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POLITICA

Il dibattito

Ddl Anticorruzione, il voto finale del Senato il primo aprile. Di Maio: "Grasso ritiri la firma"

La discussione prima dell'ok definitivo di Palazzo Madama. I 5 Stelle all'attacco: "I partiti tentano di salvarsi la pelle". La maggioranza tiene sui voti segreti sui singolo articoli 

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Prosegue l'esame del ddl anticorruzione in Senato, in attesa del voto definitivo in programma il primo aprile.

Palazzo Madama ha approvato con voto segreto l'articolo uno del ddl anticorruzione con 160 sì, 60 no e 3 astenuti. L'articolo 1 del ddl anticorruzione contiene modifiche alla disciplina sanzionatoria, con pene più severe, in materia di reati contro la Pubblica amministrazione. Approvato anche l'articolo 2, che  aumenta le pene in materia di concussione.

La proposta fu depositata in apertura di Legislatura (marzo 2013) dal non ancora presidente dell'Aula di Palazzo Madama. Ora, però, in forte polemica con in contenuti del disegno di legge, l'esponente del direttorio 5 Stelle Luigi Di Maio chiede a Grasso di ritirare la propria firma dal ddl. "Grasso dovrebbe togliere la sua firma da quel disegno di legge se veramente tiene a una legge
anticorruzione perché quella non e' una legge anticorruzione: è stata svuotata e svilita". Cosi' il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, che aggiunge "I partiti stanno cercando di salvarsi la pelle".

In vista del voto finale, però, dai 5 Stelle arriva una timida apertura alla maggioranza. "La maggioranza non pensasse che il M5S rifarà la stampella, devono levarselo dalla testa. Ciò detto, abbiamo sempre dichiarato che scegliamo come votare punto su punto. Quindi, anche stavolta, vedremo come votare punto per punto. Ci sono delle cose realmente efficaci, come le norme anticorruzione che mandano in galera corrotti e corruttori, che per noi sono punti importanti".

Il ddl Grasso
 La prima parte del provvedimento, che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, inasprisce le pene principali e accessorie per i reati di corruzione indebita, induzione e peculato. Sono previsti obblighi di riparazione e attenuanti in caso di collaborazione utile alle indagini e, in un'ottica di prevenzione, lo scambio di informazioni tra autorità anticorruzione, procure e tribunali amministrativi regionali. La seconda parte del disegno di legge riguarda i delitti di falsa comunicazione sociale. È prevista un'area di non punibilità per fatti di lieve entità riguardanti società non quotate.