggero e che consenta loro un’ottima mobilità. Andremo là per cercare delle prove della presenza di vita e dovremo consentire loro di esplorare, rendendoli molto agili e capaci di muoversi. Inoltre dovremo prima testare a dovere questi sistemi nei pressi del nostro pianeta: quando si andrà su Marte bisognerà essere indipendenti dalla Terra perché le distanze sono enormi.

Samantha Cristoforetti è tornata sulla Terra da pochi mesi. Nel 2017 sulla ISS andrà Paolo Nespoli. Dopo di lui toccherà ad altri astronauti italiani?
Samantha per me è un’ottima amica e ha appena completato una splendida missione. Ora attendiamo quella di Paolo. Per lui sarà la seconda missione di lunga durata: è un veterano e porterà lassù molta esperienza. Non vediamo l’ora che nei prossimi anni altri astronauti italiani si preparino con noi e lavorino con noi. È importante anche quello che gli astronauti portano a casa sulla Terra, l’ispirazione che danno agli altri. Da questo punto di vista Paolo, Samantha e Luca Parmitano hanno avuto un impatto incredibile, diventando modelli da seguire per i giovani italiani.
 
In passato lo spazio è stato un terreno di forte competizione fra gli Stati. Oggi invece c’è molta cooperazione. Teme che le crescenti tensioni a livello internazionale possano avere delle conseguenze anche nel vostro settore?
Sulla Stazione Spaziale Internazionale collaborano cinque diversi partner e quindici diverse nazioni di tutto il mondo. Lo spazio è il miglior esempio di cooperazione e della possibilità di lavorare insieme, è un modello. Speriamo che i progetti futuri, a partire da quelli che riguardano Marte, favoriscano la cooperazione internazionale.