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POLITICA

L'intervento

Ddl Boschi, il ministro in Senato: "Non accettiamo veti, è la volta decisiva"

"Abbiamo sempre riconosciuto il valore sacro del Parlamento", dice a palazzo Madama il ministro per le Riforme, "noi crediamo nel valore del confronto politico" non nella creazione di un "algoritmo". Voto finale il 13 ottobre

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Il disegno di legge costituzionale "è solamente l'ultimo anello del tentativo di riforma costituzionale. Non è frutto né un tentativo estemporaneo o di approssimazione, ma propone una riforma ambiziosa che oggi può essere più audace del passato". Lo dice il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, in sede di replica del governo in Aula al Senato. "Possiamo oggi -  ha sottolineato la ministra - tentare anche di chiudere delle pagine bianche, lasciate bianche dai costituenti e possiamo anche essere più ambiziosi".

Questa è "una riforma ambiziosa" che, ha detto ancora la Boschi, "ha proposto il Governo" ma che "oggi è pienamente la riforma del Parlamento". E, "dovremmo utilizzare i prossimi giorni per trovare un accordo ampio, privilegiando gli elementi che ci uniscono". "Non lasceremo nulla di intentato fino all'ultimo rispetto al dialogo e al confronto politico, ma sia chiaro che non possiamo accettare veti da parte di nessuno" su una riforma attraverso cui passa "la credibilità del Paese". 

La Boschi ha ricordato poi che "ad oggi sono stati presentati oltre 529mila emenamenti, di cui sono stati votati 4.440. Sono stati fatti oltre 3.600 interventi tra deputati e senatori, quando giusto per fare un esempio l'assemblea costituente contò poco più di mille interventi e 1.613 emendamenti. Il lavoro fatto qui con le riforme è stato ricco e approfondito". E rispondendo al senatore leghista Calderoli, che ieri aveva presentato oltre 80 milioni di emendamenti, "crediamo più nel confronto politico che nella produzione di un algoritmo finalizzato solo alla produzione di emendamenti ostruzionistici".

E a sempre a palazzo Madama è arrivato a stretto giro anche la replica di Calderoli: "Il suo intervento non so se mi ha ricordato di più una lettura di una paginetta di Wikipedia sulla storia della Costituzione o la discussione di una tesina di laurea. Ma siamo in Parlamento!". Che poi aggiunge: "Se io blocco il Parlamento o siete scarsi voi o è scarso il regolamento".

Voto finale il 13 ottobre
Il voto finale sul ddl riforme a Palazzo Madama è fissato al 13 ottobre. Lo ha deciso la riunione dei capigruppo del Senato dopo che Grasso aveva proposto di fissare la votazione entro il 15 ottobre. L'aula poco prima aveva bocciato la richiesta delle
opposizioni di non passare all'esame del ddl e tornare invece in commissione. Sel ha ritirato 62mila emendamenti, lasciando solo quelli di merito (circa 1.200). La Lega ha fatto altrettanto per le sue proposte di modifica agli articoli 1 e 2. Esposto del M5s
in Procura sui sospetti di compravendita dei senatori. Alfano sull'Italicum: "Abbiamo ancora due anni per migliorarlo".